INTERVISTA AD ASAD VENTRELLA, QUANDO L’ARTE SI SPOSA CON LA PASSIONE

L’ARTISTA CHE SA LAVORARE I MATERIALI CON LA FORZA DELLO SCULTORE E LA DELICATEZZA DELL’ORAFO

DI CRISTINA MARRA 08/07/2023
ECCELLENZE MADE IN ITALY
ventrellaNapoli. Entrare nel mondo creativo di Asad Ventrella è un’immersione nelle forme, un viaggio emozionale con un approccio diverso dello sguardo su oggetti, strumenti, animali marini, lettere dell’alfabeto, mito. Asad le scruta  “estrapola la struttura dalla funzione” le rielabora, le svela e le valorizza rendendo qualsiasi forma di cui si innamora una creazione orafa preziosa che si definisce e si adatta sul corpo di chi la indossa.

Per Asad Ventrella un suo gioiello non è un abbellimento o un decoro ma una parte del tutto corporeo, un completamento vicendevole. A  Napoli, terra di miti, leggende, credenze e tanta Storia e Arte, Asad lavora i materiali con la forza dello scultore e la delicatezza dell’orafo. Il suo territorio è la sua scuola di vita, il suo percorso di formazione sempre in evoluzione e  gli trasmette sensazioni e pulsioni creative che assimila, assorbe e  plasma in forme sinuose o spigolose, nella rinascita di figure leggendarie, in un intreccio di tradizione e innovazioneventrella fanno del brand Asad Ventrella  un’eccellenza orafa e artistica.

Asad si lascia attrarre dalle forme e ne scopre bellezze nascoste, ne racconta di nuove, la sua arte è un romanzo infinito di personaggi d’argento, bronzo, leghe leggere. Da una scultura di grandi dimensioni può venire fuori una miniatura, un suo bonsai prezioso che diventa una nuova collezione e viceversa. Così in oltre venti anni di attività si susseguono scoperte e collezioni come Labirinti, Mito, Design, Talismani. Per Asad l’artigianalità è entrare quotidianamente nel suo laboratorio e confrontarsi con le forme in un gioco seduttivo e intrigante, coinvolgente e fantastico, perché ogni estrapolazione è anche un po' indagare e ogni gioiello è una storia d’amore infinita.    
 
Asad, benvenuto a Eccellenze made in Italy. La tua creatività e la tua ricerca ti rendono un’eccellenza artistica, orafa e oserei dire “narrativa”. Un gioiello Ventrella è un racconto ma anche una scoperta, narra di chi lo crea e di chi lo indossa e apre nuovi orizzonti emozionali. Asad qual è la scintilla che ti illumina e ti fa creare?
 
Mi piace l’idea di essere un creatore di contenuti oltre che di contenitori. Dare un’anima ad un oggetto mi consente di entrare in relazione con esso, di poterci interloquire e comprendere le sue difficoltà, le sue ambizioni. È per questo che ogni creazione è perennemente in evoluzione, un continuo adattamento all’ambiente vitale, il corpo delle donne che lo ameranno. Forse un mio subdolo e incosciente escamotage per poterle a mia volta amare. La mia musa ispiratrice è l’idea della donna che accoglierà sul suo corpo i miei manufatti.
 
 Mi piace soffermarmi su alcune delle tue collezioni in cui il simbolo viene reinterpretato e assume nuova vita e vitalità. I tuoi gioielli dedicati ai simboli sono una nuova chiave di lettura del simbolismo associato a alcuni oggetti cult ma anche una voce che dai a questi simboli?
 
Il simbolo è un pretesto di riflessione. La storia che lo ha generato si sintetizza in una linea grafica densa di significato, pregna di ragionamenti e ipotesi. Un piano di confronto, un entusiasmante sfida da accettare
 
ventrellaAnche il mito nelle tue mani e nel tuo cuore creativo subisce un “ribaltamento sulla persona” la nascita di Partenope è questo?
 
In effetti i miti sono uno scrigno di ispirazioni visive e semantiche. Mostri e animali fantastici mi hanno sempre affascinato ma le letture di Howard da ragazzino e Borges poi mi hanno esposto alla loro potenza seduttiva. In questo contesto non potevo rimanere indifferente al fascino salmastre e prorompente della sirena di palepolis. Forse la piccola Nascita è il frutto del nostro amore?!
 
Da napoletano doc e cittadino del mondo gli amuleti non mancano nelle tue collezioni. I tuoi portafortuna sono la fusione di più culture e credenze? 

Non è stato facile accettare di confrontarsi con gli amuleti, in particolare il corno scaramantico, in quanto icona napoletana, è stato un tabu per tanto tempo. Sono state le parole di mio padre ad aprirmi gli occhi, “proprio dove tanti hanno provato puoi dimostrare il tuo valore”, è stata la molla che mi ha aperto un mondo di sfide inesplorate. Ogni soggetto può essere rielaborato indipendentemente dalla sua e dalla propria storia.  
 
La collezione Labirinto è un viaggio non in luoghi da cui trovare l’uscita ma in percorsi sul corpo da scoprire. Da dove scaturisce questa tua ricerca e quanto il labirinto diventa centrale nella tua attività?
 
Era il 1980 quando Roberto Ventrella, per puro caso, entra nel suo primo labirinto senza immaginare che più di quarant’anni dopo suo figlio Asad ancora non ne sarà uscito.
Avere la consapevolezza di riuscire almeno ad eguagliare il grande genio di mio padre è da sempre il filo d’Arianna che mi conduce nel mio modo di lavorare.
 
Il tuo legame col territorio comprende oltre agli store anche la produzione? Chi è il tuo team?

Per poter instaurare una relazione così profonda con le mie creazioni, così come avviene per quelle di papà, di mia sorella Luisa o dei miei figli, è necessario seguirle fin dal loro concepimento. Dall’embrione fino al momento di doverci separare, questi oggetti-figlio ricevono tutte le cure e le attenzioni, a volte tornano a trovarci per ritemprarsi con una piacevole seduta di cure genitoriali, per poi ritornare dalle loro compagne di vita.
 
Il laboratorio è la tua isola felice ma anche il luogo in cui concretizzi le tue idee come fai a fondere insieme bellezza, tradizione e innovazione tecnologica?
 
Il segreto è divertirsi. In laboratorio mi diverto, a sperimentare, a sbagliare, a riprovare. Ci sono poi momenti di condivisione di entusiasmi e delusioni, certezze e ipotesi.
Quando il laboratorio è il tuo lavoro e il tuo hobby tutto torna.
 
Quanto le esperienze e il bagaglio creativo e artigianale di tuo padre e tuo nonno ti aiutano nella tua sperimentazione e ti rendono allo stesso tempo legato alla tradizione?ventrella
 
Preferisco immaginare la mia azienda come un tuffatore in volo verso il futuro rispetto ad uno statuario guerriero con i piedi piantati nel passato. Probabilmente però, tanta sicurezza e coraggio ce la regalano i nostri grandi antenati.
 
Gioielli e oggetti per la casa sono entrambi sculture da indossare o di cui attorniarsi, ti consideri uno scultore o come ti piace definirti?
 
Questa è la domanda più complicata a cui rispondere. Da quand’ero piccolo mi innamoro di tutto, quando pesco, divento un pescatore, quando curo le mie api, un apicoltore, quando ristrutturo una casa, un capomastro, quando cerco di rendere felice una donna, un orafo, quando voglio dare un senso ad uno spazio, uno scultore.
Oggi mi diverte l’idea di creare grandi sculture.
 
La sperimentazione e la ricerca sono il tuo pane quotidiano ma da dove parti per creare una nuova collezione? Ci sono gioielli a cui ti senti più legato e qual è stato il primo che hai creato come Asad Ventrella?
 
Come spesso suggerisco ai miei studenti, ogni cosa può trasformarsi in spunto di riflessione o ispirazione, basta decontestualizzarlo. Estrapolare è il lavoro principale del designer, scomporre, riassemblare, ricontestualizzare è la strada maestra per la creatività.
È proprio cosi che è nato il mio primo gioiello, La Punta di Trapano. La linea che ne derivò era, appunto, Estrapolazioni. Mi affascinava l’idea che un umile oggetto utile potesse trasformarsi in uno scintillante “inutensile”. Il brutto anatroccolo del laboratorio di meccanica diveniva il cigno della gioielleria.
 
I tuoi punti vendita sono dei piccoli atelier con esposizioni ma anche con la possibilità di personalizzare un prodotto di renderlo il più possibile vicino e simile a chi lo indossa? Sono un luogo work in progress?
 
Mi piace immaginare i miei atelier come delle accoglienti fabbriche diffuse. Luoghi in cui incontrarsi e confrontarsi, creare e desiderare in una simbiosi osmotica collettiva. Un luogo produttivo e vivace che assume la funzione di scambiatore emozionale, luogo di confine permeabile tra il mondo reale fatto di aria e quello fantastico del laboratorio fatto di sangue e organi vitali. 

Che novità nel tuo crogiuolo?
 
Le idee sono come sirene di Ulisse, prima ti seducono con il loro irresistibile canto, poi tendono a catturarti e avvinghiarti per non farti andar via. Ma qual è quella giusta a cui dare l’anima? Il segreto per poter sopravvivere è essere un amante scaltro e un po' sordo. Amarle ma senza ascoltarle troppo, provarle e riprovarle da vero Casanova ma solo per scoprire qual’ è la più sincera, la più feconda e brillante, solo allora si può scoprire il collo e l’orecchio in attesa del morso e del canto che ti stregheranno.
 

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