“IL NUOTATORE DI AUSCHWITZ”, RACCONTATO DA RAUL BOVA

LA STORIA È STATA SCRITTA E DIRETTA DA LUCA DE BEI, ISPIRANDOSI ALLA VITA DI ALFRED NAKACHE E AL LIBRO “UNO PSICOLOGO NEI LAGER” DI VIKTOR E. FRANKL.

SALVATORE SCIRE' 02/12/2024
VISTO E RECENSITO
Roma. Il Teatro Parioli Costanzo ha appena aperto la nuova stagione teatrale, e lo ha voluto fare in grande stile, con un nome di sicuro richiamo per il pubblico. Stiamo parlando di Raul Bova, il quale si è cimentato in un impegnativo monologo dal titolo IL NUOTATORE DI AUSCHWITZ, scritto e diretto da Luca De Bei ed ispirato alla vera storia di Alfred Nakache e al libro “Uno psicologo nei lager” di Viktor E. Frankl.

Alfred Nakache era un nuotatore francese di origine ebraica, detentore di un record mondiale. Il monologo è idealmente diviso in tre sezioni che si alternano più volte durante la rappresentazione. Narratore, Alfred Nakache  e  Viktor E. Frankl.

il nuotatore di auschwichAlfred era nato in Algeria, all’epoca provincia francese e inizia ricordando la sua fanciullezza, a stretto contatto con le dune di sabbia e con il bellissimo mare della costa africana. Caso curioso: da piccolo aveva terrore dell’acqua e non riusciva a nuotare, finchè il padre non lo prese in braccio e lo buttò letteralmente in acqua. Tra lo spavento, istintivamente iniziò a nuotare e si rese conto di riuscirci: si stava salvando! Poi, passato il panico iniziale, si accorge che il suo papà era sempre stato accanto a lui, pronto ad aiutarlo se ne avesse avuto bisogno.

Questo momento iniziale è molto bello, ricco di emozione, di affetto, di ricordi.

Poi il trasferimento in Francia, la nostalgia dell’Africa, il  nuoto come sport fino all’agonismo, alle prime vittorie, la nazionale francese, record mondiale. Ma anche l’incontro con Colette, il suo grande amore, la nascita di Annie.

Purtroppo scoppia il secondo conflitto mondiale, la Francia viene invasa dai nazisti, inizia la caccia agli ebrei. Alfred, così, cerca di fuggire in Spagna a piedi, ma il tentativo non riesce. Si nasconde ma a seguito di una soffiata viene trovato. Inizia così il lungo viaggio verso Auschwitz, dove il grande campione era il detenuto numero 172763. Grazie a una beffarda sfida con i tedeschi, che avevano saputo chi fosse in realtà, torna ad allenarsi tuffandosi nell’acqua gelida di un bacino idrico.

Resiste fino alla fine del conflitto e solo quando tornerà in Francia, verrà a sapere che moglie e figlia erano state eliminate in camera a gas appena arrivate nel lager.

Riprende a gareggiare per dare un nuovo senso alla sua vita di sopravvissuto, battendo un nuovo record e partecipando alle olimpiadi di Londra. Stranezze del destino, morirà in mare, tra i flutti.

Ad Auschwitz era internato anche Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco che, subito dopo la liberazione, ha scritto un libro sull’esperienza vissuta e su coloro che, proprio come Nakache, sono riusciti a superare quella prova terribile.

Lo spettacolo, ben scritto e diretto, si avvale dei contributi video di Marco Renda e delle musiche originali Francesco Bova, vuole restituire queste due figure straordinarie con l’intento di comunicare a tutti noi un messaggio di speranza.

Come spiega l’autore e regista Luca De Bei, “la messinscena di questa vicenda - cupa e luminosa assieme - è costruita attorno alla figura carismatica di Raoul Bova, che dialoga col pubblico, forte anche delle sue stesse esperienze di atleta, portando alla vicenda la propria sensibilità e il proprio vissuto.

La scena attorno a lui è essenziale, composta principalmente da linee di luci disegnate da Marco Laudando e che diventano simbolo di corsie in piscina, di rotaie che trasportano anime cariche di dolore per assurgere infine a fughe prospettiche in una tensione verso l’ignoto, l’assoluto, la ricerca di una spiritualità quanto mai necessaria nel tentativo di sopravvivere alla brutalità del lager. La scena si arricchisce poi delle immagini filmate da Marco Renda che immergono lo spettatore in spazi astratti eppure materici e poetici, in un bianco e nero essenziale, luoghi non-luoghi che sono specchi dell’anima.

Ancora, lo spettacolo si avvale delle musiche originali di Francesco Bova che costruiscono tappeti sonori ricchi di palpiti e di rimandi, che avvolgono e a volte spiazzano gli spettatori, sempre però con l’intento di coinvolgere ed emozionare. In questa visione Alfred e Viktor sono uno lo specchio dell’altro, sono le due facce di una stessa medaglia e si fondono in un’esperienza capace di dare agli spettatori il senso ultimo dell’esistenza.”


Buona e impegnativa l’interpretazione di Raul Bova, che convince gli spettatori in un lavoro non semplice.

Lo spettacolo resterà in scena a Roma fino all’8 dicembre, dopo essere stato in tournée come da calendario riportato in basso...
Uno spettacolo speciale, veramente interessante e sorprendente!
 
Salvatore Scirè
  
Tournée
16 novembre Foggia, del Fuoco, Vicolo Cutino, 6, 71121
17 novembre Lacedonia (AV), Comunale, Rione Michele Bianchi, 83046 LACEDONIA
18 novembre Fasano (BR), Kennedy, Via Pepe, 23, 72015
19 novembre Conversano (BA), Norba, P.za della Repubblica, 25, 70014 Conversano
20 novembre Taviano (LE), Multiplex teatro Fasano, via Donatori Volontari del Sangue, 1 – 73057
22 novembre Lamezia Terme (CZ), Grandinetti, Via Colonnello Cassoli, 88046
23 novembre Catanzaro, Comunale, corso Mazzini 82 - 88100
27 novembre -8 dicembre Roma (10 recite), Il Parioli, Via Borsi 20, 00197, Roma

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