CONCLUSE CON SUCCESSO LE REPLICHE AL TEATRO TIRSO DE MOLINA

CIAO, PAPA’... TI PRESENTO MIA MADRE UNA COMMEDIA SCRITTA E DIRETTA DA SALVATORE SCIRÈ

VITO BRUSCHINI 21/05/2025
VISTO E RECENSITO
ciao papaSalvatore Scirè, autore poliedrico e multiforme (giornalista, fotografo, commediografo), ha voluto festeggiare i suoi 30 anni di attività teatrale riproponendo al pubblico una delle sue più riuscite commedie: stiamo parlando di “Ciao papà... ti presento mia madre”, una pièce con la quale ha voluto rendere omaggio soprattutto al mondo del teatro, accendendo i riflettori su quella speciale realtà che sta “dietro le quinte”; una realtà che tanto affascina chi ne sta al di fuori e che in definitiva lascia pure tanto spazio alla fantasia individuale.

E così, l’Autore racconta con voluto disincanto e raffinata ironia (ed autoironia) un mondo di cui mette a nudo pregi e difetti.

In tale contesto, la commedia tratta con delicatezza tematiche affettive molto attuali. In altre parole, l’occhio sul sociale è sempre vigile e come non mai stavolta il palcoscenico diventa singolare metafora della vita.ciao papa

La vicenda appare subito paradossale e surreale. D’altro canto, se c’è un padre, ci sarà pure una madre da qualche parte; e viceversa! O no? La trama ci narra la storia di Pablo, un regista di successo (anche se squattrinato) e single impenitente, di mezza età, che ancora cerca di corteggiare tutte le giovani attrici che provina, anche se con scarsissimi risultati, per questo ostacolato e criticato dalla sua cameriera siciliana Agatina. Tra i provinati si presenta anche un giovane attore di nome Max, il quale, alla prima occasione utile, gli rivela di essere suo figlio, nato da una madre che Pablo... neppure conosceva! Questo dettaglio risulta il meccanismo più comico di tutta la commedia, a parte il finale con una deliziosa sorpresa che nessuno si aspetta e che rimette a posto tutte le varie situazioni individuali (finale che ovviamente non riveliamo, certi che questa commedia ritornerà presto in scena).

Il risultato è un lavoro molto brillante, ben diretto, dai ritmi incalzanti, con efficaci caratterizzazioni dei personaggi, ricco di gag, di battute argute e mai volgari, come da sempre nello stile di Salvatore Scirè (ricordiamo dello stesso Autore opere di spessore quali Professione separata!; Cocktail di scambi; C’è un morto giù in cantina!; Pensione vendesi, no agenzie!; Eravamo la III C).

Anche in questo caso, il cast si è dimostrato di ottimo livello. Grande mattatore è Ezio Provaroni, che interpreta egregiamente il ruolo del regista Pablo con spontanea versatilità, regalandoci un personaggio di forte comicità, ma dotato anche di grande umanità. Una piacevole rivelazione è il giovane Gabriele Perfumo, brillante e puntuale nella parte del figlio Max, garbatamente determinato nella ricerca del padre. Katia Vitale dà vita al divertente e colorito personaggio di Agatina, in cui l’attrice ragusana brilla e strappa risate ed applausi a scena aperta.

ciao papaMolto apprezzata anche Laura Giannotta nei panni di Sabrina (la madre), personaggio che è molto brava a scindere in tre momenti (e in tre diverse caratterizzazioni). Deborah Biagi risulta divertente e abilissima nello sdoppiamento della sua recitazione: perfetta dizione quando parla con tutti e “coatta” quando telefona al suo “pischello der Tufello”! Nicoletta Candeloro si rivela capacissima nel conciliare il suo prorompente fascino con l’eleganza della recitazione e l’armonia dei movimenti. Arianna Cicci (è stata per tutti una piacevole scoperta) dà vita a un personaggio vivace e brillante, e anche un po’ peperino. Brava, infine, anche Virginia Colella, molto spigliata e convincente nel ruolo della provinanda ingenua e presunta raccomandata da uno zio importante.

In definitiva, uno spettacolo di livello, diretto con ritmo e fantasia, che diverte, fa pensare e alla fine sorprende con un finale inatteso e impensabile.

Ricordiamo anche il contributo dell’assistente alla regia Maria Gioia Beneventano Della Corte, del direttore di scena Camillo Basso Amolat, luci e fonica Danilo Sabelli e l’Ufficio Stampa Maresa Palmacci.  

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