“FORSE NON TUTTI SANNO CHE CARAVAGGIO” DI ANNALISA STANCANELLI

CRIMINI, AVVENTURE, VIAGGI E ARTE DEL PIÙ MISTERIOSO DEI NOSTRI PITTORI RINASCIMENTALI.

di Cristina Marra 23/11/2020
Le interviste di Cristina
CARAVAGGIOReggio Calabria. Bentornato Caravaggio! Con Annalisa Stancanelli che da anni si occupa dell’artista, la cui vita è ancora in parte avvolta da un alone di mistero, Michelangelo Merisi, il Caravaggio, diventa personaggio a tutto tondo!

Arte, crimine, avventura, musica, letteratura e viaggi si inseriscono in una biografia originale e imperdibile che ha il sapore dell’indagine attenta e sensibile che l’autrice compie con lo sguardo della detective, la maestria della ricercatrice e la tecnica della scrittrice.

Dalla nascita alla sua morte improvvisa, Caravaggio ha sempre fatto del mistero la sua arma segreta, imprimendolo sulla tela e facendone la caratteristica della sua esistenza divisa tra talento, avventura e piacere.

Nato a Milano nel 1571 conobbe la peste, fu apprendista alla bottega di Simone Peterzano, fu protagonista di una “leggenda nera”, fu “Madonnaro”, visse a Roma in povertà, un garzone di barbiere scrive la prima “biografia”, fu protetto da Costanza Sforza, divenne Pictor praestantissimus, ispirò epigrammi, fu Cavaliere di Malta e fuggì in Sicilia, queste alcune della tappe  dell’esistenza del Caravaggio che l’autrice propone in “Forse non tutti sanno che Caravaggio”, come una sorta di diario di viaggio, o mi verrebbe da scrivere come il rapporto attento e approfondito di una investigatrice.

Annalisa Stancanelli indaga i lati oscuri di Caravaggio e riesce a schiarirne alcuni nel suo viaggio nel tempo dell’artista geniale e versatile il cui ritratto rimane inevitabilmente in chiaroscuro. L’autrice profondamente legata alla figura e al percorso artistico di Caravaggio lo aveva già celebrato nel noir “Il vendicatore oscuro” (Mondadori) e continua a rimanere sulle sue tracce con questo libro che offre anche tante piccole curiosità e aneddoti inediti e sarà un piacere e una scoperta perché “leggere il racconto di Caravaggio vuol dire conoscere una vicenda di sacrifici e ambizione, di passione e tradimenti, di errori e di opere geniali, di cadute brucianti e di ascese fulminee, di fitto buio e di luce divina

Annalisa, dopo il noir “Il Vendicatore oscuro” ritorna Caravaggio protagonista questa volta di una biografia ricca di curiosità. Dal 2006 ti occupi dell’artista, fai ricerca e ne scrivi. Quanto Caravaggio fa parte ormai della tua attività letteraria ma anche della tua quotidianità?CARAVAGGIO

Caravaggio fa parte della mia quotidianità, ormai. In questi anni ho studiato tantissimo e soprattutto ho viaggiato per vedere di presenza i dipinti sparsi in tutto il mondo: America, Russia, Inghilterra, Malta, Francia, Spagna, Germania. Tutto di Caravaggio mi affascina e ora, dopo aver approfondito la vita e soprattutto il periodo dell’infanzia e quello dei primi anni romani in cui il pittore affrontò diverse peripezie, mi intriga ancora di più. Caravaggio fa anche parte della mia attività letteraria perché ho scritto un thriller che è stato in finale al concorso IOSCRITTORE.

Credo tu sua l’unica donna in Italia che si sia approcciata al Caravaggio con tanta dedizione da scriverne una biografia. Mi racconti come è nato il tuo interesse verso Michelangelo Merisi e come procede la tua esperienza nel suo mondo e il tuo rapporto con critici e studiosi?

Tantissime sono le storiche dell’arte e le studiose che hanno scritto su Caravaggio ma forse questo libro è la prima biografia scritta da una donna in Italia con un approccio totalmente diverso, quello che mira a raccontare la vita del grandissimo pittore a tutti, con un linguaggio semplice, uno stile avvincente ma con una narrazione basata su fonti e documenti e anche con l’inserimento di testimonianze a cui magari non è stata data la giusta importanza. Per impostare alcune ricerche del libro ho chiesto supporto a Claudio Strinati che mi ha incitato ad andare avanti nei miei studi.

La via personale e artistica di Caravaggio ha un alone di mistero, dalla nascita alla morte, dai dipinti scomparsi, gli enigmi e i vuoti sono ancora molti. E’ un personaggio sempre in progress, su cui l’indagine ha ancora tanto da svelare. Tu ti sei sentita un po' detective durante la stesura del libro? Come ti sei messa sulle sue tracce?

Che bella domanda Cristina! Ed è proprio vero, sono stata un po’ detective soprattutto su alcuni punti della vita di Caravaggio come il duello con Ranuccio Tomassoni, il delitto di Malta, l’aggressione a Napoli. A disposizione degli studiosi vi sono diversi saggi in italiano e in inglese ma tutte queste informazioni non sono disponibili al vasto pubblico. Inoltre ho puntato la mia attenzione su alcuni temi di mio interesse, come la poesia, la musica e l’alchimia. Nella vita di Caravaggio, ad esempio, ci sono alcune lacune storiche che ancora andrebbero indagate come gli anni che vanno dal 1591 al 1596. Per quanto riguarda i dipinti perduti sono proprio quelli sui quali appunterò ulteriormente le mie ricerche; ne risultano diversi realizzati in Sicilia, a Napoli e  giunti poi in Spagna svaniti nel nulla oltre all’enigma dei quadri bruciati nell’incendio della torre Flaktrum a Berlino nel 1945. Per il capitolo sugli epigrammi latini del frate teatino  G.Silos la ricerca è partita da un articolo sul web di Armando Polito, gentilissimo e colto, con cui ho avuto alcuni scambi epistolari e poi si è appuntata sulla traduzione nuova di queste liriche che raccontano quadri di Caravaggio che noi non conosciamo come il ritratto di un altro pittore. E’ stato appassionante condurre la ricerca sul frate teatino che ho scoperto avere un doppio nome e  poi trascrivere le liriche, immaginare quadri sconosciuti e tradurre in italiano dal latino. Mi ha aiutato, pensa, la mia bravissima professoressa del liceo! Quando io scrivo un libro ho sempre degli amici che mi aiutano, anche nel prossimo in uscita, un thriller, “Mistero Siciliano” (per Mursia, a breve negli store) mi hanno coadiuvato un archeologo e una docente di greco per le trascrizioni della tomba di Archimede.

Caravaggio ha avuto una vita avventurosa, non solo ambienti artistici e nobili ma sulla sua strada ha incontrato anche malviventi e ha frequentato bettole rimanendo coinvolto in risse e incidenti. Artista ma anche assassino?

Assassino sì ma non conosciamo ancora la vera motivazione per cui Caravaggio uccide Ranuccio Tomassoni nel maggio del 1606 a Campo Marzio. Nel libro presento varie teorie al riguardo, dal duello per debiti di gioco non pagati allo scontro per motivi di donne, ma c’è di più. Secondo alcune fonti rese disponibili circa dieci anni fa, incrociando alcuni commenti su documenti noti con una biografia di un contemporaneo del pittore sembrerebbe che Caravaggio avesse già ucciso un uomo, in Lombardia, prima di trasferirsi a Roma dove è certo sia presente nel 1596.

Amante dell’arte ma anche della letteratura, Caravaggio è stato affascinato pure dalla musica?

Alla musica Caravaggio ha dedicato diversi quadri. Nella sua casa-studio erano presenti degli strumenti come un violino o una chitarra. Quando viveva a Palazzo Madama con il Cardinal Del Monte poteva assistere a concerti e a “cantate” e soprattutto ammirare la collezione di strumenti musicali del suo ospite. In alcune fonti relative al periodo romano Caravaggio suonava la chitarra inoltre la sua rappresentazione degli spartiti musicali è corretta. Me lo immagino il pittore che suona le serenate….. o strimpella con la chitarra qualche nota a corredo di versi salaci!

Dal libro fai emergere un uomo dalle mille sfaccettature, deciso e intraprendente, un personaggio molto moderno. Lo racconti con un linguaggio fluido che non manca di dettagli e ricostruzioni storiche e sociali, ma secondo me ne viene fuori anche un personaggio che somiglia un po' a un agente segreto. Ti piace questa mia chiave di lettura?

Certo, se pensiamo a Caravaggio che esce da un palazzo nobiliare, si traveste e s’infila nei vicoli dei quartieri popolari, porta sempre la spada che maneggia con maestria, oppure se ricordiamo le varie fughe, a Genova, nei feudi dei Colonna, e poi a Malta e in Sicilia lo potremmo immaginare così. In realtà, forse fu il contrario nel senso che Caravaggio potrebbe esser stato vittima di agenti segreti; con la mia fantasia di scrittrice collego l’aggressione al Cerriglio, a Napoli, avvenuta poco tempo prima della morte, con  la vendetta dei fratelli di Ranuccio Tomassoni che potrebbero aver sguinzagliato sicari da Roma a Napoli attendendo il ritorno del pittore per vendicare l’assassinio del fratello. Fino a quando Caravaggio era a Malta o lontano a Siracusa era molto difficile riuscire a rintracciarlo, a Napoli la situazione era diversa perché pare che i Tomassoni avessero degli agganci. E così Caravaggio viene aggredito da più persone e si salva, forse, per la sua abilità di spadaccino ma resta sfregiato e ferito gravemente.

Caravaggio ha avuto un rapporto molto forte con le città in cui ha vissuto. Da Milano a Siracusa, a Messina, com’è stato per te calarti nei suoi panni e respirare quelle città?

Per me è stato un viaggio affascinante ed emozionante. Pensate che attraversavo la Milano della peste del 1577 mentre eravamo in piena emergenza Covid e scovavo i lutti della famiglia di Caravaggio, e poi cercavo notizie e fonti ovunque, con le biblioteche chiuse, acquistando online tutti i cataloghi e i libri sul tema disponibili. Ho scoperto tante cose su Milano negli anni 1571 1592 e sul paesino di Caravaggio, sulla famiglia di origine del pittore e soprattutto su sua madre Lucia, che porta il nome splendido della Santa di Siracusa. Particolarmente complicata è stata la ricostruzione dei primi anni romani, così bui e lacunosi ma anche pienissimi di leggende, aneddoti, notizie ignote. Ho dedicato molto tempo a rileggere documenti e saggi sui due periodi napoletani, per i  quali ho chiesto atmosfere e suggestioni allo scrittore Dino Falconio (autore del romanzo “La mattonella di Caravaggio” )che mi ha supportato, e ho tentato di riunire in un filo coerente tutto quanto stavo ritrovando. Ancora più complessa la storia del pittore a Malta, per la quale ho tradotto alcuni saggi in  inglese, e in Sicilia.

Che cosa ha rappresentato il Sud per Caravaggio?

Il Sud è l’anima dell’ultimo tempo di Caravaggio. Senza Napoli e il suo cuore non avremmo i meravigliosi quadri delle “Sette opere di Misericordia” e “La flagellazione” fra gli altri. Eppure su Napoli, secondo me c’è tanto da cercare, ancora. Caravaggio dipinge molto e tanti dipinti risultano scomparsi, per ogni pagina che ho scritto mi sono augurata che nel futuro ne possa ricomparire qualcuno…  Alcuni dipinti finirono in Spagna altri dovrebbero essere stati distrutti in un terremoto…Ancor di più ha avuto un influsso il mondo siciliano i colori della terra, l’aria marina, l’atmosfera politica e sociale che il pittore ha respirato a Messina, l’ammirazione per il mondo antico che Caravaggio ha dipinto nel quadro “Il seppellimento di Santa Lucia”, a Siracusa, dove ancora oggi ci si interroga sulla “Location” (latomie? Catacombe? Cripta?).

Caravaggio e le donne. Dalla Maddalena “dalle sette vite” a Medusa che rapporto aveva con le donne  nella  sua arte e nella vita?

Le donne….che meraviglia. Uno dei temi che mi coinvolge di più. Sono una donna e mi sono interrogata sulle donne che hanno in qualche modo dato una direzione alla vita di Caravaggio e non si tratta delle prostitute degli “Ortacci” ma della madre e soprattutto di Costanza Colonna, Marchesa di Caravaggio. Sulla madre dobbiamo per forza dire qualcosa: è lei, Lucia degli Aratori, che crea il pictor praestantissimus. Utilizza parte dell’eredità, contesa a lungo, per pagargli un contratto onerosissimo come allievo del pittore più importante di Milano. Vede lontano Lucia e per questo dobbiamo davvero ringraziarla, senza la sua guerra ai cognati per mantenere l’eredità del marito e la sua decisione di destinare Caravaggio all’ars pingendi il mondo non avrebbe avuto questo genio della pittura.Mentre scrivevo di Lucia che combatteva con le unghie e con i denti per suo figlio, purtroppo, è venuta a mancare la mia mamma, a cui ho dedicato questo libro. E un’altra madre magnifica è stata la stupenda Marchesa di Caravaggio, Costanza Colonna, figlia del vincitore della celebre battaglia di Lepanto, sorella di un personaggio potentissimo, di cui racconto una storia ignota e misteriosa (che qui non rivelo) e che fu tanto vicino a Caravaggio ma tanto vicino, forse troppo? Leggete…

C’è un episodio della sua vita o una curiosità che hai scoperto alla quale ti senti più legata o che ti ha stupita?

Ce ne sono diversi soprattutto ambientati a Roma ma mi sono divertita a raccontare la storia di Caravaggio, pittore alle prime armi, e la Veglia delle 40 ore. L’artista nei primi anni romani viene spinto dalla congregazione dei pittori di cui faceva parte a stare in adorazione dell’Eucaristia per un’ora, in ginocchio. Non riesco proprio a immaginarlo!

Autore Annalisa Stancanelli
Titolo Forse non tutti sanno che Caravaggio
Editore Newton Compton
Collana I volti della Storia
Prezzo euro 12,00

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