JOEL DICKER- “LA TIGRE”, IL MALE SIAMO NOI

UN RACCONTO CARICO DI ADRENALINA E SUSPENSE EDITO DALLA NAVE DI TESEO.

di Cristina Marra 23/10/2019
Recensione
la tigre cristina marraReggio Calabria. Ci ha abituati a romanzi di oltre seicento pagine in cui le storie tra thriller, noir e misteri fluiscono come un fiume in piena carico di adrenalina e suspense.

Con “La tigre”, in poco piu’ di cinquanta pagine, l’autore svizzero Joel Dicker si conferma un maestro della narrazione dell’animo umano e delle sue sfaccettature piu’ nere, oscure e crudeli. La narrazione di Dicker, illustrata dall’artista spagnolo David de las Heras, racconta una storia avventurosa che ha il sapore della sfida, della lotta contro la violenza e chi la perpetra, contro il male che qui ha le fattezze di una tigre tanto enorme quanto feroce. “La tigre” è un racconto duro, che cela nella ricerca e nella caccia di un grosso esemplare di tigre, il male che affligge gli esseri umani che non si accorgono della crudeltà che li permea e cercano altrove un colpevole per poi scoprirlo in se stessi.

E’ un agosto afoso quello del 1903 a San Pietroburgo e la notizia degli attacchi di una tigre killer in Siberia terrorizza il popolo e preoccupa lo zar. Un intero villaggio siberiano, Tibiè, è stato spazzato via dalla furia del grosso felino che al suo passaggio aveva sgozzato e ucciso esseri umani e animali. Che razza di belva doveva essere per sbriciolare case e uccidere solo per il gusto di farlo?

Due monaci testimoniano di aver visto la responsabile del massacro “con il pelo ancora macchiato di sangue”, da allora il predatore continua a colpire e si teme il suo arrivo fino a San Pietroburgo ma lo zar teme che l’esodo della popolazione rurale della Siberia possa intralciare il suo piano di rilancio della regione e mette una taglia sulla tigre. Ian Levovic, un giovane di modesta famiglia, figlio di un falegname, dalla stazza possente e dal carattere intrepido, decide di aderire alla caccia perché “quel decreto imperiale gli offriva l’insperata opportunità di diventare ricco e famoso, e di superare il profondo fossato che lo separava dai fasti dell’alta società russa”.

L’ambizione di elevarsi socialmente piu’ che la volontà di liberare il paese da una minaccia, spinge Ian in un’impresa che si rivelerà piu’ difficile e impegnativa delle aspettative e il giovane si ritroverà a misurarsi con se stesso non solo in prove di forza e di sopravvivenza in situazioni rischiose e disagevoli ma a fare i conti con le avidità, le meschinità, le opportunità e il cinismo che scoprirà fare parte della sua natura.

Chi e cosa rappresenta per lui quel grande e fiero felino? Riuscirà a fronteggiarlo alla pari o coverà ancora il suo forte senso di inferiorità? Dicker racconta in modo asciutto e secco una caccia contro il male e fa emergere il confronto tra la tigre e il giovane uomo in un gioco psicologico di forza e debolezza, derisione e presunzione, cattiveria e opportunismo. Ne nasce una sfida che svela il lato piu’ insidioso e subdolo  dell’uomo a cui non resta che vedere nella tigre l’altro volto di sé.

Incipit “ La notizia aveva attraversato San Pietroburgo, la capitale, come una fiammata di polvere da sparo. In quell’afoso agosto del 1903 non si parlava d’altro, sia nei saloni ovattati degli aristocratici sia nelle catapecchie piu’ misere, rabbrividendo piacevolmente al sicuro tra le mura cittadine”

Titolo La Tigre
Autore Joel Dicker
Illustratore  David de las Heras
Editore La nave di Teseo
Euro 12,00
 

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