INTERVISTA A MARIO BELSITO AUTORE DI “SULLE ORME DEI VERI EROI”

PER NON DIMENTICARE COLORO CHE NELLA LOTTA ALLA MAFIA HANNO SACRIFICATO LA LORO VITA

di Cristina Marra 03/02/2023
Le interviste di Cristina
mario belsitoReggio Calabria. Quello che dopo anni di intensa attività è diventato il “nostro” Mario nazionale, è per molti giovani, e non solo, punto di riferimento ed esempio d’impegno civile, profuso in ogni dove in maniera umile, generosa e profonda, queste sentite e partecipate parole sceglie Piera Aiello nella sua post fazione di “Sulle orme dei veri eroi” (iod Edizioni) per raccontare l’impegno instancabile e la dedizione totale all’antimafia sociale del suo autore Mario Belsito.

Con la Calabria nel sangue, Belsito si trasferisce in Lombardia e a Brescia  contestualmente alla sua attività di docente, progetta e realizza sogni e manifestazioni in nome di coloro che nella lotta alla mafia hanno perso la vita ma non la battaglia, perché il loro ricordo, che si trasforma in azione concreta, continua la loro missione. Peppino Impastato, Rita Atria, Lea Garofalo, solo per citarne alcuni, sono per Belsito amici per sempre, personaggi eroici che lo accompagnano nei suoi viaggi in lungo e largo per l’Italia per parlare di loro e a loro nome.

Tutto questo bagaglio umano di ricordi e momenti cari all’autore, unito al suo percorso di crescita personale e professionale si trasforma in ventuno capitoli del libro “Sulle orme dei veri eroi” corredato di foto e dei contributi di Piera Aiello e Salvatore Borsellino. Un libro rivolto alle nuove generazioni, scritto con la passione di un meridionale fiero e orgoglioso e con la sensibilità di un insegnante che sa entrare, con la leggerezza di una carezza, nei cuori dei suoi studenti.mario belsito
 
Mario, per te l’antimafia sociale è fatta di incontri con i giovani, di coinvolgimento  emotivo e di aggregazione e disponibilità di tante personalità del mondo civile che ti supportano. Quando nasce il tuo interesse verso l'antimafia sociale?

Non c'è un momento preciso in cui nasce il mio interesse verso il mondo dell'antimafia sociale. Se proprio devo indicare un momento nel quale mi sono sentito esageratamente coinvolto direi la prima volta che ho visto i "Cento passi ". La figura di Peppino mi ha da subito scatenato una voglia irrefrenabile di interessarmi del fenomeno sociale  chiamato mafia e di combatterla con ogni mezzo lecito possibile.

Hai organizzato tante iniziative e fatto conoscere numerose realtà che operano in questo settore anche il mondo della scuola fa parte della tua sfera professionale. Come ti muovi in questo ambito e cosa fai concretamente per avvicinare i giovani alla conoscenza di figure simbolo dell'antimafia?

La scuola è il mio elemento, ho trovato naturale coinvolgere tantissimi studenti che sono la vera forza e la vera speranza per costruire un mondo migliore. Lavoro soprattutto cercando di offrire loro testimonianze autorevoli che aiutano a crescere e a dare speranza laddove purtroppo gli adulti risultano poco attivi e colpevolmente inermi di fronte ad un fenomeno che nel disinteresse di tanti sta impadronendosi sempre di più in ogni dove del tessuto produttivo e dell'economia Italiana.

Sei definito "operaio dell'antimafia" quando hai capito che era giunto il momento di scrivere un libro?

In mezzo a tanti pseudo "antimafiosi della domenica"  come amo definirli che appaiono pomposi e leonini soprattutto quando sono dietro ad un computer seduti nel loro comodo salotto mi sembrava doveroso specificare che ci sono persone che in maniera naturale e disinteressata operano con umiltà e spirto di sacrificio dando un modesto contributo ad una nobile causa in cui credono fortemente.

mario belsitoCon Sulle orme dei veri eroi ricordi le tue esperienze e tante figure di vittime della mafia. Impastato e Atria sono quelle che porti nel cuore?

Peppino Impastato, Rita Atria, Lea Garofalo sono cresciuti a pane e mafia. Chi come loro lotta e muore per lasciarci un mondo migliore merita di essere degnamente commemorato.  Non esiste una classifica di chi è più meritevole della nostra considerazione o del nostro rispetto tra le vittime di mafia, i sopravvissuti od i testimoni di giustizia, tuttavia va considerato che combattere la mafia avendola in casa è mille volte più difficile,

Dai resti della Quarto Savona 15 alle manifestazioni per ricordare le stragi, alla casa-museo di Impastato, quanto è importante parlare, ricordare e soprattutto informare e coinvolgere i giovani per lottare contro la mafia?

Il mio libro si pone come obiettivo di risultare un valido strumento per lo sviluppo dell'educazione civica. Questa nuova disciplina pluridisciplinare è stata affidata ad insegnanti che a loro volta hanno bisogno di documentarsi su figure la cui storia è conosciuta solo in maniera superficiale. La strada è lunga ma il coinvolgimento dei tanti colleghi che hanno scelto di adottare il mio libro ritenendolo un valido strumento dal quale attingere fonti di sapere sulle stragi del 1992 o sulle tante storie di eroi vittime di mafia mi conforta moltissimo perchè solo grazie a docenti sensibili al tema si riuscirà a conservare la memoria di chi merita di rimanere immortale.

Calabria e Lombardia sono le tue regioni di appartenenza, quanto sei legato a entrambe e quanto fai in questi territori?

La mia storia nasce in Calabria dove  conservo affetti ed origini ai quali sono molto legato. Brescia in particolare e la Lombardia in generale mi hanno formato come uomo e come docente dandomi quello che la mia Calabria mi ha purtroppo negato. Anche in questo caso non posso e non voglio fare una classifica, amo Brescia  che non credo lascerò mai e torno molto spesso e molto volentieri in Calabria che è e sarà sempre casa mia.
 

Articoli LETTERATURA

Contattaci