“ROMA CITTÀ CHIUSA” DI CATERINA BOCCARDI

LA CITTÀ ETERNA SOPRAVVIVERÀ AL CORONAVIRUS. RIFLESSIONI AL TEMPO DEL LOCKDOWN.

di Salvatore Scirè 23/11/2020
Letto e recensito
ROMA CITTA CHIUSARoma. E’ fuor di dubbio che il primo lockdown primaverile, costringendo improvvisamente la gente a restarsene all’interno di casa propria, ha sortito un effetto interessante e positivo; quello di stimolare la creatività.

Tutti coloro che avevano o credevano di avere qualcosa da raccontare, si sono messi all’opera. E così abbiamo visto balconi e finestre che si animavano di musiche, terrazze illuminate di notte. Chi non sapeva fare musica, si è messo a scrivere, specialmente se già era in grado di farlo.

Una cosa del genere è capitata a Caterina Boccardi, romana, istruttrice di nuovo sincronizzato e di nuoto. Con la passione per la scrittura. Infatti, ha già pubblicato due romanzi ( E Quindi?! E Verde Pallido). L’arrivo del Covid-19 le ha dato lo stimolo per scrivere Roma città chiusa, un titolo che fa il verso a un noto capolavoro rosselliniano del cinema neoralista, ma che in effetti ha motivazioni totalmente diverse.

Il sottotitolo è infatti Riflessioni di una donna italiana, da cui emergono vari sentimenti. Innanzi tutto, l’Autrice grazie alle sue riflessioni descrive le sensazioni e il disorientamento, che la pandemia ci ha portato; racconta l’angoscia di una solitudine forzata, che i famosi 300 metri di distanza da casa non hanno mai cancellato!

E poi, come sarà l’amore? Più dolce; o più essenziale? Il rischio di trovarsi subito “al dunque” è penalizzante, per una ragazza che dichiara di amare il corteggiamento, le rose, i piccoli gesti di attenzione e di cortesia da parte del proprio partner. Per una giovane donna che confessa di essere affascinata dagli Anni 50, da un’epoca che ricordiamo un po’ tutti in bianco e nero.  Parliamo degli anni 50 della Dolce Vita, delle belle canzoni, della TV prima maniera.

E’ proprio rifacendosi agli Anni 50, la Boccardi rivela tutto il suo amore per Roma, la sua città, la mitica Città Eterna cui si rivolge così: “Roma, tu sei la luce, la speranza... sai quante volte il mio cuore solo ammirandoti ha preso a battere velocemente?”

Nel complesso, un’opera gradevole, che si legge piacevolmente e che ci offre spunti di approfondimento. E con la speranza non sottintesa che questa città riuscirà a sopravvivere anche al Coronavirus!   Non sarebbe eterna, altrimenti!  

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