LA FATTORIA DEL COUP DE VAGUE DEL MAESTRO GEORGES SIMENON

BASTA UN COUP DE VAGUE (UN COLPO D’ONDA) PER ALTERARE I FRAGILI EQUILIBRI DELLA FATTORIA DELLE OSTRICHE…

di Cristina Marra 22/02/2021
Letto e recensito
SIMENONReggio Calabria. Era come andare nei campi, con la differenza che si trattava di campi di ostriche da una parte  di cozze dall’altra, i carretti di ogni vivaio si riempiono piano piano di mitili per lasciare di lì a poche ore il ritorno della distesa uniforme dell’oceano.

La ritualità quotidiana strettamente connessa al flusso della marea è condivisa da una piccola comunità di mitilicoltori ed è qui che Georges Simenon ambienta La fattoria del coup de vague, romanzo apparso in volume nel 1939 e precedentemente a puntate sul settimanale Marianne  e ora in libreria edito da Adelphi e tradotto da Simona Mambrini.

Tra i coltivatori c’è Jean, giovane di bell’aspetto che lavora nella fattoria con le zie Hortense e Emilie. Come zia Hortense anche lei era sempre vestita di nero e come lei non perdeva mai la calma e la dignità che le rendevano diverse dagli altri, rispettate ma anche un po' temute dai loro vicini, le due sorelle sono costantemente accanto al nipote e ne condizionano scelte e decisioni.

Dalla sveglia, alla colazione all’arrivo nel campo la vita dei tre familiari scorre scandita da gesti semplici e ripetitivi e dall’incontro sfuggente con gli altri allevatori o compratori. Con un coup de vague (colpo d’onda) quella calma e quella serenità apparenti mutano, e i rapporti tra i personaggi affiorano sulla sabbia appena la marea scende come i mitili. Sono rapporti avvelenati da rancori, segreti, gelosie e ricatti che Simenon cattura come nessun altro scrittore sa fare.

Quando un lembo di cielo pallido e i carretti in fila indiana sulla sabbia e le rocce, il freddo, il mare che si ritirava, da qualche parte il fazzoletto rosso di Marthe sembra sventolare in cerca di aiuto. Lei, la bella ragazza che raccoglieva ostriche ed era l’unica a mettersi in testa un fasciù scarlatto che spiccava da lontano è in attesa di un figlio da Jean.

Ecco arrivare l’elemento destabilizzante e la casa dove in ogni stanza regnava un ordine perfetto, i raggi del sole al tramonto che entravano quasi orizzontali dalle finestre, cambiano volto. Jean avrebbe preferito la pioggia o un cielo grigio invece di quel tripudio di luce  che da giorni inondava il paesaggio, perché la decisione delle zie in merito alla soluzione per sbarazzarsi dell’impegno con la ragazza lo turba.

Un altro imprevisto rimescola le carte e il matrimonio è imminente. A ventott’anni Jean, ragazzone spensierato che non si curava del futuro e tantomeno del passato, si rende conto che niente è definitivo, immutabile e nessuno può fermarsi un istante o sottrarsi alla corrente che lo trascina via. Simenon attraverso Jean e Marthe e il loro matrimonio difficile per la malattia della moglie, fa salire a galla tutti gli elementi ostili e spiacevoli che risiedono in un microcosmo troppo stretto dalle apparenze e Jean nutre dubbi e scopre inganni celati all’interno del suo piccolo nucleo familiare. Anche il paesaggio, che subisce il ritmo delle maree ispira paura e l’atmosfera di disagio e incertezza aumenta.

La fiducia si trasforma in sospetto e tutto cambia per tornare uguale e ritmico come il ritmo delle maree.


Incipit  Non aveva il minimo presentimento. Se al risveglio, mentre guardava dalla finestra il cielo ancora imbrattato dai residui della notte, gli avessero detto che quel giorno lo attendeva un evento decisivo, probabilmente, ingenuo com’era, ci avrebbe creduto.

Titolo La fattoria del coup de vague
Autore Georges Simenon
Traduzione di Simona Mambrini
Editore Adelphi
Prezzo euro 18,00
 

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