PRESIDENTE, IL FUTURO DELL'ITALIA (E DELL'EUROPA) E' ORA NELLE SUE MANI
Con le ultime elezioni i circoli dell'Alta finanza sono usciti sconfitti, sarà opportuno che ne prendano atto e che si siedano al tavolo con i vincitori -
di Filippo Russo
10/03/2018
L'Analisi
CARO PRESIDENTE
Ella ha avuto in sorte d’essere fratello di un eroe, il cui sacrificio non è bastato a liberare la Sicilia dalla piovra mafiosa, qualcuno ha detto: beato il paese che non ha bisogno di eroi, ma l’Italia non è quel paese; molti altri eroi sono dovuti cadere prima che la stretta del potere mafioso iniziasse a cedere. Certamente Ella li ricorda tutti.
Bene io temo che oggi l’Italia intera sia minacciata da una “piovra”, non criminale, né sanguinaria, come la Mafia, ma ancor più pericolosa sul piano economico e sociale, ci protegga Ella con la sua saggezza.
Ho molto appezzato le Sue parole nel giorno dell’8 marzo: l’appello ai partiti, perché tralascino gli interessi di bottega e guardino all’interesse generale del Paese, ho apprezzato molto il suo riferimento alla minaccia rappresentata da una degenerazione oligarchica della politica.
Dopo le ultime elezioni quei partiti che si ritenevano egemoni per la capacità d’attrarre consenso, e magari anche per il sostegno di quella che mi sono preso la licenza di definire “piovra” , intendendo i circoli dell’Alta Finanza, sono usciti sconfitti. Occorre che ne prendano atto, responsabilmente ed accettino l’idea di collaborare coi vincitori, per stemperare con una punta di realismo i progetti politici dei partiti maggiori, sicuramente inficiati da genericità e un qualche velleitarismo.
Il racconto favolistico della realtà ha condannato anzi tempo Renzi alla pensione: in Italia, anche grazie e non per merito del Job Act e della “Buona Scuola”, le cose non vanno affatto bene: cresce la povertà, è in crollo la natalità, i giovani lavoratori sono condannati a un futuro di precarietà, le imprese sono oppresse da una fiscalità estorsiva e da una burocrazia infingarda ed arrogante. L’Italia non può permettersi, come il Belgio, di rimanere per molti mesi senza un governo pienamente efficiente.
Ella ha fatto il suo ingesso in politica “in punta di piedi”, costretto dalle tragiche circostanze determinate dalla scomparsa di Suo fratello. Ella non ha mai sbattuto porte, mai assunto atteggiamenti arroganti, così Ella è apparso timido, comprimario, più che protagonista, ma oggi Ella dovrà sobbarcarsi un ruolo di guida, per trarci tutti fuori dal pantano che potrebbe determinarsi, se la competizione politica dovesse trasformarsi in zuffa di tutti contro tutti, specialmente per la rabbia irresponsabile e la frustrazione delle forze politiche sconfitte.
Con affetto e riconoscenza, un cittadino
Filippo RUSSO
Ella ha avuto in sorte d’essere fratello di un eroe, il cui sacrificio non è bastato a liberare la Sicilia dalla piovra mafiosa, qualcuno ha detto: beato il paese che non ha bisogno di eroi, ma l’Italia non è quel paese; molti altri eroi sono dovuti cadere prima che la stretta del potere mafioso iniziasse a cedere. Certamente Ella li ricorda tutti.

Bene io temo che oggi l’Italia intera sia minacciata da una “piovra”, non criminale, né sanguinaria, come la Mafia, ma ancor più pericolosa sul piano economico e sociale, ci protegga Ella con la sua saggezza.
Ho molto appezzato le Sue parole nel giorno dell’8 marzo: l’appello ai partiti, perché tralascino gli interessi di bottega e guardino all’interesse generale del Paese, ho apprezzato molto il suo riferimento alla minaccia rappresentata da una degenerazione oligarchica della politica.
Dopo le ultime elezioni quei partiti che si ritenevano egemoni per la capacità d’attrarre consenso, e magari anche per il sostegno di quella che mi sono preso la licenza di definire “piovra” , intendendo i circoli dell’Alta Finanza, sono usciti sconfitti. Occorre che ne prendano atto, responsabilmente ed accettino l’idea di collaborare coi vincitori, per stemperare con una punta di realismo i progetti politici dei partiti maggiori, sicuramente inficiati da genericità e un qualche velleitarismo.
Il racconto favolistico della realtà ha condannato anzi tempo Renzi alla pensione: in Italia, anche grazie e non per merito del Job Act e della “Buona Scuola”, le cose non vanno affatto bene: cresce la povertà, è in crollo la natalità, i giovani lavoratori sono condannati a un futuro di precarietà, le imprese sono oppresse da una fiscalità estorsiva e da una burocrazia infingarda ed arrogante. L’Italia non può permettersi, come il Belgio, di rimanere per molti mesi senza un governo pienamente efficiente.
Ella ha fatto il suo ingesso in politica “in punta di piedi”, costretto dalle tragiche circostanze determinate dalla scomparsa di Suo fratello. Ella non ha mai sbattuto porte, mai assunto atteggiamenti arroganti, così Ella è apparso timido, comprimario, più che protagonista, ma oggi Ella dovrà sobbarcarsi un ruolo di guida, per trarci tutti fuori dal pantano che potrebbe determinarsi, se la competizione politica dovesse trasformarsi in zuffa di tutti contro tutti, specialmente per la rabbia irresponsabile e la frustrazione delle forze politiche sconfitte.
Con affetto e riconoscenza, un cittadino
Filippo RUSSO