INTERVISTA CON GIAMPIERO MASSANO TRADUTTORE E SOMMELIER

CON “NAGORI”, LA NOSTALGIA DI UN TEMPO CHE FUGGE VIA

di Cristina Marra 15/04/2022
Le interviste di Cristina
NAGORI CRISTINAReggio Calabria. Il suo nome è legato alla scrittrice giapponese Ryoko Sekiguchi per la sua traduzione di Nagori, edito da Einaudi, un libro intriso di nostalgia per ciò che lasciamo o che ci lascia, per la stagione passata e tutto quello che si porta con sé. Giampiero Massano, appassionato di enogastronomia e sommelier, è traduttore, ha tenuto un seminario sulla traduzione di Nagori all’Università di Roma Tre ed entra nella scrittura di Ryoko Sekiguchi sin dalla sua tesi di laurea. Nagori, vincitore di premi e prestigiosi riconoscimenti, è un piccolo-grande libro, prezioso per i suoi insegnamenti, in cui attaccamento, nostalgia e temporalità si mescolano. Massano con la sua traduzione ci propone la scrittura dell’autrice in tutta la sua freschezza simile ai cibi di cui racconta.    
 
Giampiero, sei sommelier e ti occupi di traduzioni come concili le due attività? Quanto hanno in comune enogastronomia e letteratura?
 
Sono sommelier ma non lavoro come sommelier. Ho fatto il corso diversi anni fa perché il mondo del vino mi ha sempre affascinato. Penso che ci siano tante analogie tra la degustazione di un bicchiere di vino e la traduzione: in entrambi i casi si cerca di decodificare qualcosa di strutturato e capirlo, per poi magari metterlo in parole. Sia il cibo che il vino raccontano una storia, e sta a noi leggerla e farla nostra, proprio come facciamo con i libri.
 
Nagori fa parte del tuo percorso professionale sin dalla tua laurea?
 
Dici molto bene. Ormai credo cinque anni fa mi è stata presentata Ryoko come una «cuoca scrittrice», il che ha ovviamente suscitato in me molta curiosità e interesse. Abbiamo iniziato a seguirci sui social e a fine 2018 mi trovavo in una libreria del Marais a Parigi e su uno scaffale ho visto Nagori, quindi l’ho preso e l’ho letto in un pomeriggio, mi ha colpito da subito e le ho scritto. All’epoca ero iscritto a un corso di laurea magistrale in “editoria e scrittura” alla Sapienza e ho scelto di fare la tesi sulla traduzione di Nagori. Dopo aver discusso la tesi, nell’estate 2021, ho mandato la proposta a diversi editori ed Einaudi l’ha accolta.nagori
 
Consideri Nagori un po' un tuo portafortuna?
 
Beh, un pochino sì. È stato il mio primo progetto editoriale, è passato dall’essere un semplice progetto universitario  al diventare un libro vero. Ci ho creduto tanto e l’ho portato avanti e, da quello che posso vedere, sta avendo tanti riscontri positivi. Ne sono molto orgoglioso.
 
Che particolarità hai riscontrato nella scrittura di Ryoko Sekiguchi?  
 
I libri di Ryoko Sekiguchi sono caratterizzati dalla leggerezza, sono quasi impalpabili. Traspare il suo gusto per il transitorio, specialmente in Nagori in cui a fare da grande protagonista è la traccia di una cosa che non c’è più, la presenza di una mancanza. Riesce attraverso parole semplici a  costruire un mondo da esplorare attraverso la vista il gusto e l’olfatto. Pensando a Nagori mi viene  spesso in mente un origami: una cosa all’apparenza semplice, che però nasconde una struttura molto complessa.
 
La letteratura giapponese ha conquistato i lettori italiani, qual è secondo te il segreto di questo successo?
 
Sicuramente la letteratura giapponese sta conoscendo un momento di grandissima fortuna. Vengono pubblicati tantissimi libri e, a quanto vedo, piacciono sempre. Io per primo sopratutto da adolescente leggevo molti libri di autori giapponesi, prima fra tutti Banana Yoshimoto, a cui mi sono avvicinato alle scuole medie con Tsugumi. Credo che il punto forte degli scrittori giapponesi sia  l’attenzione per il dettaglio, il modo in cui riescono a cogliere le più piccole sfumature di ciò che ci circonda e riuscire a trasmetterle agli altri, e penso che sia una sorta riflesso della lingua giapponese.
 
Traduttore e sommelier ma anche lettore? chi sono i tuoi autori preferiti
 
Direi di sì, ma con i miei tempi. Sono abbastanza discontinuo. Mi piace molto leggere, ma non sono propriamente un bookworm. Leggo principalmente narrativa, francese e ultimamente ho riscoperto quella giapponese. Tra gli autori che preferisco citerei: Akira Mizubayashi, Alain Guiraudie, Annie Ernaux, Banana Yoshimoto, Virginie Despentes, Yoko Ogawa, Yukio Mishima e ovviamente, Ryoko Sekiguchi.
 

Articoli LETTERATURA

Contattaci