ALLA SCOPERTA DI PAOLO MEZZAPICA CHE DIPINGE CON LA POMICE

L'ARTISTA EOLIANO CHE SOGNA LA LIBERTA' E' STATO INSIGNITO CON IL PREMIO "UN MARE DI CINEMA"

di Cristina Marra 17/09/2018
Pittura
Paolo Mezzapica eolieLIPARI.L'atelier si affaccia sulla spiaggia di Canneto a Lipari e come un occhio guarda l'orizzonte e le sagome delle isole di Stromboli che si staglia con la sua cima fumante e la bianca Panarea, si chiama PuntoArte ed è il piccolo-grande spazio che ospita le opere pittoriche dell'artista eoliano Paolo Mezzapica.

Insignito col premio "Un mare di cinema" come eccellenza artistica, Mezzapica rende omaggio alla sua terra attingendo da una delle sue peculiarità, la pomice, che finisce sulla tela. La  concezione personale di vedere e narrare col pennello le isole porta Mezzapica a realizzare tele che celebrano le Eolie quasi come fossero ritratti di soggetti umani colti da prospettive diverse.

Con tuffi o voli pindarici nel mare eoliano l'artista le scandaglia e sorvola e le dipinge anche dall'alto. Mezzapica coglie l'essenza di ogni isola e la ritrae nella semplicità della sua bellezza disarmante, offrendo la visione da una finestra che si affaccia sul mare. Sono tante infatti le case eoliane coi loro particolari fioriti o colori tipici a finire nei quadri dell'artista, così come i volti di isolani noti, facce di pescatori, artisti, letterati che custodiscono il passato o le tradizioni e che hanno lasciato un contributo umano o culturale.

Paolo, quanto e in che modo il territorio delle isole Eolie influenza la tua arte? 

Il territorio, l’arcipelago eoliano, è arte. Io ne faccio consapevolmente parte in qualche modo e, per esprimere e divulgare quest’appartenenza, lo osservo e lo rappresento anche da punti di vista particolari, come frutto di un rapporto intimo. Sono una persona calma, riflessiva e risoluta. Un po’ come il mare, le nuvole, i vulcani. Difficile dire che ci sia una sola influenza, la mia arte è piuttosto il risultato del mio vivere  le isole.
Da dove parte a tua ricerca artistica?
Il tutto parte dalla necessità di parlare del contemporaneo, già ai primi anni di studio accademici. Ed è emerso sempre in me un confronto tra la prepotenza delluomo in questo mondo tutto da spremere e lo stile di vita con cui sono cresciuto. Difatti le prime opere rappresentano la piccolezza delle isole avvolte in un mare immenso, simbolismo della nostra umana vulnerabilità di fronte alle forze della Natura.
 
Paesaggi, ritratti, cosa preferisci?   Paolo Mezzapica eolie

I ritratti e le caricature, frutto della passione per l’anatomia, ormai da anni mi caratterizzano, ma se dovessi in tutta libertà prendere una tela bianca mi sbizzarrirei di più con i paesaggi, i miei. Il mare è fluido e sempre in movimento. Interessante da interpretare su tela, immancabile nelle mie composizioni.
Delle tue isole cosa ti suggestiona di piu'?
La semplicità e il tempo che percepibilmente scorre più lento. Solo descrivendo una tipica casa eoliana si può parlare degli argomenti basilari che mi stanno più a cuore: l’utilizzo ingegnoso delle risorse del territorio, il rispetto per l’ambiente, un’agricoltura di sussistenza. Lo stile di vita che permane soprattutto nelle isole minori è un bene patrimonio dell’umanità.

Astratto e figurativo ti piace mescolarli?

 Questa diatriba tra gli opposti eraclitei mi ha sempre affascinato per la sua ovvietà, non esiste nulla senza il suo opposto. Mescolare due stili pittorici, avvicinare due estremi, è un azzardo. Ma il loro incontro accarezza il sublime.

Il  bianco della pomice, il nero dell'ossidiana il blu del mare èil verde della vegetazione, quale colore senti piu' tuo e prediligi?

In maniera assoluta il blu del mare. Mi sarebbe piaciuto nascere prima di Mark Rothko e Yves Klein solo per arrivare autonomamente alle loro grandi composizioni monocrome o quasi.

La pomice la utilizzi anche sulla tela, raccontami come.  

Un giorno guardavo la nostra sabbia bianca, favolosa al tatto, mille utilizzi nelle fabbriche di tutto il mondo, magica. Depositata come polvere su tela dà un valore storico aggiunto già in partenza. Nelle mie composizioni la pomice rappresenta una rurale e poetica architettura eoliana. È un elogio a una bellezza sgretolata, alla crepa, alla sincerità rustica. C’è sempre spazio per la vegetazione. Un ammonimento, sotto sotto, ai palazzi specchianti, allo smottamento del terreno, alle costose e futuristiche rifiniture.

Paolo Mezzapica eolie Mostre, riconoscimenti e un atelier a Canneto, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Solitamente a queste domande si risponde con “aprire un nuovo punto vendita”, “esporre al MOMA di NewYork”, “collaborare con importanti curatori”, ma, nonostante non escluda a priori questi punti, sono di tutt’altri princìpi. Nei miei sogni più utopici coltivo l’idea di uscire il più possibile dal sistema consumistico, “riducendo” il mio operato artistico a un fare puro e libero.
 

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