“NELLA MUSICA DEL VENTO” LA PURA AVVENTURA DI MARCO STEINER
GLI SCENARI MOZZAFIATO DELLA PAMPA ARGENTINA DOVE PUOI TROVARE IL PARADISO E LE PORTE DELL’INFERNO
di Cristina Marra
03/06/2021
Letto e recensito
Reggio Calabria. E’ la strada contorta di un bastardo, un assassino braccato dai fucili e dai rimorsi che arriva fino al termine del mondo, al sud della Patagonia, dove la pampa ti accompagna, assorbe i ricordi, le fantasie, i mostri e li lascia liberi di andare, è la storia di Morgan Jones nato a bordo di una nave in mezzo all’Atlantico nel 1887 e subito rimasto orfano di entrambi i genitori e arrivato da fagotto che continuava a frignare nella pampa grigia.
Il nuovo romanzo di Marco Steiner “Nella musica del vento” è un lungo e insidioso viaggio per terra e per mare di un personaggio bastardo che per sopravvivere si affida all’istinto come fanno gli animali, con la sola compagnia del vento che ululava e si portava via tutto, pioggia, polvere, pensieri e l’inutilità del tempo.
Steiner abbandona le storie di corto Maltese protagonista dei romanzi “Il corvo di pietra” e “Oltremare” e costruisce un percorso narrativo che mescola avventura e conoscenza, denuncia e misteri, approdi e ripartenze e che come una leggera folata di vento omaggia anche la narrativa del genere avventuroso della grande letteratura ed esprime il senso della vita, della memoria, il mutare e il divenire dell’uomo all’interno dell’universo naturale.
Come ne “La Tempesta “ di Shakespeare, in un certo senso anche in questa storia per l’oscuro Morgan niente di lui è destinato a svanire ma a subire un mutamento dal mare, in qualche cosa di ricco e di strano. Morgan è un personaggio che muta, cambia pelle ma resta sempre lo stesso serpente, diventa Barbaroja, un bandito invaso dal male e l’indifferenza si insinuò nel midollo, nelle mani, nelle unghie, sotto la pelle, penetrò negli occhi che diventarono vacui.
Solo ma senza sentire la solitudine, Morgan e il suo cavallo Asaw diventano due ribelli che hanno bisogno di vuoto intorno per non morire soffocati”. Steiner incanta il lettore, crea suggestioni e visioni in un altalenarsi di morte e rinascita come una marea, esperienze e memorie ritornavano e il viaggio di Morgan in Argentina e fino alla Terra del Fuoco diventa una continua ripartenza perché quando non si ha più niente, non si ha più niente da perder”.
Spietato cacciatore di indios e poi mandriano triste Morgan incontra nel bordello di Bariloche una donna frantumata come lui, Maria Leibowitz, e il suo sguardo perso butta addosso alla donna una secchiata di gelo che aveva risvegliato tutto ciò che cercava di dimenticare. Insieme intraprendono un viaggio per mare spinti da una promessa e da un incarico e Steiner interseca le due vite, le intreccia e le annoda lasciando loro la possibilità di slegarsi in qualsiasi momento, di sentirsi liberi.
La strage degli indios da parte dei latifondisti, la tratta delle giovani donne polacche gestita da organizzazioni criminali incontrano le scorribande di Buch tra antiche promesse e legami di amicizia e appartenenza.
Per Morgan e Maria cambia tutto anche il loro modo di guardare il mare e il senso di quel viaggio insieme a Aurelio, tranne i loro silenzi e condividere il silenzio è una forma d’amore . Con una scrittura dell’anima che si infiltra tra le vene e fa luce tra i pensieri più neri, Steiner mette in piedi una storia di rinascite e risvegli, di poesia e di amore, di personaggi in frantumi come i resti delle conchiglie o i frammenti del legno sbattuti dal mare che hanno la forza di non mollare e continuare a vivere. Un romanzo sorprendente e pieno che ci lascia trasportare dal vento come vele spiegate e che in copertina mette insieme la china di Hugo Pratt all’acquarello di Nicola Magrin.
Incipit: In fondo alla Terra del Fuoco c’è una striscia di sassi, distese di arbusti piegati dal vento, desolazione e scogliere scure e schiaffeggiate dal mare. Si chiama Penisola Mitre, laggiù ho trovato la porta dell’inferno.
Titolo Nella musica del vento
Autore Marco Steiner
Editore Salani
Prezzo euro 16,90
Il nuovo romanzo di Marco Steiner “Nella musica del vento” è un lungo e insidioso viaggio per terra e per mare di un personaggio bastardo che per sopravvivere si affida all’istinto come fanno gli animali, con la sola compagnia del vento che ululava e si portava via tutto, pioggia, polvere, pensieri e l’inutilità del tempo.
Steiner abbandona le storie di corto Maltese protagonista dei romanzi “Il corvo di pietra” e “Oltremare” e costruisce un percorso narrativo che mescola avventura e conoscenza, denuncia e misteri, approdi e ripartenze e che come una leggera folata di vento omaggia anche la narrativa del genere avventuroso della grande letteratura ed esprime il senso della vita, della memoria, il mutare e il divenire dell’uomo all’interno dell’universo naturale.
Come ne “La Tempesta “ di Shakespeare, in un certo senso anche in questa storia per l’oscuro Morgan niente di lui è destinato a svanire ma a subire un mutamento dal mare, in qualche cosa di ricco e di strano. Morgan è un personaggio che muta, cambia pelle ma resta sempre lo stesso serpente, diventa Barbaroja, un bandito invaso dal male e l’indifferenza si insinuò nel midollo, nelle mani, nelle unghie, sotto la pelle, penetrò negli occhi che diventarono vacui.
Solo ma senza sentire la solitudine, Morgan e il suo cavallo Asaw diventano due ribelli che hanno bisogno di vuoto intorno per non morire soffocati”. Steiner incanta il lettore, crea suggestioni e visioni in un altalenarsi di morte e rinascita come una marea, esperienze e memorie ritornavano e il viaggio di Morgan in Argentina e fino alla Terra del Fuoco diventa una continua ripartenza perché quando non si ha più niente, non si ha più niente da perder”.
Spietato cacciatore di indios e poi mandriano triste Morgan incontra nel bordello di Bariloche una donna frantumata come lui, Maria Leibowitz, e il suo sguardo perso butta addosso alla donna una secchiata di gelo che aveva risvegliato tutto ciò che cercava di dimenticare. Insieme intraprendono un viaggio per mare spinti da una promessa e da un incarico e Steiner interseca le due vite, le intreccia e le annoda lasciando loro la possibilità di slegarsi in qualsiasi momento, di sentirsi liberi.
La strage degli indios da parte dei latifondisti, la tratta delle giovani donne polacche gestita da organizzazioni criminali incontrano le scorribande di Buch tra antiche promesse e legami di amicizia e appartenenza.
Per Morgan e Maria cambia tutto anche il loro modo di guardare il mare e il senso di quel viaggio insieme a Aurelio, tranne i loro silenzi e condividere il silenzio è una forma d’amore . Con una scrittura dell’anima che si infiltra tra le vene e fa luce tra i pensieri più neri, Steiner mette in piedi una storia di rinascite e risvegli, di poesia e di amore, di personaggi in frantumi come i resti delle conchiglie o i frammenti del legno sbattuti dal mare che hanno la forza di non mollare e continuare a vivere. Un romanzo sorprendente e pieno che ci lascia trasportare dal vento come vele spiegate e che in copertina mette insieme la china di Hugo Pratt all’acquarello di Nicola Magrin.
Incipit: In fondo alla Terra del Fuoco c’è una striscia di sassi, distese di arbusti piegati dal vento, desolazione e scogliere scure e schiaffeggiate dal mare. Si chiama Penisola Mitre, laggiù ho trovato la porta dell’inferno.
Titolo Nella musica del vento
Autore Marco Steiner
Editore Salani
Prezzo euro 16,90