LA LIQUIRIZIA, IL PRODOTTO DI ECCELLENZA DELLA COSTA IONICA DI ROSSANO
INTERVISTA A FORTUNATO AMARELLI AD DEL BRAND AMARELLI
CRISTINA MARRA
09/04/2025
ECCELLENZE MADE IN ITALY

Dal 1731 l’azienda Amarelli si occupa di rendere la liquirizia calabrese sempre più protagonista in Italia e nel mondo. Fortunato Amarelli, AD del brand, con disponibilità ed entusiasmo mi racconta la storia della sua famiglia e del legame con la pregiata radice di cui la Calabria è la madre. Per Amarelli la liquirizia e la sua lavorazione sono sinonimo di tradizione ma soprattutto di innovazione e attualizzazione di un prodotto richiesto in Italia e all’estero che riesce a evolversi di pari passo con le esigenze del mercato e dei clienti.

Presente in ventisei paesi, l’azienda Amarelli si occupa anche del recupero della tradizione dolciaria con il museo della Liquirizia intitolato a Giorgio Amarelli , inaugurato nel 2001, ed al secondo posto tra i musei d’impresa più visitati in Italia. Dal succo delle radici di questa pianta dalle tante proprietà benefiche nascono i confetti dal colore brillante e nero custoditi nelle iconiche scatoline di latta, da poco anche proposte in formato maxi come quello in foto con me. Quanti di noi non hanno resistito all’originalità della scatolina di metallo made in Amarelli con soggetti da collezionare?
Liquirizia pura, aromatizzata, gommosa, dalla spezzatina, ai sassolini, alle favette fino agli amaretti, i prodotti Amarelli accontentano tutti i gusti e non mancano le collaborazioni con altri marchi artigianali calabresi come Panestorto che produce le mezze frese di pane alla liquirizia.
Fortunato benvenuto a Eccellenze made in Italy. La storia di Amarelli è molto antica, dal 1731 a oggi rende la liquirizia un’eccellenza. Cosa si è mantenuto da allora e quali sono stati i cambiamenti sostanziali nel corso dei secoli? Amarelli è sinonimo di tradizione e innovazione?
Philips Kotler dice che esistono due tipi di aziende quelle che cambiano e quelle che chiudono, la società è in continuo cambiamento ed i modelli di business si esauriscono velocemente, la grande sfida delle aziende, soprattutto quelle attive da un pò di anni è quella di essere “in tempo” di attualizzare il proprio business, renderlo appealing ai gusti delle nuove generazioni di acquirenti, a volte, c’è bisogno di intervenire sul prodotto, altre volte sul mercato. Cambiare è la parola chiave, in Amarelli è sempre stato così, la prima installazione di una caldaia a vapore nella città, le scatoline di metallo negli anni 80, il primo sito internet nel 96 a pochi mesi dalla liberalizzazione del web, il museo della liquirizia nel 2001 fra i primi musei d’impresa in Italia. L’innovazione è sempre stata “on top” non è mancato però la valorizzazione del patrimonio immateriale dell’azienda, la storia ma anche il know how sul prodotto restano un vantaggio competitivo unico.

Pochi prodotti si possono definire Calabresi come la liquirizia. Da noi cresce spontanea infestante, mentre non attecchisce in altre regioni d’Italia se si escludono parte della Sicilia e dell’Abbruzzo. Poi cresce in Grecia in Turchia in Medio Oriente e poi seguendo la via del te anche in Cina ma l’enciclopedia britannica, già nell’ottocento, al capitolo liquirizia, recita: “the best licorice in the world is made in Calabria”.
Gli Amarelli sono legati a questa pianta da molti secoli, ma non erano gli unici, prima si commercializzava principalmente per usi terapeutici, poi intorno agli inizi del 700 nacquero i primi “conci” (fabbrica di liquirizia) quasi 80 in tutta la regione. Baracco, Compagna, Longo, Martucci, Zagarese, Pignatelli, sono solo alcuni dei nomi delle famiglie che hanno fondato e gestito un concio di liquirizia, un vero primato della nostra regione, riconosciuto ancora oggi nel mondo.
Digestiva e regolatrice della pressione, quali altre proprietà possiede la liquirizia?
Balsamica, Espettorante, è un forte antivirale e per questo studiatissima durante le epidemie da Sars e Covid. Il suo uso come prodotto dolciario è recente, per secoli è stata fra le piante officinali più usate dalla medicina tradizionale. Fu proprio questa la grande fortuna dei Calabresi, durante il Medioevo e fino agli inizi del 700 la radice di liquirizia essiccata e tagliata in bastoncini era la materia prima con la quale gli erboristi tutta Europa preparavano le tisane medicamentose unendo diversi tipi di piante.

La preparazione finale, per infusione, la faceva il paziente a casa. Proprio questa pratica suggerì l’idea per la realizzazione dei primi conci (le fabbriche di liquirizia) Per risparmiare sulle spese di trasporto in Calabria qualcuno cominciò ad estrarre il succo dalla radice e ad essiccarlo per garantirne la conservazione, in questo modo si sarebbe trasportato solo il 30% peso del prodotto tal quale.
Questa grande innovazione divenne virale, in Calabria ogni produttore si dotò di un Concio e così nei primi del 700 nacquero circa 80 aziende di liquirizia.
Dalla sede di Rossano all’espansione del marchio all’estero, quanto è importante il legame col territorio? Quanto la Amarelli, eccellenza calabrese, contribuisce a far conoscere la Calabria nel mondo? Nessuna azienda può resistere in un territorio se ne diventa
un corpo estraneo, prima o poi succederà che sarà espulsa, costruire un’ alleanza con il territorio è fondamentale. Da sempre sulle nostre scatoline non manca mai la scritta Calabria, Rossano.
Dal 2001 esiste il Museo Amarelli che annualmente accoglie migliaia di visitatori soprattutto giovanissimi, cosa conserva e offre?
Il museo della liquirizia è un luogo speciale, da ormai 23 anni accoglie migliaia di visitatori, raccontiamo una storia inedita, quella già accennata dell’epoca d’oro della liquirizia, quando più di 80 aziende producevano questo succo dolcissimo e la Calabria era il distretto produttivo del regno delle due Sicilie.
CRISTINA MARRA