DANIELE PECCI INCANTA IL PARIOLI
“DIVAGAZIONI E DELIZIE” DELLO SCRITTORE AMERICANO JOHN GAY, DEDICATO A OSCAR WILDE
SALVATORE SCIRE'
19/12/2024
VISTO E RECENSITO
Roma. Al Teatro Parioli Costanzo di Roma è in scena dalla scorsa settimana un grande Daniele Pecci, che dà una grande prova d’attore nell’impegnativo monologo “Divagazioni e Delizie” dello scrittore americano John Gay, dedicato alla mitica figura di Oscar Wilde.
In realtà, la drammaturgia è formata totalmente da scritti di Oscar Wilde, siano essi romanzi, brevi racconti, commedie, saggi, lettere o semplicemente aforismi.
La bravura dell’autore statunitense, recentemente scomparso, è stata quella di inventare il presupposto per cui il grande scrittore irlandese, nell’ultimo anno della sua vita (1899), da poco uscito dal carcere ed esule in Francia, mentre si presentava stanco, grasso, malato e completamente in bancarotta, per cercare di tirare avanti, prendeva in affitto piccole sale teatrali per dar spettacolo di sé, presentandosi al pubblico parigino come il “mostro”, ovvero “lo scandalo vivente”.
In altre parole, metteva su una specie di conferenza autobiografica, a tratti interrotta da piccoli colpi di scena, happenings e contrasti con gli inservienti ovvero con il macchinista del teatro.
La prima parte del monologo scorre piacevolmente, fra antichi ricordi e simpatici aneddoti, in cui il personaggio Wilde sa essere divertente, ironico e soprattutto autoironico.
Daniele Pecci è assai abile nel coinvolgere in qualche modo il pubblico emotivamente, rivolgendosi agli spettatori, proprio nei momenti di maggior autoironia.
Nella seconda parte il monologo contiene molte citazioni delle lettere di Wilde, specialmente tratte dalla raccolta De Profundis.
Il personaggio Wilde ricorda Ross, il suo primo giovane amante, il grande amore per Lord Alfred Douglas, ma rievoca anche la figura della moglie Constance Lloyd, da cui ebbe due figli.
Intenso e coinvolgente il racconto del processo subito per la sua dichiarata omosessualità, il carcere, gli ultimi anni trascorsi tra la Francia e Napoli, la malattia.
Un Wilde in attesa di fare i conti finali con il suo destino, con l’ora fatale ormai vicina, che si racconta come un personaggio complesso sotto il profilo psicologico, sicuramente difficile da rendere in teatro, tale da trasmettere emozioni al pubblico; e il protagonista ci riesce perfettamente.
Un lavoro dal quale Daniele Pecci (che ha curato la traduzione del testo inglese e anche la regia), esce fuori alla grande, incantando letteralmente il pubblico, tra cui moltissimi “addetti ai lavori”. Un’interpretazione capace di scivolare disinvoltamente tra momenti di nordica malinconia e un humour quasi mediterraneo, a ulteriore testimonianza del grande viaggiatore che fu, per l’epoca, il grande scrittore irlandese.
Memorabile la frase: “la giovinezza è la sola cosa per cui vale la pena vivere!”
Ricordiamo la figura del “ macchinista” Alessandro Sevi. Ricordiamo anche i costumi firmati da Alessandro Lai e le musiche originali composte da Patrizio Maria D’Artista.
Lo spettacolo resterà in scena fino al 22 dicembre 2024.
Sicuramente da vedere!
di Salvatore Scirè
Fino al 22 dicembre 2024
Teatro Parioli Costanzo
Via G.Borsi 20 - Roma
info 06/5434851
www.ilparioli.it
In realtà, la drammaturgia è formata totalmente da scritti di Oscar Wilde, siano essi romanzi, brevi racconti, commedie, saggi, lettere o semplicemente aforismi.
La bravura dell’autore statunitense, recentemente scomparso, è stata quella di inventare il presupposto per cui il grande scrittore irlandese, nell’ultimo anno della sua vita (1899), da poco uscito dal carcere ed esule in Francia, mentre si presentava stanco, grasso, malato e completamente in bancarotta, per cercare di tirare avanti, prendeva in affitto piccole sale teatrali per dar spettacolo di sé, presentandosi al pubblico parigino come il “mostro”, ovvero “lo scandalo vivente”.
In altre parole, metteva su una specie di conferenza autobiografica, a tratti interrotta da piccoli colpi di scena, happenings e contrasti con gli inservienti ovvero con il macchinista del teatro.
La prima parte del monologo scorre piacevolmente, fra antichi ricordi e simpatici aneddoti, in cui il personaggio Wilde sa essere divertente, ironico e soprattutto autoironico.
Daniele Pecci è assai abile nel coinvolgere in qualche modo il pubblico emotivamente, rivolgendosi agli spettatori, proprio nei momenti di maggior autoironia.
Nella seconda parte il monologo contiene molte citazioni delle lettere di Wilde, specialmente tratte dalla raccolta De Profundis.
Il personaggio Wilde ricorda Ross, il suo primo giovane amante, il grande amore per Lord Alfred Douglas, ma rievoca anche la figura della moglie Constance Lloyd, da cui ebbe due figli.
Intenso e coinvolgente il racconto del processo subito per la sua dichiarata omosessualità, il carcere, gli ultimi anni trascorsi tra la Francia e Napoli, la malattia.
Un Wilde in attesa di fare i conti finali con il suo destino, con l’ora fatale ormai vicina, che si racconta come un personaggio complesso sotto il profilo psicologico, sicuramente difficile da rendere in teatro, tale da trasmettere emozioni al pubblico; e il protagonista ci riesce perfettamente.
Un lavoro dal quale Daniele Pecci (che ha curato la traduzione del testo inglese e anche la regia), esce fuori alla grande, incantando letteralmente il pubblico, tra cui moltissimi “addetti ai lavori”. Un’interpretazione capace di scivolare disinvoltamente tra momenti di nordica malinconia e un humour quasi mediterraneo, a ulteriore testimonianza del grande viaggiatore che fu, per l’epoca, il grande scrittore irlandese.
Memorabile la frase: “la giovinezza è la sola cosa per cui vale la pena vivere!”
Ricordiamo la figura del “ macchinista” Alessandro Sevi. Ricordiamo anche i costumi firmati da Alessandro Lai e le musiche originali composte da Patrizio Maria D’Artista.
Lo spettacolo resterà in scena fino al 22 dicembre 2024.
Sicuramente da vedere!
di Salvatore Scirè
Fino al 22 dicembre 2024
Teatro Parioli Costanzo
Via G.Borsi 20 - Roma
info 06/5434851
www.ilparioli.it