“IL LIBRO SEGRETO DI JULES VERNE”, INTERVISTA AGLI AUTORI LUCA CROVI E PEPPO BIANCHESSI

STRAORDINARIO VIAGGIO TRA GLI AUTORI DELLA NARRATIVA MONDIALE, IN UN CALEIDOSCOPIO DI PERSONAGGI E VICENDE.

di Cristina Marra 07/04/2021
Le interviste di Cristina
VERNE CROVI Reggio Calabria. Sono due illustrissimi professori  li troviamo anche disegnati nel retro copertina insieme ai volti degli autori protagonisti del loro libro, uno è un esperto bibliocriminologo  e investigatore di misteri letterari, l’altro è un artista multiversatile esperto cacciatore  di creature immaginarie, sono Luca Crovi e Peppo Bianchessi e insieme hanno scritto e illustrato un libro tanto misterioso quanto letterario destinato a un pubblico di lettori senza età, Il libro segreto di Jules Vernes edito da Solferino.

Un libro che racconta storie di altri libri e quanto un libro può essere colpevole di aver istigato alla scrittura. In uno strepitoso gioco letterario, un puzzle, un cluedo, in cui il colpevole di carta viene passato come in una staffetta da un futuro scrittore all’altro, Crovi e Bianchessi raccontano le suggestioni, gli incantesimi che l’incontro con un libro ha suscitato negli scrittori che diventano personaggi a partire da Edgar Allan Poe e finire con Carlo Collodi.VERNE CROVI

Un documento chiuso in una bottiglia ritrovata sulla spiaggia di Vailima nelle isole Samoa dà inizio a un’avventura a staffetta tra gli autori della narrativa mondiale che spinti e coinvolti da un libro dalle pagine bianche le riempiono di parole, protagonisti, paesaggi e vicende.
 
Luca e Peppo raccontatemi com’è nata l’idea del libro e da dove avete cominciato.

L.C. Due illustrazioni di Peppo che vidi a una sua mostra a Crema hanno acceso in me la fantasia e la sfida di realizzare un libro speciale insieme. Mi ha stregato l’idea che Jules Verne avesse potuto avere un libro che conteneva tutto il suo immaginario.
 
 E’ la prima volta che lavorate insieme? Che metodo avete usato nella divisione dei compiti?

L.C. In realtà a distanza avevamo già lavorato per la realizzazione della riedizione de Gli uomini in grigio” di Giorgio Scerbanenco, ma avevamo operato a distanza senza mai incontrarci né consultarci. La realizzazione di quel volume ci ha reso complici e avevamo bisogno di un nuovo territorio in cui esprimerci insieme. In realtà, Peppo sostiene che se non avessi scritto poi la storia non l’avrei costretto non solo a rileggerla ma anche a lavorarci come un esperto di miniature e dettagli come ha fatto. Lui mi ha regalato in sede di scrittura il personaggio di Nelly Bly costringendomi a ridimensionare la parte dedicata ad Edmondo De Amicis. Io dal canto mio sono stato talmente folgorato dalle illustrazioni  e io le  ho semplicemente ammirate.
 
P.B. Abbiamo giocato a pingpong, rimandandoci il rispettivo lavoro a forza di “E se…” e “Ho scoperto che…” (lui) “Non possiamo / non ci sta / sai che poi mi tocca disegnarlo?” (io). Perché qualsiasi cosa venisse in mente a lui, rovistando nella sua memoria enciclopedica, per me diventava una missione alla ricerca di cose che magari non avevo letto (o avevo visto solo il film). Lui queste cose le sa e sgrana rosari di nomi, fatti e libri che poi a me tocca cercare e magari mettere assieme in una illustrazione. All’inizio ho fatto finta di capire quello di cui parlava poi ci ho rinunciato. Diciamo che il mio lavoro è stato tentare di mettere una diga al fiume in piena…
 
VERNE CROVI Com’è stato immedesimarsi in Poe da giovanissimo?

L.C. E’ stato facile perché è uno dei miei autori preferiti ma soprattutto ho incrociato i suoi ricordi contenuti nella poesia Alone”, e ne racconti “William Wilson” e Una discesa nel Maelstrom”.
P.B. È la parte che preferisco.
 
Fatti incontestabili e altri immaginati, quanto è stato divertente?

 L.C. Molto è stato un gioco letterario pieno di rimandi che ci ha divertito un sacco. E credo che siamo riusciti a nascondere bene la realtà dalla fantasia, il vero dal falso, quello che accadde da quello che avrebbe potuto avvenire.
P.B. Inserirmi da parte di Luca come “Professor Bianchessi” nel libro: questa è l’unica parte di finzione sulla quale mi sento di garantire. A tutto il resto ci ho creduto. Perché non dovrei?
 
 
Peppo che tecnica hai usato per le illustrazioni?

P.B. Ho assemblato digitalmente pezzi di illustrazioni dalle edizioni originali e dettagli ornamentali presi da libri d’epoca, manuali di nautica, mappe, architettura e quanto trovassi, per serendipità, durante la mia ricerca negli archivi. Poi ho assemblato il tutto disegnando tratteggi o pattern che riprendevano lo stile. Volevo anche condensare molti elementi e citazioni dalle opere degli autori nei loro ritratti
 
Un libro a staffetta, mi svelate qualche piccolo segreto nella realizzazione?

L.C. Il fatto di essere rinchiusi in casa ci ha permesso di desiderare di evadere e passare da un libro all’altro è stato un ottimo mezzo per farlo. Tieni presente che ho scritto la storia mentre ero chiuso in una stanza ammalato per il Covid, dotato di un quaderno di appunti, di una matita, di un cell, e del mio kindle, il mio computer ce lo avevano i miei ragazzi perché io ero positivo e isolato. Passare da un libro all’altro e da un ricordo all’altro è stato un modo per viaggiare.
P.B. Come ho detto prima: mentre lui se la spassava con il Covid e mi mandava le sue trovate pensando che avessi bisogno di occupare i miei giorni e le mie notti… a parte gli scherzi: è un po’ come quando da bambini ti immagini un mondo e ti inventi una storia “Facciamo che eravamo dei Professori che hanno trovato un libro misterioso”, “Facciamo che lo stesso libro è passato da Poe ma anche da Shakespeare”. Ecc. Ecc. Poi è stata una questione di unire i puntini.
 
L’avventura e il mistero, sono questi gli elementi che legano gli autori che raccontate?

L.C. Certo, anche la loro visione del fantastico, il loro desiderio immaginare, la passione per le scoperte, il desiderio di narrare e ascoltare storie, il loro essere e restare in qualche modo bambini.
P.B. L’avventura e il mistero sono quello che ci hanno regalato attraverso i libri. Per quanto mi riguarda è la curiosità di capire i meccanismi dell’immaginazione e il fatto di coltivarla attraverso, appunto, la lettura.
 
Degli autori che raccontate a quale siete maggiormente legati?

L.C.  Io a Stevenson e a Poe che mi hanno formato come lettore e scrittore.
P.B. Tra quelli dei quali Luca ha scritto Poe e in parte Collodi sono quelli che mi hanno influenzato e, naturalmente, Verne ai quali sono arrivato dopo aver letto o visto film di altri, tutti debitori a questi.
 
Luca e Peppo, lanciate un messaggio nella bottiglia ai lettori.

L.C. Dal libro abbiamo tolto una storia di naufragio vediamo se scoprite chi l’ha scritta? Battute a parte credo che torneremo presto a riprendere le nostre avventure letterarie perché alcuni lettori ci hanno chiesto di farlo e come avrete capito non rifiutiamo mai una sfida soprattutto se impossibile.
P.B. Luca si è occupato di scrivere il messaggio. Io del colore della bottiglia. L’editore lo ha lanciato in un mare già pieno di messaggi imbottigliati.  Spero che il nostro arrivi lontano e capiti tra le mani di molti sconosciuti che si meraviglino a leggerlo e venga loro voglia di leggerne sempre di più.

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