IL MANZONI FA IL BIS CON “AMY WINEHOUSE”

DOPO IL SUCCESSO CON “PIAF”, MELANIA GIGLIO RIPROPONE LA VITA DI UN’ALTRA GRANDE CANTANTE

SALVATORE SCIRE' 31/10/2024
VISTO E RECENSITO
AMY MELANIA GIGLIORoma. Melania Giglio, dopo il grande successo riportato di recente grazie allo spettacolo sulla Piaf, ha deciso di ritornare al Teatro Manzoni di Roma, per riproporre un altro spettacolo di soggetto musicale, particolarmente adatto alle sue caratteristiche artistiche, che comprendono una forte espressività attoriale e notevoli doti vocali.

Questa volta la scelta del soggetto, che le ha consentito di fondere insieme drammaturgia e musica, è caduta su Amy Winehouse, cantautrice britannica celebre e osannata, deceduta nel 2011, a soli 28 anni.

Anche stavolta, Melania Giglio si è dimostrata bravissima nel rendere sul palco un personaggio dalla psicologia complicata. Amy, infatti, aveva sofferto di anoressia, di alcolismo, di tossicodipendenza, di psicopatologie diverse, che purtroppo l’hanno portata anzitempo a lasciarci.

All’apertura del sipario, il palcoscenico era “separato” dalla platea con un’enorme cancellata: a simboleggiare una marcata insofferenza a qualunque forma di coercizione, di limitazione, di convenzioni: spesso veniva invocata la parola “libertà”.  Però, tra quelle barre metalliche, spiccava un numero spropositato di bottiglie vuote o semivuote, a simboleggiare l’inusuale ed esagerato consumo di alcol da parte della cantante, geniale ma instabile mentalmente.

L’episodio teatrale ci racconta gli ultimi giorni di vita dalla star inglese: vive in casa con due amici di vecchia data, che si curano di lei, Tyler e Andrew, interpretati rispettivamente da Marco Imparato e Lorenzo Patella, i quali, oltre a recitare egregiamente accanto alla Giglio, hanno dato prova di possedere notevoli doti musicali: Imparato, infatti, canta e suona magnificamente la chitarra, mentre Patella canta e suona la chitarra e il corno inglese.

Dobbiamo dire che i momenti più intensi dello spettacolo sono stati vissuti proprio quando i tre protagonisti hanno cantato insieme un paio di canzoni, regalandoci emozioni piuttosto forti.

La Giglio, ovviamente, si è esibita in molti pezzi come solista, soprattutto di genere rock.

Come sempre apprezzabile e curata nei minimi dettagli la regia firmata da Daniele Salvo, che ha contribuito a rendere uno spettacolo particolare in qualcosa di più marcato.

Anche “Amy Winehouse” è stato prodotto da Marioletta Bideri per BIS Tremila s.r.l.. Chissà che cosa bolle in pentola per il futuro! Purtroppo lo spettacolo è rimasto in scena soltanto una settimana, ma se tornasse, verrebbe la pena andarlo a vedere!
                                                                      
 di Salvatore Scirè
 
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