NON C’E’ NATALE SENZA “CANTO DI NATALE”.L’INTERVISTA A IACOPO BRUNO ILLUSTRATORE DEL LIBRO

“CHARLES DICKENS CREÒ UN MONDO E NEL TEMPO LIBERO INVENTÒ IL NATALE”.

di Cristina Marra 24/11/2020
Le interviste di Cristina
canto di natale Reggio Calabria (foto dell'autore di Umberto Nicoletti). Dei Christmas Books che Charles Dickens scrisse tra il 1843 e il 1848, A Christmas Carol è il più noto, celebrato e ricordato ogni Natale. Scritto in poco più di un mese per l’editore Chapman & Hall, nel 1843, è un instant book di pregio sin dalla prima edizione, per imposizione dello scrittore che ha voluto copertina cartonata, dorature, nastro segnalibro, otto illustrazioni di John Leech e un prezzo popolare.

L’enorme successo di vendite rincuorò Dickens che portò a giusto termine il suo obiettivo di denunciare le condizioni di povertà, miseria e abbandono del proletariato londinese e lo sfruttamento minorile. canto di natale

La storia è quella del tirchio e avido Scrooge che la notte della Vigilia di Natale riceve la visita di tre spettri che lo conducono attraverso le età della vita fino al momento della sua morte. Quelle visioni gli aprono il cuore alla solidarietà e muta atteggiamento nei confronti della gente a partire dal giorno di Natale. La popolarità del racconto non si ferma e continua nel tempo con nuove edizioni editoriali illustrate, fumetti, cartoons e film. Non è Natale senza Canto di Natale da rileggere o regalare e come scrisse Burgess “Dickens creò un mondo e nel tempo libero inventò il Natale”.

Da oggi in libreria, edita da Rizzoli una nuova e splendida edizione di “Canto di Natale”, illustrata da Iacopo Bruno e tradotta da Beatrice Masini. Iacopo Bruno,  fondatore con Francesca Leoneschi dello studio di grafica e illustrazione The world of DOT, collabora con le più prestigiose case editrici italiane e straniere e con l’opera di Dickens incanta sin dalla copertina dove troneggiano il rosso e l’oro natalizi e le campanelle della festa. Con Bruno la Londra fredda e innevata contrasta con gli interni caldi e decorati per il Natale.

L’intensità emotiva dei volti, gli oggetti, le finestre illuminate, i dolci, i regali e la musica sono i dettagli su cui l’occhio attento dell’illustratore si posa per rendere il racconto con immagini di attimi, sguardi, sorrisi e timori che sembrano sbirciate, rubate e fermate.

Iacopo, com’è stato approcciarti a un grande classico come Canto di Natale di Dickens? Mi racconti da quale disegno sei partito?

Ho sempre desiderato illustrare un classico ma ne ho avuto occasione solo partecipando a qualche concorso all’inizio della mia carriera. Così, quando Stefania Di Mella, Editor della Narrativa per Ragazzi della Rizzoli, mi ha proposto Il Canto di Natale, uno dei miei classici preferiti, non vedevo l’ora di iniziare. Poco dopo è scoppiata la pandemia e tutto è cambiato. In pieno Lock down ho ripreso in mano pennelli e colori a olio, cosa che non facevo da almeno vent’anni dato che abitualmente coloro digitalmente le mie illustrazioni, e in quel momento ho deciso che sarebbe stato proprio l’intramontabile Classico di Dickens che avrei affrontato dipingendo ad olio su carta. L’approccio iniziale è stato inevitabilmente tormentato per l’utilizzo di una tecnica tutta da riscoprire e la gestione delle tempistiche più lunghe. La prima tavola che è venuta fuori è Scrooge di schiena davanti ad un grande manifesto mortuario di Jacob Marley, suo socio. Questa illustrazione ha segnato la strada che avrei intrapreso. Le illustrazioni sarebbero state degli attimi di vita fermati come in una foto rubata ed estrapolati dal loro contesto per dialogare con l’elegantissimo progetto grafico curato da Francesca Leoneschi e Mauro DeToffol dello studio The World of DOT.

canto di natale Il libro, nato come instant book ha avuto un enorme successo che dura nei secoli, secondo te qual è il segreto che rende questa storia intramontabile? E quanto le illustrazioni hanno contribuito al suo successo?

Nel 1843 Charles Dickens a pubblica il suo “A Christmas Carol” e da quel Natale ad oggi gli ingredienti di quest’ opera non hanno mai smesso di affascinarci. Lo dimostra la quantità di edizioni differenti che in questi ultimi 177 anni sono state prodotte in tutto il mondo. Una storia di Fantasmi, di conversione, di buoni sentimenti e di Natale naturalmente che personalmente mi ha sempre fatto sognare facendomi immaginare che le cose potessero sempre cambiare in meglio, anche in una notte! Già dalla prima edizione del 1843 il Canto di Natale è stato accompagnato da illustrazioni. In quella prima edizione le illustrazioni di John Leech ci hanno delineato un immaginario che è rimasto praticamente intatto sino ad oggi. Nonostante la scrittura di Dickens ci faccia vedere ogni dettaglio della storia, le illustrazioni ci aiutano a ritrovare le atmosfere di una Londra Vittoriana, i costumi, gli oggetti, i luoghi. Non è facile confrontarsi con un immaginario consolidato e raccontare qualcosa di nuovo. Nella mia versione ho scelto di raccontare il Canto attraverso piccoli momenti, piccole cose. Dei dolci, un’insegna, un orologio, la tomba o il nipote che varca la soglia del negozio, Scrooge al lavoro, la nipote che suona l’arpa.

Sei specializzato nelle copertine wraparound, per Canto di Natale su cosa hai puntato?

Si, penso che una mia caratteristica di illustratore sia proprio quella di pensare una copertina di un libro in modo avvolgente. Lo immagino sempre come un oggetto tridimensionale. Solo in rarissimi casi ho disegnato solo il piatto di copertina. Progetto sempre la copertina insieme al dorso e la quarta e se ho spazio mi allargo sulle alette, sui risguardi sui rivestimenti del libro cartonato. delle mie copertine “wraparound” disegno tutto, dalle illustrazioni alla tipografia e questo penso che sia stata una caratteristica che ha fatto apprezzare il mio lavoro principalmente all’estero. Per il canto di Natale non ho potuto non citare il rosso e l’oro della prima edizione e quindi non mi sono risparmiato nell’uso del rosso e dell’oro. A questo proposito devo ringraziare tutti quelli che hanno partecipato allo sforzo per far si che la stampa di questo libro fosse di qualità da un punto di vista tecnico. Grazie dunque alla Rizzoli, agli stampatori e allo studio DOT.

Sei stato autore di copertine di gialli per collane famose, non posso non chiederti quanto ti piace illustrarle e che rapporto hai col mistero che in un certo senso fa parte anche della storia di Scrooge.canto di natale

Sono stato e continuo ad esserlo. Nonostante all’estero sia esclusivamente un illustratore per ragazzi, in patria mi sono sempre tenuto uno spazio dedicato agli adulti e principalmente dedicato al giallo e al noir. Ho avuto la fortuna di disegnare per il Corriere della Sera e la direzione artistica dello studio The World of DOT  intere collane di autori straordinari come Giorgio Scerbanenco, Patricia Highsmith, Mary Higgins Clark, la collana dei Gialli Anglosassoni, e poi Classici come Arsène Lupin di Maurice Leblanc o Agatha Christie che tra l’altro uscirà a breve, sempre con il Corriere della Sera in una collana completa sempre con le mie illustrazioni. Per la Rizzoli, sempre con lo studio DOT, illustro tutte le copertine della collana Nero Rizzoli che vanta giallisti straordinari. Ho dunque un ottimo rapporto con il mistero direi e la storia di Scrooge che ne è intrisa è stata un’occasione per esprimerlo nei toni scuri che avvolgono tutte le illustrazioni e nello sguardo che si posa sugli oggetti inanimati come sulla scena di un crimine.

Nel libro oltre ai personaggi chiave sono importanti anche i dolci della tavola natalizia del tempo. Per disegnare abiti e cibi qual è il tuo metodo di ricerca quando disegni.

Faccio moltissima ricerca. Sempre. Qualsiasi cosa illustri dedico una grandissima percentuale del mio tempo alla ricerca. L’ho sempre fatto anche quando l’accesso alle informazioni non era così agevolato dal web e continuo a farlo sempre con maggiore curiosità ora che abbiamo l’opportunità di attingere da bacini infiniti comodamente seduti davanti al nostro computer. Questa è la prima regola che io e Francesca Leoneschi abbiamo trasmesso ai collaboratori del nostro studio The World of DOT.

canto di natale Che particolarità ha il tuo Scrooge?

È un personaggio misterioso, sfuggevole, lo vediamo di spalle nelle prime illustrazioni e poi lo vediamo tagliato fuori dall’inquadratura al di là di una finestra o distante. È un personaggio che deve uscire dal buio durante tutta la narrazione e solo alla fine, quando il suo animo è completamente mutato, lo possiamo vedere nella sua interezza, frontale e che ci saluta toccandosi il cappello.

Tra i personaggi ce n’è uno che hai disegnato con maggiore piacere o che ti ha incuriosito di più nella storia?

Penso che tra le mie tavole preferite ci sia la donna che suona l’arpa con i due bambini che danzano. Sono personaggi irrilevanti nella storia ma credo che diano il senso e il sapore del Natale in casa del nipote di Scrooge. In questa illustrazione mi ha particolarmente appassionato la ricerca degli abiti e degli oggetti e mi piace la composizione così rigorosa inscritta nel triangolo dell’albero di Natale.

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