OMICIDIO A REGOLA D’ARTE DI LETIZIA TRICHES
LA NUOVA, APPASSIONANTE INDAGINE DEL COMMISSARIO CHIUSANO.
di Cristina Marra
20/02/2021
Letto e recensito
Reggio Calabria. Si porta addosso un nome che non le appartiene, appare stonato, è un nome da soubrette e lei non ha la giusta intonazione per cantare o le movenze per muoversi su un palcoscenico, si chiama Chantal ma per tutti è il commissario Chiusano e per pochi è la Commissaria.
Protagonista della nuova serialità della scrittrice Letizia Triches l’abbiamo conosciuta nel romanzo d’esordio “Omicidio a villa Fedora” ma già era apparsa tra le pagine della quinta indagine del restauratore detective Giuliano Neri “I delitti della laguna” e adesso torna in libreria nel prequel “Omicidio a regola d’arte” rigenerato da “Verde napoletano” primo giallo di Triches con protagoniste due donne.
Il passato di Chantal pressa per essere raccontato di nuovo, anche se in una veste diversa. Sono stata felice di accontentarla, così nella nota introduttiva l’autrice in poche righe racconta come una storia viaggia nel tempo e alcune sanno aspettare più di altre, come sanno fare certi personaggi che restano ben radicati nella mente di chi scrive.
Vedova, vicina ai cinquanta, il lavoro la tiene in vita e gliela fa ancora amare dopo la scomparsa del marito Giovanni, che nella sua mente e nel suo cuore esiste ancora. Sul mistero della morte di Giovanni Aiello e su quella del pittore Michele Mosti con la giovane amante, ruota la trama di Omicidio a regola d’arte, un giallo-confessione che Triches racconta concentrandosi sulla psicologia di tutti i personaggi.
Chantal nata a Sant’Angelo d’Ischia e trasferita a Napoli scopre il mondo dell’arte con il marito, pittore di talento ma poco sponsorizzato e i colori entrano nella sua vita chiaro-scuri compresi. Chantal è una donna affascinante che non rinuncia alla sua femminilità e non entra in competizione con i colleghi maschi ma sa farsi apprezzare e valere ragiono sui fatti, intreccio il passato con il presente, mi lascio sfiancare dalle emozioni forti, che nutrono i sogni della notte e le illusioni del giorno, il suo è un modo per sfogare la rabbia dettata dal dolore per la perdita affettiva. Il ricordo del marito fa vibrare ancora le corde del suo cuore e lo avvicinano a quello di Sara Steno, psichiatra romana e vedova di Mosti.
Del caso della brutale morte di Mosti si occupa Chantal contestualmente alla ricerca della risposta all’incomprensibile morte del marito. La commissaria deve trovare uno dei tanti tasselli mancanti nel mosaico della vita e Giovanni Aiello e Chantal, Michele Mosti e Sara entrano nel vortice narrativo-investigativo dei ricordi, dei loro primi incontri, del matrimonio della pericolosa giostra dell’arte con galleristi, collezionisti, modelli della metà degli anni Ottanta.
Triches si concentra sui dettagli e sulle sfumature indispensabili tanto nell’arte quanto nell’indagine. Il romanzo ripercorre e tappe, le esperienze e le emozioni dei personaggi. Chantal, Sara e Napoli diventano i tre punti di vista, le tre voci di un racconto che investiga gli ambienti e anche gli animi degli artisti. Morte, crimine e arte sembrano indissolubili e uccidere e regola d’arte può anche essere inteso come il modo dell’arte di rappresentare la morte. Romanzo fortemente psicologico e introspettivo, dalla struttura classica, mette in discussione anche il concetto di colpevolezza e di apparenza e oserei dire del doppio che ricorre tanto nei personaggi maschili quanto in Sara e Chantal.
Se per una la morte di Michele era stata un lutto per l’altra era stata la perdita di un intero universo, sarà Napoli, la terza protagonista del giallo, a fornire la via d’uscita perché in quella città, più che in qualsiasi altro posto al mondo, il caos permette al singolo evento di avere una precisa ragione d’essere.
Incipit : Doveva essermi successo qualcosa di grave, ma non avrei mai immaginato quanto. Uno muore quando il cuore cessa di battere e il respiro se ne va. E’ quel che pensavo, come tutti del resto. Invece ci siamo sempre sbagliati.”
Titolo Omicidio a regola d’arte
Autore Letizia Triches
Editore Newton Compton editori
Prezzo euro 9,90
Protagonista della nuova serialità della scrittrice Letizia Triches l’abbiamo conosciuta nel romanzo d’esordio “Omicidio a villa Fedora” ma già era apparsa tra le pagine della quinta indagine del restauratore detective Giuliano Neri “I delitti della laguna” e adesso torna in libreria nel prequel “Omicidio a regola d’arte” rigenerato da “Verde napoletano” primo giallo di Triches con protagoniste due donne.
Il passato di Chantal pressa per essere raccontato di nuovo, anche se in una veste diversa. Sono stata felice di accontentarla, così nella nota introduttiva l’autrice in poche righe racconta come una storia viaggia nel tempo e alcune sanno aspettare più di altre, come sanno fare certi personaggi che restano ben radicati nella mente di chi scrive.
Vedova, vicina ai cinquanta, il lavoro la tiene in vita e gliela fa ancora amare dopo la scomparsa del marito Giovanni, che nella sua mente e nel suo cuore esiste ancora. Sul mistero della morte di Giovanni Aiello e su quella del pittore Michele Mosti con la giovane amante, ruota la trama di Omicidio a regola d’arte, un giallo-confessione che Triches racconta concentrandosi sulla psicologia di tutti i personaggi.
Chantal nata a Sant’Angelo d’Ischia e trasferita a Napoli scopre il mondo dell’arte con il marito, pittore di talento ma poco sponsorizzato e i colori entrano nella sua vita chiaro-scuri compresi. Chantal è una donna affascinante che non rinuncia alla sua femminilità e non entra in competizione con i colleghi maschi ma sa farsi apprezzare e valere ragiono sui fatti, intreccio il passato con il presente, mi lascio sfiancare dalle emozioni forti, che nutrono i sogni della notte e le illusioni del giorno, il suo è un modo per sfogare la rabbia dettata dal dolore per la perdita affettiva. Il ricordo del marito fa vibrare ancora le corde del suo cuore e lo avvicinano a quello di Sara Steno, psichiatra romana e vedova di Mosti.
Del caso della brutale morte di Mosti si occupa Chantal contestualmente alla ricerca della risposta all’incomprensibile morte del marito. La commissaria deve trovare uno dei tanti tasselli mancanti nel mosaico della vita e Giovanni Aiello e Chantal, Michele Mosti e Sara entrano nel vortice narrativo-investigativo dei ricordi, dei loro primi incontri, del matrimonio della pericolosa giostra dell’arte con galleristi, collezionisti, modelli della metà degli anni Ottanta.
Triches si concentra sui dettagli e sulle sfumature indispensabili tanto nell’arte quanto nell’indagine. Il romanzo ripercorre e tappe, le esperienze e le emozioni dei personaggi. Chantal, Sara e Napoli diventano i tre punti di vista, le tre voci di un racconto che investiga gli ambienti e anche gli animi degli artisti. Morte, crimine e arte sembrano indissolubili e uccidere e regola d’arte può anche essere inteso come il modo dell’arte di rappresentare la morte. Romanzo fortemente psicologico e introspettivo, dalla struttura classica, mette in discussione anche il concetto di colpevolezza e di apparenza e oserei dire del doppio che ricorre tanto nei personaggi maschili quanto in Sara e Chantal.
Se per una la morte di Michele era stata un lutto per l’altra era stata la perdita di un intero universo, sarà Napoli, la terza protagonista del giallo, a fornire la via d’uscita perché in quella città, più che in qualsiasi altro posto al mondo, il caos permette al singolo evento di avere una precisa ragione d’essere.
Incipit : Doveva essermi successo qualcosa di grave, ma non avrei mai immaginato quanto. Uno muore quando il cuore cessa di battere e il respiro se ne va. E’ quel che pensavo, come tutti del resto. Invece ci siamo sempre sbagliati.”
Titolo Omicidio a regola d’arte
Autore Letizia Triches
Editore Newton Compton editori
Prezzo euro 9,90