IL MAESTRO, IL ROMANZO DI FORMAZIONE "A RITROSO" DI FRANCESCO CAROFIGLIO

Il drammatico confronto esistenziale tra l’anziano Corrado e la giovane Alessandra e le numerose occasioni mancate

Intervista di Cristina Marra 20/02/2018
Letto e recensito
Francesco CarofiglioREGGIO CALABRIA - Il Maestro è solo, calato il sipario a teatro, Corrado Lazzari, il più grande attore del Novecento, si ritrova in un'altra scena che non è più quella del palcoscenico ma quella della sua vita reale di uomo anziano e immerso nella solitudine.

Corrado, il protagonista dell'intenso romanzo "Il maestro" (Piemme) di Francesco Carofiglio, nella sua lunga carriera ha interpretato tante vite, ha vestito tante personalità Tutto il suo mondo era fatto di movimento, di treni, di alberghi, di aerei e adesso è tutto ristretto in una stanza di una casa antica, di un palazzo romano disabitato con la finestra "accesa su una facciata di finestre cieche".

In quella casa col suo "silenzio nudo", come Amleto rinchiuso nel guscio di una noce si può anche sentire "re dello spazio infinito". L'anziano attore ripercorre la sua brillante carriera artistica leggendo articoli di giornale, copioni, riguardando foto e compie una sorta di indagine sulla sua esistenza che ha dedicato tutta al teatro sacrificando affetti e sentimenti.
Narrato al presente come se fosse una pièce teatrale, il romanzo scorre con la fluidità dello stile narrativo di Carofiglio che incanta il lettore e racconta i giorni passati e presenti che Corrado condivide con la giovane Alessandra che irrompe sulla scena narrativa, ma in punta di piedi.

Grazie alle visite della studentessa tante finestre si aprono nella memoria del sofferente Corrado e riguardano le sue scelte, le occasioni mancate, le carezze rinviate o parole e gesti soffocati e rimandati.

Il tuo protagonista è l'anziano Corrado ma coprotagonista è la giovane Alessandra. Incarnano il passato e il futuro?
Faccio un po’’ fatica a incasellare i personaggi di una storia dentro delle categorie di riferimento. Non solo quando le storie le scrivo io. Detto questo, e direi in maniera fisiologica, Corrado è sicuramente un uomo anziano, legato alla memoria di un passato glorioso, e Alessandra ha solo vent’anni e tutta la vita davanti. Si incontrano però, inaspettatamente, e trovano proprio nel presente, un territorio comune. Un modo nuovo di comunicare.

Vita reale e vita fittizia del teatro si intrecciano. Corrado compie un percorso di crescita a ritroso. Può essere letto come un romanzo di formazione?
In maniera provocatoria direi di sì. Il romanzo di formazione, per sua definizione, riguarda storie e personaggi legati all’adolescenza e a quella zona grigia che divide l’infanzia dalla età adulta. Il passaggio avviene quando il personaggio supera le prove a cui è sottoposto, e la sua vita cambia. Corrado è un uomo anziano, con una personalità forte e consolidata, ma quello che gli
accadrà lo porterà a rimettersi in gioco e rivedere la sua vita con un sguardo differente. Quindi forse sì, questo percorso può essere letto anche come una storia di formazione.


Corrado ripercorre le tappe della sua vita artistica, si documenta e riscopre articoli di gionale, foto e amicizie. Compie un'indagine su se stesso?
Compie intanto un gesto necessario, reso inevitabile dall’isolamento in cui ha scelto di vivere. Quello che gli resta della sua vita di successi è un suono lontano, l’eco che arriva da un’altra vita. Le fotografie, i ritagli di giornale, i vecchi copioni diventano l’appuntamento quotidiano con la memoria. In un rituale che riproduce la liturgia dell’andare in scena.
IL MAESTRO C AROFIGLIO
 
Chiuso nella sua casa, Corrado vede Roma attraverso la finestra e ne aprrezza la sua "disperata bellezza" anche Roma e la sua casa diventano personaggi?
 Penso proprio di sì. Roma è un suono costante e vivo. Nella memoria e nel presente. La casa è il luogo in cui il rito si consuma. Senza quel luogo e senza la finestra che si affaccia su Roma questa storia non sarebbe la stessa.
 
La stanza è una sorta di camera chiusa e di palcoscenico?
 Non amo dare indicazioni interpretative a chi legge, non mi piace forzare lo sguardo. Però entrambe le suggestioni mi piacciono. Però, forse, quella stanza è anche qualcos’altro.
 
Hai dedicato questo romanzo al teatro o a uno dei suoi protagonisti?
 Non ho dedicato questo romanzo a nessuno in particolare. Ma ho nella testa alcuni volti e alcune persone, che ho incontrato e a cui ho volute bene. Mi piace pensare però che questo romanzo sia un piccolo, piccolissimo gesto d’amore per un mestiere che ho amato intensamente e che, spesso, mi manca.
 
Prossimi progetti?
 Ce ne sono molti. Ne dico due. Un romanzo per ragazzi che uscirà molto presto. Una storia nera con un protagonista a cui ho imparato a volere bene. Un ragazzino “atipico” che vede cose che gli altri non riescono a vedere. Poi c’è il progetto di un nuovo graphic novel, ma è ancora presto per parlarne. Restiamo in contatto.
 

La citazione memorabile: «TUTTO IL MONDO IN UNA STANZA. E LA STANZA È TUTTO IL MONDO»
 
Francesco Carofiglio
IL MAESTRO (Piemme)
Euro 14,00
 

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