“EPIDICUS - LA COMMEDIA DEL DOPPIO IMBROGLIO” DI T. M. PLAUTO
MARCO SIMEOLI, ALLIEVO DEL MAESTRO GIGI PROIETTI È IL COINVOLGENTE PROTAGONISTA, DAL 14 AL 23 APRILE AL TEATRO ARCOBALENO,
di Salvatore Scirè
22/04/2023
Visto e recensito
Roma. "Grecia capta ferum victorem cepit!" Con questa frase molto classicheggiante, si usa spiegare il fenomeno della saldatura culturale avvenuta nel mondo classico: la potenza di Roma imperiale conquistò la Grecia, però quest’ultima, con la sua cultura, affascinò e conquistò la fiera vincitrice.
E gli antichi romani, come sappiamo, erano per loro natura, inclusivi ed erano portati ad assimilare contenuti e culture.
Ebbene, Plauto, grande scrittore latino, è il tipico esempio di questo processo di osmosi culturale.
Infatti, spesso e volentieri prendeva modelli o canovacci della commedia greca e li trasformava, adattandoli per la scena romana. Diciamo che si ispirava ai modelli della commedia greca, magari in chiave fortemente ironica, riportandoli nel contesto della società romana, personalizzandoli con il suo stile personalissimo, ricco di freschezza e brillantezza. Però continuando a utilizzare i nomi greci, anche se improbabili, dei diversi personaggi. Se la commedia greca tiene molto alla coerenza degli intrecci, Plauto privilegia gli effetti comici anche a discapito della logica. Ne risultano così dei personaggi caricaturali, addirittura grotteschi.
Un esempio calzante di tale genere di scrittura è proprio Epidicus, ovvero la classica "commedia del servo". “Protagonista è Epidico, appunto, servus callidus, abile e astuto servitore, che ordisce trame continue per favorire gli incontri amorosi del suo giovane padrone. Questo susseguirsi d’inganni e situazioni paradossali, è il meccanismo che svela la trama, fatta, come è solito nella commedia, di innamoramenti e ripensamenti, di raggiri a danno del padrone e spiritose invenzioni a beneficio del servo”.
La trama è molto elaborata e offre un ricco susseguirsi di situazioni comiche, poste in essere da vari personaggi caratteristici (il soldato, la suonatrice di lira, il vecchio, ecc.), e rese possibili grazie all’uso delle maschere, che permettono ad alcuni attori di dare vita a più personaggi. Il colore comico nasce anche dalla vivacità del latino (che l’italiano e i “dialetti” nostrani hanno per fortuna ereditato). L’Epidico (ovvero La Commedia del Doppio Imbroglio) che abbiamo visto ed apprezzato al Teatro Arcobaleno si avvalgono della piacevole traduzione realizzata da Filippo Amoroso e della scoppiettante e fantasiosa regia di Cinzia Maccagnano.
Assoluto padrone della scena è un grande Marco Simeoli, che riesce a dare un’elegante sapore di napoletanità a tutto il lavoro. Al suo fianco, brillano Cesare Biondolillo, Luna Marongiu, Salvatore Riggi, Mariano Viggiano, Ginevra Di Marco, e Gaia Bevilacqua. Apprezzati e divertenti i richiami popolari alle marionette e ai pupi siciliani.
Molto appropriate e gradevoli le musiche firmate dal bravissimo Germano Mazzocchetti.
Ricordiamo ancora i costumi di Monica Mancini e le maschere di Luna Marongiu.
Salvatore Scirè
INFO E PRENOTAZIONI
TEATRO ARCOBALENO
Via F. Redi 1/a - 00161 Roma
Tel./ Fax 06.44248154 - Cell. 320.2773855
e-mail: info@teatroarcobaleno.it –
sito: www.teatroarcobaleno.it
E gli antichi romani, come sappiamo, erano per loro natura, inclusivi ed erano portati ad assimilare contenuti e culture.
Ebbene, Plauto, grande scrittore latino, è il tipico esempio di questo processo di osmosi culturale.
Infatti, spesso e volentieri prendeva modelli o canovacci della commedia greca e li trasformava, adattandoli per la scena romana. Diciamo che si ispirava ai modelli della commedia greca, magari in chiave fortemente ironica, riportandoli nel contesto della società romana, personalizzandoli con il suo stile personalissimo, ricco di freschezza e brillantezza. Però continuando a utilizzare i nomi greci, anche se improbabili, dei diversi personaggi. Se la commedia greca tiene molto alla coerenza degli intrecci, Plauto privilegia gli effetti comici anche a discapito della logica. Ne risultano così dei personaggi caricaturali, addirittura grotteschi.
Un esempio calzante di tale genere di scrittura è proprio Epidicus, ovvero la classica "commedia del servo". “Protagonista è Epidico, appunto, servus callidus, abile e astuto servitore, che ordisce trame continue per favorire gli incontri amorosi del suo giovane padrone. Questo susseguirsi d’inganni e situazioni paradossali, è il meccanismo che svela la trama, fatta, come è solito nella commedia, di innamoramenti e ripensamenti, di raggiri a danno del padrone e spiritose invenzioni a beneficio del servo”.
La trama è molto elaborata e offre un ricco susseguirsi di situazioni comiche, poste in essere da vari personaggi caratteristici (il soldato, la suonatrice di lira, il vecchio, ecc.), e rese possibili grazie all’uso delle maschere, che permettono ad alcuni attori di dare vita a più personaggi. Il colore comico nasce anche dalla vivacità del latino (che l’italiano e i “dialetti” nostrani hanno per fortuna ereditato). L’Epidico (ovvero La Commedia del Doppio Imbroglio) che abbiamo visto ed apprezzato al Teatro Arcobaleno si avvalgono della piacevole traduzione realizzata da Filippo Amoroso e della scoppiettante e fantasiosa regia di Cinzia Maccagnano.
Assoluto padrone della scena è un grande Marco Simeoli, che riesce a dare un’elegante sapore di napoletanità a tutto il lavoro. Al suo fianco, brillano Cesare Biondolillo, Luna Marongiu, Salvatore Riggi, Mariano Viggiano, Ginevra Di Marco, e Gaia Bevilacqua. Apprezzati e divertenti i richiami popolari alle marionette e ai pupi siciliani.
Molto appropriate e gradevoli le musiche firmate dal bravissimo Germano Mazzocchetti.
Ricordiamo ancora i costumi di Monica Mancini e le maschere di Luna Marongiu.
Salvatore Scirè
INFO E PRENOTAZIONI
TEATRO ARCOBALENO
Via F. Redi 1/a - 00161 Roma
Tel./ Fax 06.44248154 - Cell. 320.2773855
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sito: www.teatroarcobaleno.it