“RUMORI FUORI SCENA”, DI MICHAEL FRAYN
IL CLASSICO DELLA COMICITÀ FA ANCORA CENTRO, AL TEATRO DEGLI AUDACI
SALVATORE SCIRE'
12/03/2025
VISTO E RECENSITO

Si tratta, infatti, di un lavoro - scritto volutamente in tre atti - che dovrebbero vedere soprattutto quanti, a vario titolo, fanno teatro: attori, registi, scenografi, tecnici e via discorrendo: la storia ci racconta esclusivamente il “dietro le quinte” e mette a nudo, in modo impietoso e realistico – ovviamente con tutte le iperboli connaturali alla satira - tutte le problematiche, che emergono fatalmente in compagnia teatrale, impegnata nell’allestimento di uno spettacolo e nella successiva,lunga tournée.
Il primo atto ci proietta in una tragica prova generale, che viene portata avanti da un disperato regista, tra vuoti di memoria, uscite o movimenti sbagliati, incomprensioni con gli attori e tra gli attori: non a caso, iniziano a serpeggiare antipatie, simpatie, gelosie, artistiche e sentimentali, dando luogo a continue situazioni di intensa comicità, a volte addirittura esilaranti.
Il secondo atto ci racconta invece una replica a metà tournée, quando lo spettacolo è ormai rodato e gli attori hanno acquisito sicurezza. Qui, la comicità nasce dal fatto che la scenografia viene “rivoltata” e il pubblico vede ora ciò che avviene realmente “dietro le quinte” durante una replica: la situazione si fa ancora più comica, in quanto dietro i pannelli e le porta montate avvengono le cose più impensabili e più inverosimili, mentre sul proscenio tutto fila liscio. Nel frattempo, i rapporti fra i singoli peggiorano e quindi dispetti, sgambetti, e ostacoli vari

Il terzo atto ci mostra invece – di nuovo visto dal lato del pubblico – l’ultima replica della commedia, a conclusione della tournée: e qui la comicità nasce dal fatto che ormai si saltano battute, si tagliano uscite e movimenti, le intenzioni vanno a gambe per aria, ognuno recita come fosse una litania, la memoria è solo un vago ricordo; insomma, ci si avvicina di molto all’improvvisazione su canovaccio. I rapporti tra i singoli, però, toccano ormai livelli inimmaginabili e il sipario cala su un tripudio di risate da parte del pubblico – quello vero! – che è in sala.
Di sicuro, l’Autore con questo lavoro superlativo ha voluto tributare un omaggio al mondo del teatro, esaltandone proprio il concetto di finzione anche se verosimile. Il risultato è una satira graffiante di certi usi, costumi e... malcostumi, con una messa nudo apparentemente impietosa di una particolarissima realtà umana, ma che si traduce in realtà in un vero e proprio atto d’amore verso quella strana e immaginifica magia che si chiama TEATRO.
In conclusione, uno spettacolo di ottimo livello, sia per la genialità del testo e dell’idea in esso contenuta, sia per la indiscussa bravura di tutti gli interpreti (Flavio De Paola, Licia Amendola, Rossella D’Andrea, Francesco Polizzi, Ilario Crudetti, Giulia Sanna, Antonio Coppola, Antonella Rebecchi e Marco Bonetti).
Particolarmente divertentissime le caratterizzazioni dei personaggi realizzate da Flavio De Paola (nel ruolo di Garry) e da Rossella D’Andrea, (l’attrice “svampita”).
Sempre brillante e frizzante la regia di Flavio De Paola, colorita da simpatiche gags e numerose trovate comiche.
Di sicuro uno spettacolo da non perdere, caratterizzato da ritmi serrati e incalzanti, in cui la finzione scenica e la realtà si fondono e si confondono continuamente.
In altre parole, uno spettacolo piacevole e divertente, ideale per una serata rilassante e spensierata. Ancora una volta, complimenti a tutti!
di Salvatore Scirè
Fino a domenica 23 marzo 2025
www.teatrodegliaudaci.it
Via Giuseppe De Santis 29, 00139 Roma
telefono 06.94376057