LEONARDO PICCIONE- "IL LIBRO DEI VULCANI D'ISLANDA- STORIE DI UOMINI,FUOCO E CADUCITÀ"
VIAGGIO AI CONFINI DELLA TERRA DOVE "LE ORE POSSONO ESSERE TOCCATE E I GIORNI ANNUSATI".
di Cristina Marra
02/05/2019
Letto e recensito
Reggio Calabria. Il semplice gusto di raccontare spinge Leonardo Piccione a scrivere "Il libro dei vulcani, Storie di uomini, fuoco e caducità" edito da Iperborea.
Raccontare è un bisogno molto islandese, in un luogo in continua evoluzione geologica, la creatività è di casa e secondo una statistica un cittadino su dieci pubblica almeno un libro nel corso della sua vita.
Anche per Piccione, barese, in un territorio ballerino che erutta lava e vapore in cui "la stessa sopravvivenza della razza umana costituisce per alcuni studiosi un mistero", raccontare vuol dire andare avanti, resistere e sopravvivere. In questo luogo che è un "tentativo di convivenza forzata" gli uomini restano e ascoltano i vulcani che abitano l'isola da molto piu' tempo di loro e qui l'autore si sente in un certo senso a casa e ha voglia di condividere storie ascoltate dall'amico e guida Arnòr o sentite e studiate, storie legate al territorio con l'intento di "restituire con le parole un poco della vitalità che impregna l'aria islandese quasi quanto lo zolfo, e che richiama e contagia".
Il libro è dedicato a 47 vulcani "signori di una guerra imprescindibile, combattuta sopra e sotto la terra abitata dal popolo piu' pacifico del mondo", con una scheda sul significato del nome, altitudine, tipo, rischi e ultima eruzione.Nelle storie abbinate a vulcani e luoghi leggiamo quella dello scrittore William Morris, autore di "Il paradiso terrestre" e ispiratore di Tolkien e Lewis e il suo viaggio intimo in Islanda, una passione che "l'aveva aiutato a recuperare fiducia nell'umanità, nell'indomita opposizione della civiltà islandese alla povertà e alle intemperanze della natura, aveva intravisto i germogli di un grande cambiamento globale, il cui sogno l'avrebbe trasformato in uno dei padri del socialismo britannico"; o ancora la catena del Dyrfioll col ricordo di Kjarval, il piu' grande pittore islandese del '900 che evocava lo spirito dei luogho non la loro apparenza" e tutte le estati dipingeva vicino a un'umile capanna accanto al fiume, rappresentando l'idea del vulcano e trasformando il particolare in generale; o anche la spedizione di due preti in una valle per raggiungere il monte temuto dai fedeli e considerato terra di briganti, stregoni, spiriti malvagi e che invece si rivelò luogo pacifico e convinse gli abitanti a non provarne piu' timore e a chiamarlo "Cima dei preti".
Sono racconti, ricordi, cronache di viaggiatori, colonizzatori, esploratori, avventurieri e artisti impregnati dei sapori e delle atmosfere dell'isola. Intorno ai trenta diversi sistemi vulcanici attivi di varie tipologie, ruotano e si muovono uomini, sogni, progetti in un continuo moto evolutivo. Il libro che fa viaggiare la mente e il cuore e non trascura le citazioni di autori da Verne a Auden a Goethe, fa "ammalare" d'Islanda e infettare della stessa "Malattia" di Arnòr che sull'isola ci torna ogni anno a metà marzo a pescare e a "farsi una dose d'Islanda", un luogo che "educa al rinvio e al cambio di programma, sbatte in faccia ai suoi abitanti la materialità della variabile del tempo. Qui le ore possono essere toccate, i giorni annusati".
Incipit:" L'Islanda è una malattia,mi avvertì Arnòr picchiettandosi una tempia con l'indice sinistro. Era un uomo di numerosi centimetri e ancora più chili, una schiera disordinata di peli a ornare la palla bitorzoluta che era la sua testa."
Titolo: Il libro dei vulcani d'Islanda
Autore: Leonardo Piccione
Editore: Iperborea
Prezzo euro 19,50
Raccontare è un bisogno molto islandese, in un luogo in continua evoluzione geologica, la creatività è di casa e secondo una statistica un cittadino su dieci pubblica almeno un libro nel corso della sua vita.
Anche per Piccione, barese, in un territorio ballerino che erutta lava e vapore in cui "la stessa sopravvivenza della razza umana costituisce per alcuni studiosi un mistero", raccontare vuol dire andare avanti, resistere e sopravvivere. In questo luogo che è un "tentativo di convivenza forzata" gli uomini restano e ascoltano i vulcani che abitano l'isola da molto piu' tempo di loro e qui l'autore si sente in un certo senso a casa e ha voglia di condividere storie ascoltate dall'amico e guida Arnòr o sentite e studiate, storie legate al territorio con l'intento di "restituire con le parole un poco della vitalità che impregna l'aria islandese quasi quanto lo zolfo, e che richiama e contagia".
Il libro è dedicato a 47 vulcani "signori di una guerra imprescindibile, combattuta sopra e sotto la terra abitata dal popolo piu' pacifico del mondo", con una scheda sul significato del nome, altitudine, tipo, rischi e ultima eruzione.Nelle storie abbinate a vulcani e luoghi leggiamo quella dello scrittore William Morris, autore di "Il paradiso terrestre" e ispiratore di Tolkien e Lewis e il suo viaggio intimo in Islanda, una passione che "l'aveva aiutato a recuperare fiducia nell'umanità, nell'indomita opposizione della civiltà islandese alla povertà e alle intemperanze della natura, aveva intravisto i germogli di un grande cambiamento globale, il cui sogno l'avrebbe trasformato in uno dei padri del socialismo britannico"; o ancora la catena del Dyrfioll col ricordo di Kjarval, il piu' grande pittore islandese del '900 che evocava lo spirito dei luogho non la loro apparenza" e tutte le estati dipingeva vicino a un'umile capanna accanto al fiume, rappresentando l'idea del vulcano e trasformando il particolare in generale; o anche la spedizione di due preti in una valle per raggiungere il monte temuto dai fedeli e considerato terra di briganti, stregoni, spiriti malvagi e che invece si rivelò luogo pacifico e convinse gli abitanti a non provarne piu' timore e a chiamarlo "Cima dei preti".
Sono racconti, ricordi, cronache di viaggiatori, colonizzatori, esploratori, avventurieri e artisti impregnati dei sapori e delle atmosfere dell'isola. Intorno ai trenta diversi sistemi vulcanici attivi di varie tipologie, ruotano e si muovono uomini, sogni, progetti in un continuo moto evolutivo. Il libro che fa viaggiare la mente e il cuore e non trascura le citazioni di autori da Verne a Auden a Goethe, fa "ammalare" d'Islanda e infettare della stessa "Malattia" di Arnòr che sull'isola ci torna ogni anno a metà marzo a pescare e a "farsi una dose d'Islanda", un luogo che "educa al rinvio e al cambio di programma, sbatte in faccia ai suoi abitanti la materialità della variabile del tempo. Qui le ore possono essere toccate, i giorni annusati".
Incipit:" L'Islanda è una malattia,mi avvertì Arnòr picchiettandosi una tempia con l'indice sinistro. Era un uomo di numerosi centimetri e ancora più chili, una schiera disordinata di peli a ornare la palla bitorzoluta che era la sua testa."
Titolo: Il libro dei vulcani d'Islanda
Autore: Leonardo Piccione
Editore: Iperborea
Prezzo euro 19,50