“LE NUVOLE” DI ARISTOFANE, RITORNO ALLE ORIGINI
STRAORDINARIO SUCCESSO DELLA COMMEDIA IN OCCASIONE DEL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA COMPAGNIA CASTALIA DI VINCENZO ZINGARO
di Vito Bruschini
18/03/2023
Visto e recensito

E questo cuore hanno dimostrato di averlo Vincenzo Zingaro, il folle utopista, e i suoi compagni di avventura che qui voglio elencare uno per uno per rendere omaggio alla passione di tutti loro: il Maestro Giovanni Zappalorto, gli attori Fabrizio Passerini, Ugo Cardinali, Rocco Militano, Piero Sarpa, Laura De Angelis, Sina Sebastiani, Valeria Spada e agli invisibili (quelli che lavorano dietro le quinte), Giovanna Venzi, Barbara Barbieri, Maurizio Quattrini (mi si perdoni se ho saltato qualcuno).

LA TARGA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Non è un caso che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, abbia voluto insignire Zingaro del prestigioso riconoscimento di una speciale Targa della Camera dei Deputati per benemerenze artistiche e culturali e che in questa ricorrenza il Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi abbia avuto per lui un encomio di questo livello:
«Zingaro rientra di merito nell’illuminata élite di artisti che plaudono all’autenticità indipendentemente dalle mode che spesso guardano con sprezzo al passato. Non posso che apprezzare e sostenere l’ingegnoso lavoro che Zingaro conduce da anni restituendo al teatro la sua natura più autentica, sedotta dalla sacralità delle origini e aperta all’epopea di nuovi riti».
LA COMMEDIA
Reso questo dovuto omaggio a Vincenzo Zingaro e ai suoi collaboratori, artefici di questo monumento alla cultura del nostro Paese, veniamo a Le Nuvole, la commedia che rimarrà in scena al Teatro Arcobaleno fino al 2 aprile.

Ebbe l’intuito di far realizzare le maschere da Rino Carboni, tra i più grandi artigiani del cinema per gli effetti speciali e il trucco, già stretto collaboratore di Sergio Leone e Fellini. Quelle indossate ancora oggi dai nostri protagonisti sono le maschere ormai storiche della prima rappresentazione di Palestrina.
La storia de Le Nuvole sembra scritta in questi anni, tanto è attuale la tematica e purtroppo tanta è la disperazione nel constatare che l’Umanità, l’Uomo, non progredirà mai nelle sue pulsioni più turpi. In pratica si parla di intellettualoidi (all’epoca si chiamavano sofisti) che per esercitare il loro potere sul popolo, lo invischiano inventando linguaggi e subdole argomentazioni di nessuna valenza.
Il nostro protagonista alla fine, avendo compreso la nullità dei loro discorsi, decide di dare fuoco a loro e ai loro inconsistenti vaniloqui. Non è esattamente quello che avviene oggi, dove giornali, media, tv, politici, manager con le loro affabulazioni fanno di tutto per inventarci una realtà che non esiste?
IN SCENA
In scena il contadino, interpretato con rara maestria e resistenza fisica, da Fabrizio Passerini regge l’intero spettacolo. Il figlio è un prodigioso Piero Sarpa, che fa venire giù la platea per le risate quando, dopo un “master” presso i sofisti, si ripresenta al padre trasformato in un uomo dai “modi flessuosi”. Socrate, il re dei parac… volevo dire dei sofisti, è Ugo Cardinali, ieratico e regale quanto basta.
C’è poi il simpaticissimo Rocco Militano, rinchiuso nel costume di un pollo e infine le Nuvole rappresentate da tre bellissime ed eteree fanciulle: Laura De Angelis, Sina Sebastiani e Valeria Spada.

Insomma lo spettacolo è una pietra miliare della commedia, guai a perderselo.
P.S. Vorrei comunque chiudere questa nota con le parole di Vincenzo Zingaro che meglio di me ha saputo riassumere il senso dell’opera: «Sono trascorsi 2400 anni dalla prima rappresentazione de Le nuvole, avvenuta nel 423 a.C. ed è impressionante quanto l’opera riesca a conservare intatta e attuale la forza del suo messaggio.
L’attacco contro i sofisti, dipinti da Aristofane come cialtroni, dediti a contrabbandare idee senza senso, pericolosi, in quanto capaci di attrarre i giovani con l’abilità dialettica, con la seduzione dell’effimero, allontanandoli dai valori veri, oggi potrebbe essere rivolta contro la degenerazione del sistema televisivo e dei social, che riescono ad imporre fenomeni e modelli spesso senza alcuna consistenza. Appare quanto mai urgente rinnovare profondamente la nostra società, offrendo ai giovani una visione positiva e costruttiva del futuro, lontano dalle scorciatoie, facendoli sentire parte di una collettività, in cui le azioni del singolo hanno un peso determinante per il bene e lo sviluppo comune. Anche questo invito ci viene dai Greci».
VITO BRUSCHINI
FINO AL 2 APRILE 2023
TEATRO ARCOBALENO
Centro stabile del Classico
Via F. Redi, 1°
Info: 06.44248154/06.4402719