RICORDANDO G&G (NEI 50 ANNI DI “AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA”)… IO C’ERO!
IL COMMEDIOGRAFO SALVATORE SCIRÈ RACCONTA IL SUO INCONTRO CON I DUE INDIMENTICABILI AUTORI E PRODUTTORI TEATRALI
SALVATORE SCIRE'
02/12/2024
EVENTI
Roma. Avevo sempre sentito parlare di “Garinei & Giovannini”, la mitica coppia artistica e teatrale di grande successo. Da ragazzino vedevo spesso e volentieri Il Musichiere, creato da loro, con il grande Mario Riva alla conduzione: “Domenica è sempre domenica”, poi, l’ho sempre trovata una canzone straordinaria, le cui parole, nella loro genuina semplicità, disegnavano un acquerello delicato e appassionato: una narrazione di Roma toccante ed esaltante, un misto di fiabesco e di reale. Da bambino addirittura ascoltavo il “Giringiro”, la loro trasmissione radiofonica che seguiva il giro d’Italia.
Poi, un bel giorno, ebbi la fortuna di conoscerli di persona. Io ero ancora un giovane studente universitario, quando fondai l’Associazione ex Alunni del Liceo Visconti, insieme a un paio di amici. Ebbene, tra i primi personaggi che con grande entusiasmo aderirono alla nostra iniziativa, ci fu proprio Sandro Giovannini, il quale, come era logico, portò subito una ventata di simpatia e di teatrale creatività, nell’organizzazione dei nostri eventi. Dovendo nominare un presidente, la scelta non poteva che ricadere su di lui! Ed io, in qualità di segretario del sodalizio, mi relazionavo direttamente con Sandro per programmare e strutturare l’attività sociale. Nacque, così, una notevole intesa personale, una discreta complicità e soprattutto una grande amicizia fra di noi, nonostante la differenza anagrafica: probabilmente, lui, accanto a me si sentiva più giovane; ed io, accanto a lui, mi sentivo specularmente un po’ più grande.
Peraltro, ci accomunava la sezione di appartenenza, che era la C, nonchè il fatto – non trascurabile - di aver condiviso, anche se con diversi anni di distanza, l’insegnamento della professoressa Anna Casanova, temuta e “terribile” docente di matematica e fisica.
Spesso le riunioni del Consiglio Direttivo dell’Associazione si tenevano al Teatro Sistina, nel famoso “bunker”: così infatti veniva denominato da tutti lo studio di G&G. In una di queste occasioni, ebbi il piacere di conoscere anche Pietro Garinei, con il quale c’è sempre stato un rapporto più rispettoso e distaccato, che però diventò più stretto dopo la prematura scomparsa di Sandro.
Con Giovannini, si era creato subito un clima di grande amicizia e di complicità: insomma, c’era molta confidenza. Spesso lo andavo a trovare al Sistina, che era abbastanza vicino a casa mia (allora abitavo a piazza Capranica): lui era sempre di buon umore, pronto a scherzare e a fare battute con chiunque. Andavamo al bar, ma la tappa d’obbligo era la vicinissima Farmacia Achille, (quattro chiacchiere con il titolare) oppure Sandro diceva (letteralmente): “annamo a rompe le palle alla Mondaini”: infatti, pochi sanno che la grande Sandra Mondaini aveva aperto un’elegante boutique proprio di fronte al Sistina!
Così ebbi modo di seguire da vicino la complicata gestazione di Alleluja brava gente, per l’improvviso abbandono del progetto da parte di Domenico Modugno; circostanza che ci regalò l’esplosione di un certo Gigi Proietti!
In quegli anni irripetibili, grazie alla assidua e affettuosa frequentazione con Sandro Giovannini, ebbi la grande fortuna di poter assistere proprio ad alcune prove di Aggiungi un posto a tavola (sto parlando della prima edizione del 1974: 50 anni fa!); durante le pause, mi capitò anche di gustarmi una spassosa partita a briscola tra Paolo Panelli e Johnny Dorelli nel “Sistina Club”, il baretto ubicato proprio sotto il palcoscenico e gestito dal simpatico signor Bonini, riservato alle compagnie, ma dove spesso anche noi ospiti ci fermavamo a fare uno spuntino o semplicemente a bere qualcosa. Paolo perdeva e a Dorelli gliene diceva di tutti i colori. (In realtà, conoscevo personalmente anche Paolo Panelli, dal momento che anche Bice Valori faceva parte dell’Associazione ex Alunni!
Naturalmente, io fui invitato all’anteprima della commedia musicale con i miei genitori: il 7 dicembre alle 19,45 squillò il telefono di casa: era Sandro, con la sua voce stentorea e potente:
“Scirè! Stai ancora a casa? Aspettiamo voi per iniziare!”.
“Sandro! Stiamo uscendo ora: 10 minuti e arriviamo”. In effetti, all’epoca abitavamo a Piazza Capranica e arrivammo giusto in tempo per l’inizio dello spettacolo, fissato alle 20. Sandro ci accolse con grande calore, salutò i miei con sincero affetto e poi ci accompagnò ai posti riservatici in prima fila: “Vi faccio da maschera!” ci disse.
Inutile dire la soddisfazione e la gioia dei miei genitori, che non mancavano di ricordare quest’episodio ogni volta che capitava.
Come già detto, il Direttivo dell’Associazione si riuniva nel famoso bunker del Sistina, un luogo magico, pieno di locandine, di premi, di ricordi, di foto. Era un po’ come entrare in una favola speciale. Mi sembra di rivedere ancora adesso le suggestive locandine di Rinaldo in Campo o di Rugantino scritte in cirillico! C’era anche un pianoforte verticale, che io mi misi sfacciatamente a suonare: se penso ancora oggi che quei tasti li avevano sfiorati personaggi immensi come Gorni Kramer e Armando Trovajoli, mi vengono i brividi solo a pensarci!
Parafrasando Quasimodo, qualche volta Sandro ridendo diceva: “E fu subito Garinei!”.
Pietro in realtà non partecipava alle nostre riunioni: appena arrivavamo noi, lui elegantemente sgombrava il campo. Pietro sarebbe diventato “viscontino” ad honorem dopo la scomparsa di Sandro, quando l’Associazione ex Alunni, in stretta collaborazione con il Teatro Sistina, decise di istituire il “Premio Sandro Giovannini”, destinato al “romano dell’anno” e che, nelle tante edizioni a seguire, sarebbe stato consegnato ai più grandi esponenti della romanità, da Proietti a Montesano, dalla Vitti a Renato Zero.
Per organizzare questo evento annuale, ci mettemmo a lavorare insieme, con il grande regista Carlo Lizzani, nuovo Presidente dell’Associazione, con Pietro Garinei e tutto lo staff del Sistina.
Pietro non solo condivise tutto il progetto ma si impegnò a fondo nel supportarlo con grande generosità ed entusiasmo. Anzi, volle che il riconoscimento venisse conferito al “romano dell’anno”, ossia al personaggio romano del mondo dello spettacolo di maggior successo nell’anno in corso. E con convinzione diceva: “Peccato che io non lo potrò mai vincere, essendo nato a Trieste!”
Siccome ero io l’operativo dell’Associazione, toccava a me tenere i contatti con lui. Si sviluppò così un rapporto cordiale, amichevole, ma sempre molto formale. Qualche volta, però, alla fine di una telefonata, Pietro mi salutava con un affettuoso “ciao Scirè!”.
Sicuramente sembrava più distaccato, più razionale (rispetto a Giovannini), apparentemente burbero; era invece una persona di profonda sensibilità e di gran cuore. Non posso dimenticare ciò che avvenne quando al Liceo Visconti, nel 1997, premiammo Loretta Goggi: io mi ero messo d’accordo con Carletto Loffredo per cantare tutti insieme “Domenica è sempre domenica”, distribuendo di nascosto fotocopie del testo a tutti i presenti. Ovviamente Pietro non se l’aspettava e quando la band e Loretta attaccarono il ritornello e tutti si misero a cantare in coro, lui si commosse visibilmente, fino alle lacrime: anche a lui “gli era scappata la furtiva” (espressione cara a G&G, che riecheggiava l’opera di Donizetti).
Grazie anche a Garinei (e al Presidente Carlo Lizzani, ovviamente) abbiamo avuto modo di ospitare nomi eccelsi della “romanità”, da Alberto Sordi a Carlo Verdone, da Proietti a Trovajoli, da Montesano a Monica Vitti, da Gassman a Gigi Magni, che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento: una targa d’argento, dal relativo valore intrinseco, ma che costituiva soprattutto un “premio di affetto e del ricordo”.
Pietro chiese di iscriversi all’Associazione Ex Alunni come “socio onorario” e in occasione di interviste o incontri, coniò un nuovo termine di grande efficacia: il “viscontismo”!
Una volta, durante un’intervista, parlando di Giovannini, mi confidò: “Per ricordare Sandro ci vorrebbero venti libri. Posso dire che eravamo amici, nel senso più profondo dell’espressione. Io so che lui non mi ha mai tradito e che io non l’ho mai tradito; anche se questo è secondario, poiché, appunto, lo so soltanto io.”
Spaziando in lungo e largo, mi svelò anche un dettaglio interessante che io non conoscevo e che, in un certo senso, mi sfiora da vicino: mi riferisco alla storia delle due famose manine, quelle che tengono due penne e che hanno sempre caratterizzato il “marchio di fabbrica” di Garinei & Giovannini.
Mi spiegò che il celebre logo era stato a suo tempo concepito e disegnato da Michele Majorana, illustre e qualificato disegnatore e scenografo, nonché amico personale di “G & G”. Nato casualmente a Venezia nel 1916 (durante una tournée teatrale), Michele Majorana era in realtà figlio del grande attore Totò Majorana (attenzione: siamo ai tempi del film “muto” e ai primi “sonori” di Blasetti!); il quale Majorana era un mio conterraneo (nato a Militello in Val di Catania), nonchè lontano cugino del celebre fisico Ettore scomparso misteriosamente. Anni dopo ho anche conosciuto personalmente la nipote di Michele Majorana, l’ideatore e artefice di quelle magiche “manine”, che sin dai primi anni Cinquanta, hanno accompagnato i grandi successi targati “G & G”.
Dopo la scomparsa di Pietro, andai a trovare suo fratello Enzo Garinei, bravissimo attore e regista; un amico, che già conoscevo da tempo nel mondo teatrale. Ci ritrovammo mestamente insieme nel famoso “bunker”: io mi misi a sedere di fronte a lui, parlammo di tante cose e, quando mi alzai, mi accorsi che alle mie spalle, appesa al muro, ci stava una spettacolare gigantografia di Giovannini: senza rendermene conto, mi ero seduto sulla poltrona di Sandro! E di fronte c’era ovviamente quella di Garinei! Che sensazione straordinaria! Un brivido da paura!
Ora si festeggiano i 50 anni di vita di questa splendida commedia musicale, scritta con la preziosa collaborazione di Iaia Fiastri e resa ancora più magica dalle magnifiche e celebri musiche del M° Armando Trovajoli.
Una commedia importante, l’ultima, purtroppo, targata G&G,! Una commedia che mi colpì sin dal primo istante: “la favola” umanizzava tutto, anche “la voce di Lassù”: che poteva anche avere un momento di distrazione! Era un testo arguto, che , magari faceva una satira pungente sulla “curia” romana e le sue debolezze umane ma certamente non in chiave antireligiosa. Tanto è vero che alla fine “la voce di Lassù” si materializza (guarda caso!) proprio sotto forma di una colomba, la quale si lancia dalla galleria, sorvola la platea, e va a poggiarsi sulla sedia vuota! Momento percepito da sempre come geniale ed emozionante epilogo da parte del pubblico.
Probabilmente stiamo parlando dell’apice della commedia musicale italiana (che è cosa ben diversa dal musical americano).
Rimane l’amaro in bocca, se si ipotizza quale avrebbe potuto essere la loro prossima impresa teatrale, dopo il crescendo di successi sempre maggiori (Rinaldo in campo, Un paio d’ali, Rugantino, Alleluja…) che avevano creato.
Un omaggio e un ricordo affettuoso e commosso, dunque, a “G & G”. Consapevole e orgoglioso della fortuna di averli conosciuti “personalmente di persona” (come avrebbe detto qualcuno!). Felice anche di aver imparato qualcosa da entrambi: l’intuizione, la geniale fantasia, la modestia, la concretezza. Grazie Pietro, grazie Sandro!
Salvatore Scirè
Poi, un bel giorno, ebbi la fortuna di conoscerli di persona. Io ero ancora un giovane studente universitario, quando fondai l’Associazione ex Alunni del Liceo Visconti, insieme a un paio di amici. Ebbene, tra i primi personaggi che con grande entusiasmo aderirono alla nostra iniziativa, ci fu proprio Sandro Giovannini, il quale, come era logico, portò subito una ventata di simpatia e di teatrale creatività, nell’organizzazione dei nostri eventi. Dovendo nominare un presidente, la scelta non poteva che ricadere su di lui! Ed io, in qualità di segretario del sodalizio, mi relazionavo direttamente con Sandro per programmare e strutturare l’attività sociale. Nacque, così, una notevole intesa personale, una discreta complicità e soprattutto una grande amicizia fra di noi, nonostante la differenza anagrafica: probabilmente, lui, accanto a me si sentiva più giovane; ed io, accanto a lui, mi sentivo specularmente un po’ più grande.
Peraltro, ci accomunava la sezione di appartenenza, che era la C, nonchè il fatto – non trascurabile - di aver condiviso, anche se con diversi anni di distanza, l’insegnamento della professoressa Anna Casanova, temuta e “terribile” docente di matematica e fisica.
Spesso le riunioni del Consiglio Direttivo dell’Associazione si tenevano al Teatro Sistina, nel famoso “bunker”: così infatti veniva denominato da tutti lo studio di G&G. In una di queste occasioni, ebbi il piacere di conoscere anche Pietro Garinei, con il quale c’è sempre stato un rapporto più rispettoso e distaccato, che però diventò più stretto dopo la prematura scomparsa di Sandro.
Con Giovannini, si era creato subito un clima di grande amicizia e di complicità: insomma, c’era molta confidenza. Spesso lo andavo a trovare al Sistina, che era abbastanza vicino a casa mia (allora abitavo a piazza Capranica): lui era sempre di buon umore, pronto a scherzare e a fare battute con chiunque. Andavamo al bar, ma la tappa d’obbligo era la vicinissima Farmacia Achille, (quattro chiacchiere con il titolare) oppure Sandro diceva (letteralmente): “annamo a rompe le palle alla Mondaini”: infatti, pochi sanno che la grande Sandra Mondaini aveva aperto un’elegante boutique proprio di fronte al Sistina!
Così ebbi modo di seguire da vicino la complicata gestazione di Alleluja brava gente, per l’improvviso abbandono del progetto da parte di Domenico Modugno; circostanza che ci regalò l’esplosione di un certo Gigi Proietti!
In quegli anni irripetibili, grazie alla assidua e affettuosa frequentazione con Sandro Giovannini, ebbi la grande fortuna di poter assistere proprio ad alcune prove di Aggiungi un posto a tavola (sto parlando della prima edizione del 1974: 50 anni fa!); durante le pause, mi capitò anche di gustarmi una spassosa partita a briscola tra Paolo Panelli e Johnny Dorelli nel “Sistina Club”, il baretto ubicato proprio sotto il palcoscenico e gestito dal simpatico signor Bonini, riservato alle compagnie, ma dove spesso anche noi ospiti ci fermavamo a fare uno spuntino o semplicemente a bere qualcosa. Paolo perdeva e a Dorelli gliene diceva di tutti i colori. (In realtà, conoscevo personalmente anche Paolo Panelli, dal momento che anche Bice Valori faceva parte dell’Associazione ex Alunni!
Naturalmente, io fui invitato all’anteprima della commedia musicale con i miei genitori: il 7 dicembre alle 19,45 squillò il telefono di casa: era Sandro, con la sua voce stentorea e potente:
“Scirè! Stai ancora a casa? Aspettiamo voi per iniziare!”.
“Sandro! Stiamo uscendo ora: 10 minuti e arriviamo”. In effetti, all’epoca abitavamo a Piazza Capranica e arrivammo giusto in tempo per l’inizio dello spettacolo, fissato alle 20. Sandro ci accolse con grande calore, salutò i miei con sincero affetto e poi ci accompagnò ai posti riservatici in prima fila: “Vi faccio da maschera!” ci disse.
Inutile dire la soddisfazione e la gioia dei miei genitori, che non mancavano di ricordare quest’episodio ogni volta che capitava.
Come già detto, il Direttivo dell’Associazione si riuniva nel famoso bunker del Sistina, un luogo magico, pieno di locandine, di premi, di ricordi, di foto. Era un po’ come entrare in una favola speciale. Mi sembra di rivedere ancora adesso le suggestive locandine di Rinaldo in Campo o di Rugantino scritte in cirillico! C’era anche un pianoforte verticale, che io mi misi sfacciatamente a suonare: se penso ancora oggi che quei tasti li avevano sfiorati personaggi immensi come Gorni Kramer e Armando Trovajoli, mi vengono i brividi solo a pensarci!
Parafrasando Quasimodo, qualche volta Sandro ridendo diceva: “E fu subito Garinei!”.
Pietro in realtà non partecipava alle nostre riunioni: appena arrivavamo noi, lui elegantemente sgombrava il campo. Pietro sarebbe diventato “viscontino” ad honorem dopo la scomparsa di Sandro, quando l’Associazione ex Alunni, in stretta collaborazione con il Teatro Sistina, decise di istituire il “Premio Sandro Giovannini”, destinato al “romano dell’anno” e che, nelle tante edizioni a seguire, sarebbe stato consegnato ai più grandi esponenti della romanità, da Proietti a Montesano, dalla Vitti a Renato Zero.
Per organizzare questo evento annuale, ci mettemmo a lavorare insieme, con il grande regista Carlo Lizzani, nuovo Presidente dell’Associazione, con Pietro Garinei e tutto lo staff del Sistina.
Pietro non solo condivise tutto il progetto ma si impegnò a fondo nel supportarlo con grande generosità ed entusiasmo. Anzi, volle che il riconoscimento venisse conferito al “romano dell’anno”, ossia al personaggio romano del mondo dello spettacolo di maggior successo nell’anno in corso. E con convinzione diceva: “Peccato che io non lo potrò mai vincere, essendo nato a Trieste!”
Siccome ero io l’operativo dell’Associazione, toccava a me tenere i contatti con lui. Si sviluppò così un rapporto cordiale, amichevole, ma sempre molto formale. Qualche volta, però, alla fine di una telefonata, Pietro mi salutava con un affettuoso “ciao Scirè!”.
Sicuramente sembrava più distaccato, più razionale (rispetto a Giovannini), apparentemente burbero; era invece una persona di profonda sensibilità e di gran cuore. Non posso dimenticare ciò che avvenne quando al Liceo Visconti, nel 1997, premiammo Loretta Goggi: io mi ero messo d’accordo con Carletto Loffredo per cantare tutti insieme “Domenica è sempre domenica”, distribuendo di nascosto fotocopie del testo a tutti i presenti. Ovviamente Pietro non se l’aspettava e quando la band e Loretta attaccarono il ritornello e tutti si misero a cantare in coro, lui si commosse visibilmente, fino alle lacrime: anche a lui “gli era scappata la furtiva” (espressione cara a G&G, che riecheggiava l’opera di Donizetti).
Grazie anche a Garinei (e al Presidente Carlo Lizzani, ovviamente) abbiamo avuto modo di ospitare nomi eccelsi della “romanità”, da Alberto Sordi a Carlo Verdone, da Proietti a Trovajoli, da Montesano a Monica Vitti, da Gassman a Gigi Magni, che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento: una targa d’argento, dal relativo valore intrinseco, ma che costituiva soprattutto un “premio di affetto e del ricordo”.
Pietro chiese di iscriversi all’Associazione Ex Alunni come “socio onorario” e in occasione di interviste o incontri, coniò un nuovo termine di grande efficacia: il “viscontismo”!
Una volta, durante un’intervista, parlando di Giovannini, mi confidò: “Per ricordare Sandro ci vorrebbero venti libri. Posso dire che eravamo amici, nel senso più profondo dell’espressione. Io so che lui non mi ha mai tradito e che io non l’ho mai tradito; anche se questo è secondario, poiché, appunto, lo so soltanto io.”
Spaziando in lungo e largo, mi svelò anche un dettaglio interessante che io non conoscevo e che, in un certo senso, mi sfiora da vicino: mi riferisco alla storia delle due famose manine, quelle che tengono due penne e che hanno sempre caratterizzato il “marchio di fabbrica” di Garinei & Giovannini.
Mi spiegò che il celebre logo era stato a suo tempo concepito e disegnato da Michele Majorana, illustre e qualificato disegnatore e scenografo, nonché amico personale di “G & G”. Nato casualmente a Venezia nel 1916 (durante una tournée teatrale), Michele Majorana era in realtà figlio del grande attore Totò Majorana (attenzione: siamo ai tempi del film “muto” e ai primi “sonori” di Blasetti!); il quale Majorana era un mio conterraneo (nato a Militello in Val di Catania), nonchè lontano cugino del celebre fisico Ettore scomparso misteriosamente. Anni dopo ho anche conosciuto personalmente la nipote di Michele Majorana, l’ideatore e artefice di quelle magiche “manine”, che sin dai primi anni Cinquanta, hanno accompagnato i grandi successi targati “G & G”.
Dopo la scomparsa di Pietro, andai a trovare suo fratello Enzo Garinei, bravissimo attore e regista; un amico, che già conoscevo da tempo nel mondo teatrale. Ci ritrovammo mestamente insieme nel famoso “bunker”: io mi misi a sedere di fronte a lui, parlammo di tante cose e, quando mi alzai, mi accorsi che alle mie spalle, appesa al muro, ci stava una spettacolare gigantografia di Giovannini: senza rendermene conto, mi ero seduto sulla poltrona di Sandro! E di fronte c’era ovviamente quella di Garinei! Che sensazione straordinaria! Un brivido da paura!
Ora si festeggiano i 50 anni di vita di questa splendida commedia musicale, scritta con la preziosa collaborazione di Iaia Fiastri e resa ancora più magica dalle magnifiche e celebri musiche del M° Armando Trovajoli.
Una commedia importante, l’ultima, purtroppo, targata G&G,! Una commedia che mi colpì sin dal primo istante: “la favola” umanizzava tutto, anche “la voce di Lassù”: che poteva anche avere un momento di distrazione! Era un testo arguto, che , magari faceva una satira pungente sulla “curia” romana e le sue debolezze umane ma certamente non in chiave antireligiosa. Tanto è vero che alla fine “la voce di Lassù” si materializza (guarda caso!) proprio sotto forma di una colomba, la quale si lancia dalla galleria, sorvola la platea, e va a poggiarsi sulla sedia vuota! Momento percepito da sempre come geniale ed emozionante epilogo da parte del pubblico.
Probabilmente stiamo parlando dell’apice della commedia musicale italiana (che è cosa ben diversa dal musical americano).
Rimane l’amaro in bocca, se si ipotizza quale avrebbe potuto essere la loro prossima impresa teatrale, dopo il crescendo di successi sempre maggiori (Rinaldo in campo, Un paio d’ali, Rugantino, Alleluja…) che avevano creato.
Un omaggio e un ricordo affettuoso e commosso, dunque, a “G & G”. Consapevole e orgoglioso della fortuna di averli conosciuti “personalmente di persona” (come avrebbe detto qualcuno!). Felice anche di aver imparato qualcosa da entrambi: l’intuizione, la geniale fantasia, la modestia, la concretezza. Grazie Pietro, grazie Sandro!
Salvatore Scirè