“PROSSIMA FERMATA - L’ISOLA CHE C’È”, L’ULTIMO AVVINCENTE ROMANZO DI RENATO GIORDANO

ALLA SCOPERTA DELL’INSULINA, L’ORMONE PRODOTTO NELLE ISOLE DI LANGERHANS (CHE SI TROVANO ALL’INTERNO DEL PANCREAS).

di Salvatore Scirè 21/03/2021
Letto e recensito
RENATO GIORDANORoma. Ci piace presentare ai nostri lettori un romanzo particolarissimo; in realtà molto più di un romanzo, anche se ne condivide la forma narrativa.

L’Autore, Renato Giordano, noto come regista ed autore drammatico (nonché Segretario dello S.N.A.D.), ma nella vita anche stimato medico diabetologo, si è ispirato proprio alla sua esperienza scientifica, per raccontare, in questo romanzo, la scoperta dell’insulina, l’ormone prodotto dalle cosiddette Isole di Langerhans, che si trovano all’interno del pancreas.

Ricordiamo che l’insulina regola il metabolismo del glucosio nel sangue. E la scoperta dell’insulina, negli anni a seguire, avrebbe salvato la vita a moltissimi diabetici che, altrimenti, non ce l’avrebbero fatta.


In altre parole, la narrazione tratta una materia di per sé affascinante, ma di straordinaria importanza per la medicina, oltre che di vasta portata sociale a livello mondiale. Così si spiega il titolo: L’Isola che c’è; (dal latino insula, da cui il nome dell’ormone); come dire, un approdo sicuro per chi ha purtroppo la ventura di navigare in acque intorbidite dal diabete. 

Il fascino di questo libro riesce ad avvincere il lettore sin dalle prime pagine: non a caso, l’intuizione scientifica di ricorrere a un “estratto del pancreas” viaggia su tre filoni di studio e sperimentazioni, che fanno capo ad altrettanti medici ricercatori, Frederick Banting, canadese, Nicolae Paulescu, romeno, e Georg Zuezler, berlinese. La storia si sviluppa intorno alla prima guerra mondiale e probabilmente i tre non sapevano l’uno degli altri, o avevano letto molto poco.RENATO GIORDANO

Renato Giordano, in questo pregevole lavoro, mette a fuoco soprattutto la storia umana di Frederick Banting, che agli inizi della sua carriera arriva a vendere tutti i suoi beni, per riuscire a portare avanti le sue ricerche, in cui credeva fermamente. Impegno che, dopo qualche anno, verrà ricompensato con un premio Nobel, anche se diviso fra quattro colleghi.

La chiave di volta di questo lavoro consiste di sicuro nell’aver saputo fondere l’interesse scientifico con l’aspetto umano, analizzato nei pregi e nei tanti difetti dell’individuo.  Del quale si sottolineano gli slanci di grande generosità, ma anche l’irascibilità a volte anche violenta; così come il romanticismo inguaribile che si manifesta davanti agli occhi di una bella ragazza di cui innamorarsi; ovvero la rabbia provata nel sentirsi vittima di un’ingiustizia palese o presunta.

Un romanzo in cui compaiono, a latere, anche le storie di illustri diabetici che andavano alla ricerca della nuova cura di cui si favoleggiava: uno per tutti il grande coreografo Diaghilev.
Il tutto, scritto magnificamente, con una precisione minuziosa nel riportare i dettagli (i luoghi, i locali, le musiche Anni Venti, da cui emerge impetuoso il ritmo del rag-time).

Un magico salto indietro di 100 anni circa, che ci riporta a una fase certamente pioneristica della ricerca scientifica, raccontata da Giordano con passione e – ovviamente – con grande competenza medica. Grazie a quelle che all’inizio erano state delle semplici intuizioni di Banting e degli altri, affinando le tecniche di estrazione dell’insulina animale (inizialmente suini e bovini), tante vite umane sono state salvate. Fino alla produzione sintetica industriale dell’ormone, ottenuta negli anni Ottanta e oggi ormai una consolidata terapia per il diabete.

Un romanzo apprezzabile da tutti, raccontato con parole non necessariamente scientifiche, quindi di facile fruizione e godimento, grazie a una scrittura fluente, piacevole e appassionante! 

Articoli LETTERATURA

Contattaci