“NERO COME UN CANARINO”, DI ALDO NICOLAJ TRIONFA AL MANZONI DI ROMA
STRAORDINARIE INTERPRETAZIONI DI PINO AMMENDOLA E DELL’AFFASCINANTE MARIA LETIZIA GORGA.
di Salvatore Scirè
06/02/2023
Visto e recensito
Roma. Al Teatro Manzoni di Roma è in scena una deliziosa commedia di Aldo Nicolaj, dal titolo curioso e accattivante: “Nero come un canarino”, accolta con grande entusiasmo dal pubblico presente alla prima stampa.
Una commedia “avveniristica” (potremmo tranquillamente definirla così), interpretata da un magnifico cast di attori e diretta con squisita raffinatezza da Silvio Giordani.
Ma andiamo con ordine. Aldo Nicolaj, uno dei maggiori drammaturghi italiani contemporanei (scomparso nel 2004), ha scritto nel 1960 un’opera avveniristica, immaginando (o intuendo) un futuro strano, strampalato, pur tuttavia credibile, possibile, anche agli occhi di noi attuali abitanti della terra.
L’Autore immagina infatti una città programmata, perfetta, al punto che non vi è più criminalità: fabbriche ordinate, alberi di plastica che non “sporcano”, cimiteri verticali (!). Ci spiega il regista Silvio Giordani: “Tra divertimento e suspense, Nero come un canarino presenta un mondo cupo, con una scala dei valori capovolta, che ha ridotto l’amore ad una combinazione di molecole e l’ambiente ad una grigia pianura di veleni. Si ride e ci si diverte ma si ha pure la sensazione scomoda di entrare in un possibile futuro che inesorabilmente sfugge al nostro controllo”.
In poche parole, gli abitanti di questo luogo improbabile (o probabile?) vivono immersi in un inquinamento ambientale e morale che annerisce persino i canarini, un mondo di ciminiere, di manichini più che persone. In tale contesto, arriva il commissario Pietro Bon (Pino Ammendola), il quale scopre subito che le carceri sono splendide, ma vuote.
Nessun delitto, nessuna indagine da svolgere, però.... ecco un elemento che stona con tutto il contesto: l’affascinante Gilda (Maria Letizia Gorga), sospettata di aver avvelenato tre mariti.
La trisvedova coltiva ancora fiori colorati e profumati ed alleva canarini veri in un mondo dove ormai tutto è di plastica, sostanza che non sporca e non dà fastidio. Il commissario subisce inevitabilmente il fascino della donna che deve inquisire: e così comincia il dilemma tra l’uomo (innamorato) e il commissario (ligio alle leggi). Non vi diciamo come andrà a finire, ovviamente, ma tutta la commedia è un piacevole scorrere di divertenti quadri, scene, gags, musiche!
Il cast: Pino Ammendola interpreta magnificamente (come sempre del resto) il commissario con le sue contraddizioni comportamentali nei confronti di Gilda, ovvero la bravissima Maria Letizia Gorga, la quale padroneggia la scena, ma si esibisce anche nell’interpretazioni di tre magnifici boleros sudamericani che valorizzano tutta la pièce.
Accanto a loro, sul palco, Maria Cristina Gionta, impeccabile nell’interpretare due ruoli diversi e distinti, ossia la Sindaca del paese e anche una disinvolta ed atletica femminista; Luca Negroni anche lui efficace nel duplice ruolo dell’agente Pillon e del marito della Sindaca (nonché medico condotto del paese). E infine Giuseppe Renzo, un calciatore “in esilio” in questa località isolata, a sua volta sedotto dalla femminista.
La regia di Silvio Giordani come sempre è una garanzia: valorizza il testo con cura e attenzione, imprimendo all’evoluzione della vicenda i ritmi giusti e le dinamiche interpersonali corrette, costruendo personaggi credibili anche se paradossali, che in quanto tali sono allo stesso tempo comici e divertenti.
Insomma, un “poliziesco” più rosa che giallo, che si lascia apprezzare per le sue caratteristiche: è uno spettacolo ben fatto, delicato, accurato; insomma da vedere assolutamente.
Ricordiamo che le scene sono di Mario Amodio, i costumi di Lucia Mariani, le musiche originali di Stefano De Meo, le luci di Marco Macrini.
Salvatore Scirè
Fino al 19 febbraio (da giovedi a domenica)
TEATRO MANZONI
Via Monte Zebio, 14 – Roma
Per info e prenotazioni:
Tel. 06.3223634 WhatsApp 327.8959298
prenotazioni@teatromanzoniroma.it
www.teatromanzoniroma.it
Una commedia “avveniristica” (potremmo tranquillamente definirla così), interpretata da un magnifico cast di attori e diretta con squisita raffinatezza da Silvio Giordani.
Ma andiamo con ordine. Aldo Nicolaj, uno dei maggiori drammaturghi italiani contemporanei (scomparso nel 2004), ha scritto nel 1960 un’opera avveniristica, immaginando (o intuendo) un futuro strano, strampalato, pur tuttavia credibile, possibile, anche agli occhi di noi attuali abitanti della terra.
L’Autore immagina infatti una città programmata, perfetta, al punto che non vi è più criminalità: fabbriche ordinate, alberi di plastica che non “sporcano”, cimiteri verticali (!). Ci spiega il regista Silvio Giordani: “Tra divertimento e suspense, Nero come un canarino presenta un mondo cupo, con una scala dei valori capovolta, che ha ridotto l’amore ad una combinazione di molecole e l’ambiente ad una grigia pianura di veleni. Si ride e ci si diverte ma si ha pure la sensazione scomoda di entrare in un possibile futuro che inesorabilmente sfugge al nostro controllo”.
In poche parole, gli abitanti di questo luogo improbabile (o probabile?) vivono immersi in un inquinamento ambientale e morale che annerisce persino i canarini, un mondo di ciminiere, di manichini più che persone. In tale contesto, arriva il commissario Pietro Bon (Pino Ammendola), il quale scopre subito che le carceri sono splendide, ma vuote.
Nessun delitto, nessuna indagine da svolgere, però.... ecco un elemento che stona con tutto il contesto: l’affascinante Gilda (Maria Letizia Gorga), sospettata di aver avvelenato tre mariti.
La trisvedova coltiva ancora fiori colorati e profumati ed alleva canarini veri in un mondo dove ormai tutto è di plastica, sostanza che non sporca e non dà fastidio. Il commissario subisce inevitabilmente il fascino della donna che deve inquisire: e così comincia il dilemma tra l’uomo (innamorato) e il commissario (ligio alle leggi). Non vi diciamo come andrà a finire, ovviamente, ma tutta la commedia è un piacevole scorrere di divertenti quadri, scene, gags, musiche!
Il cast: Pino Ammendola interpreta magnificamente (come sempre del resto) il commissario con le sue contraddizioni comportamentali nei confronti di Gilda, ovvero la bravissima Maria Letizia Gorga, la quale padroneggia la scena, ma si esibisce anche nell’interpretazioni di tre magnifici boleros sudamericani che valorizzano tutta la pièce.
Accanto a loro, sul palco, Maria Cristina Gionta, impeccabile nell’interpretare due ruoli diversi e distinti, ossia la Sindaca del paese e anche una disinvolta ed atletica femminista; Luca Negroni anche lui efficace nel duplice ruolo dell’agente Pillon e del marito della Sindaca (nonché medico condotto del paese). E infine Giuseppe Renzo, un calciatore “in esilio” in questa località isolata, a sua volta sedotto dalla femminista.
La regia di Silvio Giordani come sempre è una garanzia: valorizza il testo con cura e attenzione, imprimendo all’evoluzione della vicenda i ritmi giusti e le dinamiche interpersonali corrette, costruendo personaggi credibili anche se paradossali, che in quanto tali sono allo stesso tempo comici e divertenti.
Insomma, un “poliziesco” più rosa che giallo, che si lascia apprezzare per le sue caratteristiche: è uno spettacolo ben fatto, delicato, accurato; insomma da vedere assolutamente.
Ricordiamo che le scene sono di Mario Amodio, i costumi di Lucia Mariani, le musiche originali di Stefano De Meo, le luci di Marco Macrini.
Salvatore Scirè
Fino al 19 febbraio (da giovedi a domenica)
TEATRO MANZONI
Via Monte Zebio, 14 – Roma
Per info e prenotazioni:
Tel. 06.3223634 WhatsApp 327.8959298
prenotazioni@teatromanzoniroma.it
www.teatromanzoniroma.it