PIPPO BAUDO: UN RICORDO SPECIALE DA MILITELLO
RICORDI INEDITI DEL GRANDE PIPPO RACCONTATI DA CHI LO HA VISTO DA VICINO. CHI ERA DONNA ROSA?
SALVATORE SCIRE'
20/08/2025
EVENTI

Da un paio di giorni, a Militello in Val di Catania (il Borgo dei Borghi 2025) si respira un’atmosfera surreale, contraddittoria, mai registrata prima d’oggi. Il 18 agosto, infatti, sono iniziati ufficialmente i festeggiamenti del SS. Salvatore, Patrono della città: un evento atteso e preparato da un anno, così come avverrà l’8 settembre per la grande festività in onore della Madonna della Stella, altrettanto attesa e organizzativamente già pronta. Tra l’altro con una immancabile componente di simpatico campanilismo tra le due feste, che ravvivano da secoli il periodo estivo di questo borgo.

Poi, il 16 sera, ecco giungere come un fulmine la notizia della scomparsa del suo concittadino più illustre, Pippo Baudo. Tutta la cittadina è sgomenta, incredula, la gente commenta e ricorda, qualcuno ipotizza per un istante anche di annullare le due storiche feste, ma in effetti si tratta di eventi che si svolgono ed evolvono in ambiti e dimensioni diverse. Non solo, ma subito dopo si apprende che Pippo ha disposto di farsi tumulare a Militello, nella tomba di famiglia! Quindi si mette in moto un dispositivo organizzativo incredibile e complesso, per predisporre il funerale ed accogliere adeguatamente Autorità e personaggi che arriveranno da ogni dove. E così, il Sindaco, gli Assessori, i Comitati, la popolazione decidono di stringersi tutti insieme e di affrontare gli eventi che incalzano e si sommano. D’altro canto, anche Lui avrebbe detto che “the show must go on”. E così la gioia per le feste religiose si fonde cristianamente con il dolore per la perdita del suo celebre figlio. E ogni occasione, anche liturgica, è buona per ricordarlo con affetto.

Così, ho deciso di raccontarvi il Pippo Baudo che ho conosciuto io.
Mio padre era un amico personale di vecchia data dell’avvocato Giovanni Baudo, il papà di Pippo. Tanti anni fa, (io ero molto più giovane ma ricordo che già scattavo delle

Pippo Baudo, invece, l’ho conosciuto personalmente ai tempi di GRAN PREMIO: in quella occasione la Rai aveva preso in esclusiva per sei mesi l’Hotel Fleming, il cui direttore, Paolo Scarlassare, era un mio caro amico. Io ci capitavo spesso a curiosare, a conoscere i concorrenti: lì dentro si provava di tutto, era un pullulare di artisti, divisi per squadre regionali: musicisti, cantanti, comici, era tutto un fervido ribollire di creatività e fantasia. Molto spesso Pippo Baudo vi si recava per seguire e controllare come andavano le cose in vista della imminente puntata del sabato sera. Un giorno si fermò a pranzo al ristorante del Fleming insieme all’inseparabile Maestro Pippo Caruso. Io casualmente pranzavo con il direttore nel tavolo vicino. Alla fine Baudo chiese il conto, ma il cameriere gli disse che era ospite del direttore. Baudo sorrise, ringraziò con lo stile che gli era proprio, ma a quel punto il direttore gli disse “Siete miei ospiti, anzi… le faccio anche un regalo… e le presento pure l’autore!”: così dicendo si avvicinò a Pippo consegnandogli una copia di un mio libro fotografico appena pubblicato dal titolo ROMA COLORI DEL TEMPO. Baudo leggendo il mio nome e guardandomi, subito

Lo rividi da spettatore al Teatro Sistina, quando realizzò lo spettacolo Sistina Story con il mio amico Enrico Montesano: ho sentito Enrico telefonicamente in questo frangente, chiedendogli un pensiero, un ricordo, che lui prontamente mi ha mandato e che riporto integralmente:
“Le trasmissioni di Pippo hanno accompagnato oltre cinquant’anni della mia carriera, ospitandomi con assiduità e rendendo sempre omaggio al mio percorso artistico. Abbiamo condiviso l’amicizia con Pietro Garinei e la passione per la Commedia musicale del Teatro Sistina, che è stata infine coronata dallo spettacolo Sistina Story, di cui

Personalmente ricordo un dettaglio di quello spettacolo, costruito sulle più belle canzoni targate Garinei&Giovannini: dopo un inizio musicale, dal fondo della platea spuntava imponente e ieratico Pippo Baudo, in abito da sera e con un fiore bianco al petto. Ed era un coup de theatre straordinario ed elegante.
Già, perché Pippo Baudo era (e sapeva essere) eleganza, cultura, stile, classe: questo insieme di doti ne faceva la sua cifra unica e, temo, irripetibile!
Celebrare le doti di Pippo Baudo mi sembra pleonastico e ripetitivo. Io in effetti l’ho visto un paio di volte in diretta, capace di sbrogliare al volo degli imprevisti non semplici da risolvere e sotto questo profilo è stato veramente un grande. Aggiungo, da modestissimo autore teatrale, che Pippo aveva sicuramente un plus rispetto agli altri suoi colleghi presentatori, pur bravissimi: lui era sempre pronto mettersi in gioco in prima persona: se c’era da suonare il pianoforte, da cantare, da ballare, da travestirsi in maniera buffa, era sempre pronto a metterci la faccia; e lo faceva divertendosi, come si intuiva perfettamente. Possiamo dire che era unico? Eh sì, era veramente unico. Purtroppo! E lascia sicuramente un vuoto!
Ciò che mi preme sottolineare in questa sede, è il suo sentirsi siciliano in maniera viscerale. E non lo dico per semplice campanilismo. Baudo era legatissimo alla sua, anzi… alla nostra Militello. Lo dimostrò già quando decise di sposarsi qui con Katia Ricciarelli; lo ha ulteriormente confermato quando ha reso noto il suo desiderio di essere sepolto nella sua terra, nella tomba di famiglia di un piccolo cimitero di provincia; e sempre nel suo stile: apprendo che ha voluto con sé, come compagni di viaggio, il suo smoking e una rosa. E ha chiesto di essere salutato dalle note della Cavalleria Rusticana, un’opera molto “siciliana”, che Pietro Mascagni ha magnificamente saputo esprimere, raccontando una storia che la fantasia del grande Giovanni Verga ha voluto ambientare a Vizzini, suo paese d’origine, che si trova ad appena 15 km. da Militello. Quindi veramente “roba di casa nostra”!
I

Oggi pomeriggio il funerale è stato celebrato nel Santuario di S. Maria della Stella, dove il giovanissimo Pippo faceva il chierichetto al seguito dell’indimenticabile Padre Zuccalà, correndo sotto le maestose opere d’arte della chiesa, tra cui la superba pala d’altare di Andrea Della Robbia e un trittico di Antonello da Messina. Ma tutto questo è cronaca, che tutti hanno seguito in diretta TV. Pensate che i colleghi della RAI stanno qui a Militello da domenica! Credo che Giuseppe Lavenia del TG-1 si meriti quasi la cittadinanza onoraria di Militello per essersi impegnato infaticabilmente in una lunga diretta durata quattro giorni!
L’istinto del cronista, come accennavo all’inizio, mi ha indotto a cercare e raccogliere ricordi particolari, avendo la fortuna di “giocare in casa”. E così ho sentito alcuni amici, registrandone le dichiarazioni.
Il primo che incontro in piazza Vittorio Emanuele è il geometra Salvatore Portuso che mi racconta un fatto veramente divertente:
“Io sono stato il progettista della villa di Pippo Baudo (quella che si trova appena fuori paese): abbiamo eseguito i lavori, ho fatto la fattura e sono stato regolarmente pagato. Dopo un paio di mesi su Novella 2000 in copertina vedo la foto della villa con la didascalia “la villa miliardaria di Pippo Baudo”. La sera ho telefonato a Pippo dicendogli “dobbiamo rivedere i conti”.
“Perché che è successo?”
“Semplice, tu mi hai pagato 120 milioni (di lire). Ora leggo che la villa è miliardaria, e quindi mi devi dare la differenza!”. Ovviamente tutto si è concluso con una grande reciproca risata!”
Accanto ecco un altro amico, Francesco Coniglione, già sindaco di Militello e amico personale di Pippi Baudo, che racconta:
“Con Pippo siamo cresciuti insieme, abbiamo fatto le elementari e le medie; anche se lui era una classe avanti a me, noi ci siamo sempre frequentati, anche perché ci univa la passione per la bicicletta. Lui era molto forte e insieme facevamo delle gare tra amici. In realtà lui era quello che si allenava di più con la sua bellissima bici di marca Bianchi (con le gambe lunghe si pedalava meglio!). Una volta per scherzo gli nascondemmo la bicicletta e Pippo entrò nel panico, non avendo il coraggio di presentarsi davanti a suo padre senza la bici! Poi tutto si risolse in una grande risata, ovviamente!”
Sentiamo infine il Sindaco, l’on. Giovanni Burtone, instancabile in questi giorni di preparazione dell’evento:
“Pippo, una persona legatissima alla nostra comunità, ricambiato! E dimostra di non aver voluto recidere questo cordone ombelicale neppure quando è morto: infatti ha voluto essere seppellito qua. Il suo desiderio di celebrare il funerale a Militello è un ulteriore segnale del suo attaccamento alla nostra città.”
La curiosità mi ha fatto scoprire altri dettagli insperati: solo ieri sera, parlando con una mia amica di infanzia, ho scoperto che sua nonna, Donna Giovannina Ragusa, era stata addirittura la balia di Pippo Baudo, il quale l’ha sempre considerata come una seconda mamma: non a caso, la volle al suo matrimonio con Katia, mandandole addirittura una macchina a prelevarla a casa.
Mentre si celebra in diretta TV il sacro rito, chiudo questo mio personale contributo con un’ultima curiosità. Tutti conosciamo la canzone Donna Rosa: pochi sanno, però, a chi si ispirò nel comporla. E qui, sono divergenti le notizie in merito. Secondo alcuni, Maria Rosa era una lavandaia, che a cavallo della guerra lavava i panni nel fiume Lembasi: un personaggio allegro e divertente, che potrebbe avergli ispirato la famosa canzoncina. Secondo altri, ben informati, Rosa invece era addirittura una sua zia, sorella di mamma Enza. Lasciamo insoluto questo dubbio, ben poca cosa di fronte al grande mistero della vita e della morte con cui ci stiamo confrontando!
Il vostro cronista vi saluta da Militello, una città da stamattina letteralmente invasa da migliaia di persone venute da fuori. Il clima generale è composto, rispettoso: anche il barocco oggi sembra essere più sobrio in segno di rispetto. Pure i barbacani in pietra sotto i balconi settecenteschi sembrano non voler eccedere con i loro buffi sberleffi. Il momento è veramente unico e solenne. E allora, CIAO PIPPO! Riposa in pace!
SALVATORE SCIRÈ