“SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE DI PIRANDELLO” DI FRANCESCO M.ASSELTA E MICHELE SINISI

AL SALA UMBERTO STEFANO BRASCHI, MARCO CACCIOLA, GIANNI D'ADDARIO, SARA DRAGO, MARISA GRIMALDO, MARCO RIPOLDI, STEFANIA MEDRI, DONATO PATERNOSTER

SALVATORE SCIRE' 02/03/2024
VISTO E RECENSITO
PIRANDELLO SEI PERSONAGGIRoma. Sei personaggi in cerca d’autore costituisce certamente un’opera abbastanza complessa, forse la più ermetica del grande drammaturgo agrigentino. 

Oggi si direbbe teatro nel teatro. Ma Pirandello andò anche oltre questo nostro concetto contemporaneo. Egli volle rappresentare scenicamente il travaglio interiore tipico della creazione artistica, il processo misterioso grazie al quale il tumulto dei fantasmi, sbocciati dalla fantasia dell’artista, frementi di vita ma ancora ancora oscuri, parzialmente caotici e irrealizzati, si compone in una sintesi armoniosa e possente...

Così presentava Adriano Tilgher l’opera pirandelliana dopo la prima rappresentazione assoluta al Teatro Valle. Lo stesso Pirandello lo dichiarava apertamente: Ho scritto questa commedia per liberarmi da un incubo, grazie al contributo di una servetta sveltissima e dispettosa, a volte beffarda, che si chiama Fantasia.

Quella stessa Fantasia che gli portò innanzi agli occhi tutta una famiglia: i famosi sei personaggi, appunto!

Al Sala Umberto è in scena un lavoro che si spinge ancora più oltre: non a caso il titolo è “Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello”, proprio a volerne marcare la differenza. E la drammaturgia è di Francesco M.Asselta e di Michele Sinisi, che ne ha curato anche la regia, oltre ad esserne un protagonista.

Dal 1921, quando la pièce debuttò al Teatro Valle di Roma, fortemente contestata dal pubblico al grido: “Manicomio! Manicomio!”, i Sei Personaggi sono diventati un testo “classico”, che si studia al liceo.PIRANDELLO SEI PERSONAGGI
In effetti, Pirandello si proponeva per la prima volta di svelar il rapporto fra realtà e finzione; un lavoro in cui la quarta parete veniva demolita e ogni schema noto veniva messo in discussione.

Oggi, “mettere in scena questo testo significa muoversi in una mediasfera dove il confine tra vita privata, storytelling, informazione e manipolazione è sempre più labile. Senza contare che lo stesso concetto di “io” è profondamente mutato, moltiplicandosi e sfaccettandosi su tutti i nostri device e account social, in un’oscillazione continua tra realtà e rappresentazione.

Partendo da questo, a quasi cento anni di distanza, ci viene proposta l’opera Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello – laddove il nome dell’autore in questo allestimento è diventato parte del titolo una rivisitazione definita dichiaratamente uno spettacolo matrioska, se così si può dire, in cui il piano meta-teatrale già presente nel testo viene portato all’estremo generando un cortocircuito dove attori, personaggi e pubblico convivono e si mescolano in un happening unico e irripetibile ogni sera.

I Sei personaggi sono quindi una base di partenza, in questa originale interpretazione, in cui il testo viene selezionato, filtrato, reinterpretato in chiave moderna, non solo a livello di costumi e oggettistica (cellulari a go-go, lavagna luminosa con internet sul fondo), ma si giunge a far entrare  due personaggi con tanto di “diretta Facebook”. E si tratta di personaggi/ospiti a sorpresa, attori del panorama teatrale, che ogni sera cambiano e interpretano una scena dello spettacolo “destinata poi ad essere riprodotta come in uno specchio riflesso all’infinito.”

La rappresentazione inizia con la compagnia che in sala prove stava montando Il Gioco delle Parti e che si concede un momento di relax con divertenti spunti di comicità, che poi si trasformano in battibecchi, rimproveri e recriminazioni, all’arrivo del regista, il quale cercherà di ricominciare il lavoro, ma ecco che bussano alla porta i primi Personaggi.

Il risultato finale ci lascia in sospeso, peraltro con la fantasmagorica immagine di due enormi gambe che si muovono e che simbolicamente vengono anche “messe a nudo”: a dimostrare che non si tratta di due creature gigantesche, bensì di due strutture in legno articolate: a questo simbolismo si associa la canzone spagnoleggiante interpretata dal personaggio Madame Pace! E il regista, rassegnato, di fronte al caos regnante, preferisce sospendere tutto! Un’altra giornata persa!!!!!

In conclusione, abbiamo assistito a un lavoro certamente impegnativo, ma che si segue anche con una certa difficoltà da parte del pubblico.
E proprio per questo vale la pena di andarlo a vedere.
 
Salvatore Scirè
 
Fino al 10 marzo 2024
SALA UMBERTO Via della Mercede, 50, 00187 Roma
Info:  06.87606075 - prenotazioni@salaumberto.com
www.salaumberto.com

Articoli SPETTACOLO

Contattaci