CON “IL DONO” DI CARLO F. DE FILIPPIS, ECCO IN AZIONE IL NUOVO COMMISSARIO ARGENTI
INDAGINE IN UNA TORINO “DAI MILLE OCCHI SONNOLENTI CHE ASSISTONO COMMOSSI E SCIOCCATI AL MALE”.
di Cristina Marra
06/05/2019
Letto e recensito

Argenti, Zac per gli amici, non ricorda bene, cerca di ricostruire la dinamica dei fatti e dare un volto a che l'ha ridotto in coma e poi schiavo degli antidolorifici e ha spinto i superiori a sospenderlo dal servizio attivo e a mettergli alle calcagna la bella e atletica ispettrice Maya Bolla. La sua amnesia fa a pugni con i ricordi nitidi di sogni inquientanti e terribilmente realistici che popolano il suo sonno agitato di cui è testimone la piccola e intrigante gatta Gina "che con il solito passo elegante, indolente e felpato" si addormeta sul suo letto e ronfa "sul cuscino libero in una posizione quasi oscena".
Gina, "una ragazza molto indipendente", è la sua compagna silenziosa e rassicurante di notte e a colazione che orgogliosa e anche un pò altezzosa mostra il trofeo di un topolino e si aspetta di ricevere una fetta di salmone. Un dono meritato e atteso dalla micia non come quello che riceve incosapevolmente Argenti e che può diventare la sua condanna o la sua salvezza.
Aggressioni, violenza in branco e omicidi, infettano improvvisamente Torino e diventano una malattia da curare per Zac che si batte per tornare in pista con la sua squadra e per recuperare la memoria di cui è certo di aver "perso solo dei pezzi". Argenti è un "quasi" commissario, un uomo spezzato a metà nel corpo e nella mente con un prima che riappare con dei flash che gli lascia un fisico provato e ricucito come ancora non lo sono la sua anima e il suo cuore. Il passato da vittima sa trasformarsi in carnefice e Argenti, privato del dinamismo fisico e mentale da "marcantonio di un metro e ottantasette, di quarantadue anni , forte come un mulo" sembra "un bambino malato seduto sul vasino al quale hanno rubato i giocattoli preferiti" ma non molla e senza autorizzazione comincia un'indagine sul male.

L'autore racconta Torino setacciando le strade del centro, piazza Cavour, palazzo Reale, ma anche la periferia, ambientando il romanzo in diverse realtà sociali e facendo emergere una città dai mille occhi socchiusi, sonnolenti o spalancati che assistono commossi e shoccati al male.
De Filippis costruisce tre storie di affetti e vendette, amore e giustizia, che camminano parallelamente con tre coppie di personaggi, attori di scene differenti e lontane accomunati dalla doppiezza del volto, da ciò che appare e che fa a pugni con ciò che è reale. Finestre accese su un mondo buio e nascosto che teme di venire allo scoperto. Colette e il cugino Edy, Petra e il compagno Andrea, lo stesso Zac e la sorella Bianca.
E ancora gli animali si affacciano sul racconto di momenti vita, gazze, cani, gatti. Con un omaggio a King e un altro a Hitchcock, l'autore sviluppa scene di traumi familiari che si intersecano, visioni che si aggrovigliano, dolori che tormentano, ricordi che emergono. Storie di privazione, violenza, assenza, ricchezza, povertà e terrore. occa a Zac, il prescelto, " recuperare i frammenti, le sensazioni, perchè c'era qualcosa di conosciuto, ma era come se un diaframma gli impedisse di superare l'oscurità".
Incipit " Le fiamme salgono, si rincorrono e formano archi sulle pareti, su, in alto, verso il soffitto. Il fumo nero e denso nasconde una parte dello spettacolo finchè l'aria non si riempie di nuove scintille"
Titolo Il dono
Autore Carlo F. De Filippis
Editore DeA Planeta
Prezzo euro 16,00