“TANTE CARE COSE”, INTERVISTA A MASSIMO DE LORENZO
ATTORE IN SCENA CON LA COMMEDIA “PERFETTI SCONOSCIUTI”, ORA DEBUTTA CON IL SUO PRIMO ROMANZO
CRISTINA MARRA
14/04/2025
LE INTERVISTE DI CRISTINA

Un cammino epistolare intimo e che diventa un po' comune a tutti e il figurante ritratto di copertina, opera di di Livia Alessandrini, rappresenta chiunque si soffermi a riflettere sulle scelte, i dubbi gli incontri della propria vita.
Dal teatro alla libreria, com’è stato questo passaggio?
Molto strano. Non oso definirmi uno scrittore, non quanto invece riesca a definirmi un attore. Ma ho scoperto la totale assenza di pudore che invece a teatro purtroppo mi limita. I grandi attori sono quelli che riescono a tirare fuori la parte più intima di sé stessi, senza ostentarla, semplicemente scoprendola. Io a teatro o davanti alla macchina da presa non credo di riuscirci. Scrivendo queste lettere invece è successo, senza accorgermene se non quando l’ho riletto, ma ormai era troppo tardi per tirarmi indietro, era già stampato.

Il libro è un memoir epistolare, perché questa scelta?
Abbastanza casuale. L’editore Santiago Maradei tempo fa mi chiese di scrivere un libro ma sul momento mi tirai indietro. Poi è successo che ho scritto una lettera alla dirigente scolastica e ai docenti della scuola di mia figlia. Una lettera di sfogo e di frustrazione alla quale nessuno mi ha mai risposto, ma molti amici per consolarmi mi hanno detto “è scritta bene, sei bravo” e a da li allora l’idea di individuare altri destinatari, reali e immaginari, a cui dire qualcosa che mi premeva.
Nelle lettere tanta famiglia, amici, ma anche tanti sogni e traguardi raggiunti?
Sono lettere molto personali, anche se ho cercato di renderle più oggettive possibili. È inevitabile che ci siano dentro persone care, sogni e traguardi raggiunti, ma anche rabbie e frustrazioni.
Ironia e stile fluido e diretto, quasi fossero monologhi teatrali. Quanto l’esperienza attoriale e i tempi teatrali ti hanno aiutato nella scrittura?
Tantissimo. Il linguaggio è fortemente condizionato dai miei mentori, in particolare Mattia Torre, Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico. Scrittori veri e di grande talento. Ma anche amici fraterni, di quelli che da 30 anni si condivide tutto e inevitabilmente anche l’ironia e la visione del mondo. Poi forse involontariamente sono le scrivevo già in modo diretto, scritte per essere recitate.
Attraverso la lettera omaggi, ringrazi, rievochi ma anche rimproveri?
Si come ti dicevo lo spunto iniziale è stato quello di una lettera diretta alla totale incompetenza di certi professori e da li molti altri destinatari sono stata un’occasione per dirgli qualcosa. Ma ho cercato anche di rivolgermi a qualcuno utilizzando altri destinatari, soprattutto per quelle lettere molto sentimentali che rischiavano di essere melense e oggettivamente poco interessanti per chi legge.
19 lettere , se dovessi scegliere una ventesima a chi la indirizzeresti?
Ci sono una serie di grandi esclusi, inutile citarli. Mi piacerebbe invece immaginare una qualche lettera di risposta, ci penserò.
Come e quanto la compagnia teatrale con cui stai condividendo lo spettacolo Perfetti sconosciuti nei teatri di tutt’Italia ti supporta in questa nuova esperienza?
Sono stati meravigliosi, amici veri, si sono prestati sempre con generosità ed entusiasmo nelle varie presentazioni. Ed è bellissimo sentirle lette da loro. E non solo il cast di Perfetti sconosciuti, ma anche altri attori che mi hanno accompagnato in giro per l’Italia. E’ bellissimo scrivere per gli attori.
CRISTINA MARRA