“ROMA-NAPOLI ANDATA E RITORNO” PER I VIAGGI DELL’ARTE
AL PARCO TEVERE MAGLIANA, SUCCESSO PER LA RASSEGNA DI GINO AURISIO
SALVATORE SCIRE'
11/08/2023
Visto e recensito
Roma. Abbiamo avuto il piacere di assistere a uno spettacolo di grande suggestione e di indubbio fascino evocativo, anche se in un clima di palpabile familiarità. Nell’ambito della rassegna I VIAGGI DELL’ARTE, curata con molta bravura dal Direttore Artistico nonché promotore Gino Auriuso e organizzata in un posto spettacolare, il Parco Tevere Magliana, alcune sere fa è andato in scena uno spettacolo in parte cantato, in parte reading, in parte recitato: sul palco tre bravissimi artisti: Antonello Fassari, Gino Auriuso e Sandro Scapicchio con la sua chitarra.
La performance è iniziata con un classico della romanità, Roma nun fa la stupida stasera, eseguita da Sandro Scapicchio, cui si è legato a seguire Antonello Fassari con E’ bello avè ‘na donna dentro casa, di Aldo Fabrizi, da Rugantino di Garinei & Giovannini.
Antonello ha giustamente ricordato questo suo strano legame con il grande “commendatore” Fabrizi. Infatti, nel film Celluloide di Carlo Lizzani (il dietro le quinte di Roma Città Aperta) lui interpretò proprio il personaggio Aldo Fabrizi, mentre in Rugantino, in uno degli ultimi allestimenti, vestì proprio i panni di Mastro Titta, il classico ruolo che fu storicamente di Fabrizi.
Poi, Gino Auriuso ci ha trasportati magicamente nel clima partenopeo interpretando il testo di una celebre macchietta, Carlo Mazza e Rosa Pezza.
E così, la serata è andata avanti, tra numerosi omaggi a grandi del passato (Nino Taranto, Trilussa, Belli, Eduardo, Totò, Raffaele Viviani, Renato Carosone), il tutto proposto in un clima affettuosamente intimo e familiare insieme, coinvolgendo il pubblico anche in un divertente gioco di indovinelli in materia cinematografica.
Particolarmente applauditi l’esecuzione di Tu vuò fa’ l’americano (Scapicchio), della poesia La varra a cui tendevi (Auriuso) e del famoso sonetto del Belli Er padre de li santi (entrambi molto “piccanti” ma arguti e intelligenti).
A chiusura della serata, una serie di stornelli maliziosi, “bippati” nelle parole più osées, cosa che ha reso il tutto ancora più divertente.
In definitiva, uno spettacolo coinvolgente e travolgente, pur nella sua voluta semplicità, senza bisogno di effetti speciali, di corpi di ballo o di fumo artificiale. Soltanto il fascino più puro della parola e delle note musicali, che diventano ancora più efficaci e pregnanti quando sul palco ci sono artisti di spessore, come Antonello Fassari, Gino Auriuso e Sandro Scapicchio.
Ricordiamo che la rassegna I VIAGGI DELL’ARTE si è aperta con Michele Placido (Placido, ma solo di nome!) e si è chiusa con un omaggio a Lucio Dalla, a cura di Sandro Scapicchio.
Salvatore Scirè
La performance è iniziata con un classico della romanità, Roma nun fa la stupida stasera, eseguita da Sandro Scapicchio, cui si è legato a seguire Antonello Fassari con E’ bello avè ‘na donna dentro casa, di Aldo Fabrizi, da Rugantino di Garinei & Giovannini.
Antonello ha giustamente ricordato questo suo strano legame con il grande “commendatore” Fabrizi. Infatti, nel film Celluloide di Carlo Lizzani (il dietro le quinte di Roma Città Aperta) lui interpretò proprio il personaggio Aldo Fabrizi, mentre in Rugantino, in uno degli ultimi allestimenti, vestì proprio i panni di Mastro Titta, il classico ruolo che fu storicamente di Fabrizi.
Poi, Gino Auriuso ci ha trasportati magicamente nel clima partenopeo interpretando il testo di una celebre macchietta, Carlo Mazza e Rosa Pezza.
E così, la serata è andata avanti, tra numerosi omaggi a grandi del passato (Nino Taranto, Trilussa, Belli, Eduardo, Totò, Raffaele Viviani, Renato Carosone), il tutto proposto in un clima affettuosamente intimo e familiare insieme, coinvolgendo il pubblico anche in un divertente gioco di indovinelli in materia cinematografica.
Particolarmente applauditi l’esecuzione di Tu vuò fa’ l’americano (Scapicchio), della poesia La varra a cui tendevi (Auriuso) e del famoso sonetto del Belli Er padre de li santi (entrambi molto “piccanti” ma arguti e intelligenti).
A chiusura della serata, una serie di stornelli maliziosi, “bippati” nelle parole più osées, cosa che ha reso il tutto ancora più divertente.
In definitiva, uno spettacolo coinvolgente e travolgente, pur nella sua voluta semplicità, senza bisogno di effetti speciali, di corpi di ballo o di fumo artificiale. Soltanto il fascino più puro della parola e delle note musicali, che diventano ancora più efficaci e pregnanti quando sul palco ci sono artisti di spessore, come Antonello Fassari, Gino Auriuso e Sandro Scapicchio.
Ricordiamo che la rassegna I VIAGGI DELL’ARTE si è aperta con Michele Placido (Placido, ma solo di nome!) e si è chiusa con un omaggio a Lucio Dalla, a cura di Sandro Scapicchio.
Salvatore Scirè