INTERVISTA A GIOVANNI RASPINI DEL BRAND ORAFO “GIOVANNI RASPINI”
UN ARTIGIANO DI ALTRI TEMPI NELLA REALIZZAZIONE, MA CONTEMPORANEO NELLA RICERCA
DI CRISTINA MARRA
30/06/2023
ECCELLENZE MADE IN ITALY

Giovanni, benvenuto a Eccellenze made in Italy, dai suoi esordi a oggi quali traguardi pensa di avere raggiunto e quali le sue nuove mete?
In realtà dal 1972 al 1975 ho fatto l’antiquario e poi fino al 1985 l’architetto, in Italia ed all’estero. Poi ho iniziato con l’argento ed i gioielli e sono ancora in pista. Traguardi e mete. Mah… sulle mete devo dire che ho ancora il coltello tra i denti e lavoro ancora con entusiasmo e passione.
Mi piace l’idea di fare crescere questa comunità in armonia e benessere. Per i traguardi… direi che sono felice di avere condiviso questo percorso con gente di valore e di aver creato rapporti di vera amicizia e collaborazione fruttifera.

“Ho gli occhi pieni di cose belle e voglio farne partecipe chi ama il mio mondo, chi condivide il mio entusiasmo” la natura è la sua grande ispiratrice ?
Yes, la natura è fonte infinita di ispirazione. Abbiamo una cifra stilistica legata a concetti come “organico”, “animalier”, “squamato”, “armonico” , “naturale” e via dicendo.
Possiamo considerarla un artigiano d’altri tempi?
In realtà non modelliamo nulla con macchine, computer o prototipatrici varie. Tutto a mano. In questo senso siamo d’altri tempi. Nello stile, nella ricerca, nella progettazione siamo contemporanei, eccome!
Il suo laboratorio è una fucina di idee in cui l’eccellente tradizione orafa toscana si sposa con la più innovativa creatività. Da un suo bozzetto quali sono i passaggi successivi?
Senza il saper fare non si va da nessuna parte. Il mio socio e responsabile della produzione, Claudio Arati, fa questo mestiere da oltre mezzo secolo… i disegni contano, ma senza i modellisti capaci si sta a perdere tempo.
Se dovesse scegliere un binomio per definire il suo brand sceglierebbe eccellenza e bellezza?
Sì, va bene, eccellenza e bellezza… of course, ma io direi anche inclusione ed irriverenza… niente lusso e design robusto, voglia di andare oltre e radici profonde…

Si canta con questa voce. Si parla con questo accento… siamo compiaciuti ma anche schiavi di questa toscanità che a volte è fardello a volte ali.
I charms e poi ancora gli oggetti per la casa, le collezioni in argento dorato, l’inserimento di pietre dure e preziose, da cosa nasce l’intuizione che guida le sue scelte?
Io vengo dalla progettazione degli interni, dall’art de la table e il mondo della casa lo praticherò sempre. I charms sono divertenti e le pietre dure un colore irrinunciabile della nostra tavolozza. Il comandante dell’intuizione è una cosa sola: l’occhio.
Il brand conta boutique mono marca tra Italia e Europa e una distribuzione capillare sul territorio, quanto il suo made in Italy è apprezzato all’estero?
In realtà le boutique sono oltre trenta, ma il mio made in Italy è apprezzato molto a casa e poco fuori. All’estero dobbiamo lavorare sodo per far sentire la nostra voce. Ma ancora emettiamo solo un flebile vagito.
Un gioiello è un atto di amore, è una poesia da indossare, si ricorda il suo primo gioiello?
Bello, una poesia da indossare… ed un atto d’amore. Il mio primo gioiello lo feci con due antiche monete veneziane d’oro scovate in un souk di Riyad, Arabia Saudita. Le trasformai in orecchini. Sono ancora una cosa bella.
Ha scelto l’argento, perché?
In realtà l’argento ha scelto me e mi ha convinto che solo con lui potevo ottenere degli effetti chiaroscurali che sono la spina dorsale del mio mondo. Niente colore. Ma tra il bianco ed il nero riesco a far emergere una infinita quantità di sfumature en grisaille.
L’ultima collezione è quella uomo , che esigenze ha un uomo che sceglie Raspini?

Il mio uomo non è frivolo, sdolcinato, sciropposo… ama una bellezza solida, ricercata e genuina. A volte robusta a volte delicata. Sceglie di adornare il suo corpo e crea il suo universo di segni. Io posso dare un contributo.
Da architetto di grandi opere a designer di gioielli. Le sue creazioni sono piccole sculture pregiate, cosa l’ha spinta a dedicarsi a questo genere di “architettura” artistica?
Grandi opere… diciamo villette e condomini di periferia. Questa è la triste realtà. Ho cambiato perché come architetto non sfondavo. Ma neanche con i gioielli sono diventato un Tiffany, purtroppo. Vediamo in futuro… comunque, sia nell’architettura che nei gioielli ho sempre vivo il senso del progetto.
Anche la tutela del territorio e delle sue meraviglie fa parte del suo percorso, che iniziative ha intrapreso in merito?
Al cento per cento. La tutela del territorio è una mia priorità assoluta. Dico no alla cementificazione e, prima di costruire una qualsiasi struttura nuova, obbligherei tutti a fare mille verifiche se non si possa riutilizzare e restaurare il già costruito. Dialogo con i sindaci della zona e porto avanti un’idea di tutela e protezione del territorio.
Come sarà la nuova collezione Giovanni Raspini?
Ho in mente un alleggerimento del segno ed una maggiore luminosità. Comunque, io canto tante canzoni diverse. Ma la voce è sempre la stessa.