“UN POSTO TRANQUILLO” DI MATSUMOTO SEICHO.

CONSIDERATO IL SIMENON GIAPPONESE PER LE ATMOSFERE CLAUSTROFOBICHE E LA CRITICA ALLA IPOCRISIA BORGHESE.

di Cristina Marra 19/12/2020
Letto e recensito
“UN POSTO TRANQUILLO” DI MATSUMOTO SEICHO.Reggio Calabria. Tsuneo Asai è ossessionato dalla scomparsa prematura della giovane moglie, stroncata da un infarto, e la notizia lo coglie di sorpresa durante una riunione di lavoro a Kobe.

Il matrimonio era durato sette anni “Asai aveva trentacinque anni, Eiko otto di meno. Per lei era il primo matrimonio” Asai invece la sposa un anno dopo la morte della prima moglie. Marito modello e ambizioso sul lavoro, Asai sembra condurre una vita senza troppi scossoni ma scandita da una quotidianità fin troppo stabile che non procura né cambiamenti né sorprese.

Per Asai è inspiegabile la ragione per la quale Eiko si trovasse  vicino a un albergo a ore quando è stata soccorsa, parte da questo enigma l’indagine personale dell’uomo protagonista del noir “Un posto tranquillo” di Matsumoto Seicho (1909-1992), considerato il Simenon giapponese che fa delle atmosfere e della critica alla società fasulla e convenzionale il punto focale dei suoi romanzi. 

Per Asai, funzionario in un ufficio del ministero dell’Agricoltura, l’assenza della sua donna e la scalata professionale innescano un meccanismo perverso e pericoloso che lo porta a indagare ossessivamente sulle ragioni e le dinamiche che hanno spinto la moglie  a frequentare il quartiere di Yoyogi e prima di morire, chiedere aiuto entrando in una profumeria fuori mano. Dopo un malore al cuore che faceva evitare a Eiko collere e sforzi inutili, il suo problema “nella normale vita quotidiana  non destava alcuna preoccupazione”, allora perché il giorno della morte era andata fin lassù, percorrendo una salita ripida e stancante vicino a una villa-albergo equivoca?

Eiko non era una gran bellezza “ma aveva indubbiamente fascino e un sorriso attraente” e Asai poteva solo offrirle la stabilità del suo impiego come pubblico funzionario. La amava e la viziava ma Eiko “a casa, invece non apriva quasi bocca.

Era come se avesse due personalità diverse”
e Asai se ne era accorto senza però fare nulla per comprendere il perché. Interessarsi alle chiacchiere di un superiore faceva parte del suo lavoro e ne aveva sentite tante anche in fatto di donne. Parole e supposizioni gli ritornano alla mente e “dopo la morte della moglie era come se una strana sostanza sconosciuta si fosse insinuata nella mente di Asai” e quando aveva visto quella villa e sentito le parole di Yougishita sugli alberghi a ore “quell’ombra si era addensata, aveva acquistato consistenza e ora si agitava come un insetto nero davanti ai suoi occhi”.

La moglie seguiva un corso e componeva haiku, “dalla comparsa di quell’insetto nero, Asai aveva incominciato a sfogliare il taccuino di Eiko alla ricerca di qualche indizio” ma erano versi tradizionali e neppure i luoghi descritti ricordavano la zona di Yoyogi “eppure la chiave del  mistero doveva trovarsi proprio lì”. Asai comincia a ipotizzare che la moglie non fosse morta nella profumeria ma che l’avesse portata qualcuno. Indagini, sospetti e ossessioni si sommano al rapporto di una agenzia investigativa e ai pedinamenti di Asai.

Un’altra morte non ferma quell’uomo che vuole trovare la verità e salvare anche se stesso, la sua reputazione e il suo lavoro e diventa personaggio simbolico di una società soffocata dalle convenzioni, dall’apparenza e dalla incomunicabilità che generano il crimine e che Mutsumoto Seicho racconta senza un investigatore, ma dalla voce diretta e sofferente dei suoi protagonisti vittime e anche colpevoli. 
 
Incipit: Quando arrivò la notizia, Asai Tsuneo era a Kobe. Erano circa le otto e mezzo e stava partecipando a una cena ufficiale con un gruppo di industriali del settore agroalimentare...

Titolo: Un posto tranquillo
Autore: Matsumoto Seicho 
Editore: Adelphi
Prezzo: euro 18,00

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