MILITELLO SI CHIUDE IL SIPARIO SU PIPPO BAUDO

LE INCONGRUENZE E LE PRESENZE NEGLI ULTIMI ISTANTI DEL FUNERALE DELL'INDIMENTICABILE PRESENTATORE

ALFONSO MAGNO 23/08/2025
EVENTI
FUNERALE BAUDOMercoledì 20 agosto 2025, è calato definitivamente il sipario sulla visibilità nazionale di Militello?
Tardo pomeriggio di una caldissima, ma non afosa, giornata estiva che vira al tramonto; due poliziotti chiudono il cancello del Cimitero per l’extra omnes che sancisce la fine dell’era Pippo Baudo. Dentro, le auto dei parenti ed il carro funebre; fuori qualche cittadino, alcuni operatori dell’informazione ed un piccolo drappello di uomini delle forze dell’ordine. Il momento ora è veramente privato; quel momento che chiude definitivamente l’ultimo regalo che il presentatore militellese ha voluto fare al suo paese natale. L’ultimo, perché nella sua lunghissima carriera non ha mai nascosto il suo orgoglio di siciliano, il suo orgoglio di essere nato in un piccolo paese del catanese (e non del calatino, come detto da un cronista del Tg1).

Lui Militello in Val di Catania lo ha sempre nominato e ribadito sia durante i programmi televisivi che anche nelle serate all’aperto organizzate in tante località italiane, grandi e piccole. Da quel lontano 1960, anno del provino Rai che poteva segnare lo spartiacque fra il diventare personaggio televisivo di spicco o un semplice avvocato come il padre.

Pippo Baudo ha sempre portato Militello in Val di Catania (e non Sant’Agata di Militello, nel lapsus di un giornalista di una TV locale, in diretta durante il funerale) come un fiore all’occhiello; Militello, il paese che per gli italiani è ormai un sillogismo: Militello? Pippo Baudo! MaFUNERALE BAUDO anche il paese del nonno, del bisnonno - via a ritroso - di Ettore Majorana (ma questa è un’altra storia). E mercoledì 20 agosto 2025 i militellesi, ma anche i presenti non autoctoni, hanno ringraziato Pippo Baudo per la visibilità che ha dato al paese, a Catania, alla Sicilia, e per quanto ha dato, a livello professionale, alla televisione nazionale ed al mondo dello spettacolo.

È scomparso l’ultimo dei Fantastici Cinque della Televisione (con la T maiuscola) italiana; Corrado Mantoni, Enzo Tortora, Alberto Lupo, Mike Bongiorno e lui. Curiosamente, escludendo il romano Corrado, due genovesi e due siciliani, quantomeno d’origine per Mike. Quel Mike, il Re del “telequiz”, per il quale nel settembre 2009 furono organizzate le esequie di Stato; vabbè. Per Pippo nessun funerale di Stato; ah, già, ma al tempo il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi; altri santi in Paradiso. Per Mike quattro carabinieri di picchetto accanto al feretro, per Pippo due. Tralasciando le cariche dello Stato presenti nel 2009 nel Duomo di Milano (era un funerale di Stato), a Militello si sono presentati Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato (vabbè, facile, arrivava da Paternò, lo ha detto lui ma sicuramente sarebbe venuto anche fosse stato in capo al mondo), ed Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. Chapeau. Ed un nugolo di sindaci del comprensorio. Noblesse oblige.

E il mondo dello spettacolo? A Milano tanti, tantissimi, fra i quali anche lui, Pippo Baudo che ha portato a spalla il feretro del collega fuori dal Duomo. A Militello ci hanno pensato gli “aficionados” della Madonna della Stella. Fra la gente presente, qualcuno ha commentato: «Ma neanche uno dei figli di Bongiorno è venuto oggi?». Nessuno. E FUNERALE BAUDOnessuno del mondo dello spettacolo e della televisione tout-court, eccezion fatta per Gigi D’Alessio, Michele Guardì, Albano Carrisi, Alberto Matano, Salvo La Rosa e Viola Valentino; chapeau. I Pooh e Romina Power presenti con una corona di fiori ciascuno; chapeau. E gli altri? Nessuno. Beh, Militello non è Milano anche se le prime tre lettere sono identiche. «Gli assenti sono andati al Delle Vittorie, cosa pretendi?» ha commentato una signora al di là delle transenne. Ah, c’era anche Lorella Cuccarini, ma vallo a spiegare alla giornalista di una TV locale che l’ha inseguita per avere una dichiarazione, ma le forze dell’ordine gli si sono frapposte anche perché la soubrette non era intenzionata a farsi intervistare.

Ecco, le forze dell’ordine ma anche i volontari, le associazioni nazionali di categoria (Polizia di Stato e Carabinieri), le protezioni civili del comprensorio, i presidi sanitari per un evento considerato di massima emergenza. Tanti, davvero tanti, gli addetti ai lavori per garantire la sicurezza di tutti; compreso il solerte funzionario in borghese della Polizia di Stato che ad un professionista dell’informazione ha negato più di una volta l’accesso al parterre ed alla scalinata della chiesa, impedendogli di svolgere al meglio il suo lavoro; «Non puoi accedere con la fotocamera», «Ho l’accredito, sono autorizzato e ci sono tanti miei colleghi con fotocamere e telecamere», «Non puoi passare.FUNERALE BAUDO Stop». Questo il dialogo fra i due.

E i parenti? C’erano, ovviamente, quelli più stretti: Tiziana, Alessandro, Nicholas, Maria; c’era Dina, ci mancherebbe, la fida segretaria di una vita. Però non è passato inosservato che Tiziana ed Alessandro non sono mai stati visti vicini a Dina; né in chiesa, né fuori.

E la Rai? Vabbè, gli ha fatto una diretta di oltre 5 ore… che ci veniva a fare anche l’ultimo dei dirigenti?

Pippo Baudo ha fatto l’ultimo e più grande regalo al suo paese, alla sua gente: meglio un funerale a Roma con tanti colleghi (forse anche qualcuno ipocrita), chissà quanti politici in passerella, una sfilza di funzionari Rai o anche di Mediaset, oppure le esequie per pochi intimi (un migliaio abbondante) a Militello? Meglio essere tumulati in un grande cimitero di una grande città italiana o nel piccolo cimitero della piccola Militello?

Riformuliamo: meglio ricordare Pippo Baudo o Militello? Nessun dubbio: meglio MILITELLO. E Pippo Baudo ha regalato Militello ai militellesi.

ALFONSO MAGNO

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