“A CHE COSA SERVE LA LETTERATURA?”, DI ISAAC B. SINGER
LA RACCOLTA DEI SUOI SAGGI SU ARTE, CULTURA E LETTERATURA EDITA DA ADELPHI
CRISTINA MARRA
12/03/2025
LETTO E RECENSITO

l volume tradotto da Marina Morpurgo, a cura di David Stromberg rivela un lato creativo dello scrittore polacco poco noto e riferito alla sua produzione di saggistica e critica letteraria ai quali si dedicò a partire dal 1939. “Il lavoro creativo di Singer che comprendeva scrittura, traduzione e editing, era subordinato alla quantità di testo in inglese che riusciva ad apportare, soprattutto perché in genere provvedeva lui alle traduzioni con l’aiuto di un collaboratore oppure, più di rado, revisionava e correggeva le traduzioni fatte da altre” riporta Stromberg. Cresciuto in un quartiere povero e in una famiglia di rabbini, Singer inizia la sua carriera letteraria nel 1925 a Varsavia con lo pseudonimo di Isaac Bashevis.
Dieci anni più tardi pubblica il suo primo romanzo in lingua yiddish,” Satana e Goray” e si trasferisce a New York dove pubblicherà romanzi a puntate, novelle, racconti, scritti autobiografici in cui emerge spesso la condizione della Polonia e dei polacchi ebrei. Autore prolifico e instancabile, nel 1978 riceve il premio Nobel per la letteratura per “la sua arte narrativa appassionata, che, con radici in una tradizione culturale ebraico-polacca, dà vita a condizioni umane universali”.
Pubblicati sotto pseudonimo fino a poco prima della sua scomparsa nel 1991, i suoi scritti di saggistica compaiono su alcune riviste, periodici e antologie senza destare l’interesse se non dei pochi fruitori delle pubblicazioni e “la presente raccolta” scrive Stromberg ”è un’opera di sintesi in quanto si sforza di mettere insieme saggi pubblicati o presenti in sedi diverse, ma anche di approntare un volume unitario e coeso”.
Lo sforzo editoriale ha una motivazione sia storica che letteraria e la sua realizzazione è stata guidata dal “fallimento dei tentativi di Singer di pubblicare in vita una raccolta di saggi, e poi il complicato processo di traduzione ed editing che subirono alcuni di questi testi”. Sebbene dopo aver ricevuto il premio Nobel rende noti in conferenze e incontri alcuni suoi saggi che riportano opinioni sulla società, cultura e anche tradizioni ebraiche non sono apprezzati come la sua opera narrativa. In lingua yiddish e poi i inglese, gli scritti raccolti in questo volume vanno dalla difesa del giornalismo considerato lodevole al pari della narrativa per la sua ricerca di novità e di “presentare i fatti scevri da interpretazioni superflue”, allo sprone rivolto agli scrittori a non annoiare il pubblico in nome di uno scopo superiore, al ricordo che la “letteratura ama la libertà:la libertà del capriccio umano, del ghiribizzo” fino all’uso della lingua yiddish e al suo personale approccio con la scrittura.