“CHARCOAL JOE” DI WALTER MOSLEY
CON LE SUE ATMOSFERE DI RAFFINATO HARD BOILED, L’ULTIMO NOIR DI MOSLEY HA VINTO L’EDGAR AWARD 2019
di Cristina Marra
16/10/2020
Letto e recensito
Reggio Calabria. Aprire un’agenzia investigativa a Watts di Los Angeles nel 1968 per un afroamericano e due soci alla pari non è impresa da poco, “è sempre la stessa città ma cala una specie di cortina scura mentre ci si sposta verso est. Si passa dai sogni dei bianchi alla realtà della gente di colore” e soprattutto se a farlo è Easy Rawlins, quasi cinquantenne e veterano di guerra, protagonista dell’ultimo noir della serialità di Walter Mosley ,“Charcoal Joe”, edito da Bompiani.
Mosley vincitore dell’Edgar Award per il miglior romanzo nel 2019, e autore di oltre cinquanta romanzi è considerato il migliore scrittore di crime statunitense e in questo romanzo conferma la sua abilità narrativa nel ricreare atmosfere e sensazioni legate a situazioni di pericolo e nel trattare il tema del razzismo. Ezekiel “Easy” Rawlins “un investigatore privato con un futuro radioso davanti a sé e un passato oscuro alle spalle” pensa di aver messo la testa a posto, non beve più, si limita a una sigaretta al giorno, cammina spesso a piedi, adora i due figli e il cagnolino Frenchie ed è pronto a chiedere alla bella hostess Bonnie di sposarlo.
Aperta da soli tre mesi la sua agenzia si fa apprezzare e con i soci e vecchi amici Saul Lynx e Tinsford “Whisper” Natly va a gonfie vele, ognuno lavora in autonomia e in caso di bisogno collaborano.
Un nuovo capitolo nella difficile e dura vita di Easy sembra aprirsi ma il passato torna a bussare alla porta dell’agenzia e a far entrare Mouse, un amico di vecchia data, killer spietato e patologico, rapinatore e picchiatore. Ha un messaggio e un incarico da parte del boss Charcoal Joe “quello che si chiama un genio. Fa succedere cose dove gli altri non ne vedono neanche la possibilità” in prigione a Venice, per avere reagito con troppa violenza a un commento razzista, con la richiesta di trovare le prove e scagionare Seymour Breathwaite, un giovane laureato in fisica e figlio di un suo amico, accusato di duplice omicidio. I due morti “come sgombri portati a riva dalla corrente” erano bianche e lui è nero.
Seppur non troppo entusiasta, Easy accetta il caso e intasca i cinquemila dollari di anticipo. Che cosa andrà storto? Mosley demolisce le poche certezze del suo protagonista che deve ricominciare a costruire la sua vita personale e affrontare scheletri del passato e amicizie e conoscenze legate al mondo della malavita e del crimine.
Dopo l’esordio nel 1990 con “Devil in a blue dress” portato al cinema da Denzel Washington, i romanzi con Rawlins hanno sempre più successo ed è pregevole che sia arrivato in Italia dopo dieci anni dall’ultima pubblicazione, questo hard boiled tradotto da Fabrizio Coppola che pone il detective a un bivio tra ciò che sente e prova e ciò che deve fare. La fine degli anni Sessanta a Los Angeles per un uomo di colore non rappresenta un periodo facile e Mosley lo narra dal punto di vista di un protagonista che conosce i due volti della città, sa fiutare il male e reagisce con determinazione. Mosley affronta il tema del razzismo con battute, sfumature o pugni nello stomaco.
Con Easy racconta, in prima persona al passato, un territorio e le sue voci assordanti e discordanti e si sofferma su particolari fondamentali per ricreare l’atmosfera dei luoghi e le sensazioni del suo detective che sente che “le molle del letto si lamentano come un vialetto pieno di gattoni che miagolavano a una micetta in calore”. E poi la musica riecheggia nelle pagine e rende ancora più suggestiva la narrazione che si insinua e indaga in ambienti mafiosi, in riti vudù non trascurando amori consumati troppo presto e omicidi efferati.
Incipit “Sul versante orientale di Robertson Boulevard, un isolato e mezzo a nord di Pico Boulevard e subito sotto Whitworth Drive, un tempo si ergeva un edificio turchese che negli anni Trenta ospitava un’elegante casa a tre piani. Alla morte del proprietario, gli eredi, a corto di denaro, avevano deciso di metterla in affitto”
Titolo Charcoal Joe
Autore Walter Mosley
Editore Bompiani
Traduttore Fabrizio Coppola
Prezzo euro 18,00
Mosley vincitore dell’Edgar Award per il miglior romanzo nel 2019, e autore di oltre cinquanta romanzi è considerato il migliore scrittore di crime statunitense e in questo romanzo conferma la sua abilità narrativa nel ricreare atmosfere e sensazioni legate a situazioni di pericolo e nel trattare il tema del razzismo. Ezekiel “Easy” Rawlins “un investigatore privato con un futuro radioso davanti a sé e un passato oscuro alle spalle” pensa di aver messo la testa a posto, non beve più, si limita a una sigaretta al giorno, cammina spesso a piedi, adora i due figli e il cagnolino Frenchie ed è pronto a chiedere alla bella hostess Bonnie di sposarlo.
Aperta da soli tre mesi la sua agenzia si fa apprezzare e con i soci e vecchi amici Saul Lynx e Tinsford “Whisper” Natly va a gonfie vele, ognuno lavora in autonomia e in caso di bisogno collaborano.
Un nuovo capitolo nella difficile e dura vita di Easy sembra aprirsi ma il passato torna a bussare alla porta dell’agenzia e a far entrare Mouse, un amico di vecchia data, killer spietato e patologico, rapinatore e picchiatore. Ha un messaggio e un incarico da parte del boss Charcoal Joe “quello che si chiama un genio. Fa succedere cose dove gli altri non ne vedono neanche la possibilità” in prigione a Venice, per avere reagito con troppa violenza a un commento razzista, con la richiesta di trovare le prove e scagionare Seymour Breathwaite, un giovane laureato in fisica e figlio di un suo amico, accusato di duplice omicidio. I due morti “come sgombri portati a riva dalla corrente” erano bianche e lui è nero.
Seppur non troppo entusiasta, Easy accetta il caso e intasca i cinquemila dollari di anticipo. Che cosa andrà storto? Mosley demolisce le poche certezze del suo protagonista che deve ricominciare a costruire la sua vita personale e affrontare scheletri del passato e amicizie e conoscenze legate al mondo della malavita e del crimine.
Dopo l’esordio nel 1990 con “Devil in a blue dress” portato al cinema da Denzel Washington, i romanzi con Rawlins hanno sempre più successo ed è pregevole che sia arrivato in Italia dopo dieci anni dall’ultima pubblicazione, questo hard boiled tradotto da Fabrizio Coppola che pone il detective a un bivio tra ciò che sente e prova e ciò che deve fare. La fine degli anni Sessanta a Los Angeles per un uomo di colore non rappresenta un periodo facile e Mosley lo narra dal punto di vista di un protagonista che conosce i due volti della città, sa fiutare il male e reagisce con determinazione. Mosley affronta il tema del razzismo con battute, sfumature o pugni nello stomaco.
Con Easy racconta, in prima persona al passato, un territorio e le sue voci assordanti e discordanti e si sofferma su particolari fondamentali per ricreare l’atmosfera dei luoghi e le sensazioni del suo detective che sente che “le molle del letto si lamentano come un vialetto pieno di gattoni che miagolavano a una micetta in calore”. E poi la musica riecheggia nelle pagine e rende ancora più suggestiva la narrazione che si insinua e indaga in ambienti mafiosi, in riti vudù non trascurando amori consumati troppo presto e omicidi efferati.
Incipit “Sul versante orientale di Robertson Boulevard, un isolato e mezzo a nord di Pico Boulevard e subito sotto Whitworth Drive, un tempo si ergeva un edificio turchese che negli anni Trenta ospitava un’elegante casa a tre piani. Alla morte del proprietario, gli eredi, a corto di denaro, avevano deciso di metterla in affitto”
Titolo Charcoal Joe
Autore Walter Mosley
Editore Bompiani
Traduttore Fabrizio Coppola
Prezzo euro 18,00