“CALL CENTER 3.0”, QUANTO LO ODIO, MA QUANTO LO AMO?

SCRITTA DA ROBERTO D’ALESSANDRO LA NUOVA DIVERTENTE COMMEDIA PER UN MONDO MIGLIORE

di Salvatore Scirè 27/02/2019
Visto e recensito
roberto d'alessandro calla center 3.0Roma. Al Teatro de’ Servi ha debuttato una commedia originale e piacevole dal titolo Call Center 3.0,  scritta e diretta da  Roberto d’Alessandro il quale, in questa occasione, si è voluto ritagliare un piccolo ruolo, proprio per curare al meglio la direzione della messa in scena.

Dobbiamo dire subito che abbiamo assistito a una commedia “nuova”, rispetto agli altri lavori di D’Alessandro, solitamente avvezzo alla commedia pura, fatta di battuta serrate e a situazioni paradossali e comiche.  Questa volta, si tratta di una pièce che potremmo definire “socio-sindacaleggiante” (ci si passi il termine, che non vuole avere il significato tecnico corrente). Una commedia che punta il dito nei confronti degli abusati call center, quelli che purtroppo tormentano la nostra vita quotidiana, senza trascurare l’aspetto dei lavoratori, molto spesso costretti a fare un lavoro sgradevole, odiato dalla gente, e per pochi soldi.

Ecco il contesto in cui si svolge la nostra storia.
Siamo in un call center TIM (tra i più “attivi” in proposito!), dove Giovanna da poco assunta, cerca di raggiungere il numero di contratti previsti per vincere un viaggio premio nei mari del sud, sostenuta dal suo tutor Filippo, il quale oltre a supportarla nel lavoro, vorrebbe anche sostenerla.... in senso erotico! La titolare illuminata dell’azienda è Luisa, assistita dal suo fidanzato Mario che però preferisce la filosofia al vil denaro. Si lavora anche la notte di S.Silvestro, per raggiungere gli obiettivi, ma in tale contesto irrompe accidentalmente pistola alla mano un disoccupato disperato, Giorgio, che ha perso la brocca! Gli altri due personaggi sono la guardia notturna Domenico e la donna delle pulizie Teresa.

La domanda che si pone l’Autore è la seguente:
“Un mondo migliore è possibile, in questo Occidente precarizzato, socialmente polverizzato? Viviamo in una civiltà prossima alla dissolvenza, eppure anche ciò che sembrerebbe irrecuperabile può diventare un’occasione per rendere le persone migliori.”

La risposta: “È possibile solo se nel cuore delle persone alberga l’amore, quello che nasce e quello che finisce, quello che c’era e quello che ci sarà.”
Come si può immaginare, il lavoro si fonda soprattutto sul racconto dell’umanità dei singoli personaggi, sui rapporti interpersonali, sui contrasti, le empatie i sogni; e necessariamente si basa anche sulla indiscussa bravura degli attori in scena.

Milena Miconi è una straordinaria Giovanna, ragazza dal passato ingombrante, che in questo lavoro “onesto” trova una ragione di esistere, mentre Franco Oppini è bravissimo nel ruolo del dirigente ossessionato dal sesso. Molto  grintosa e convincente Karin Proia, nelle vesti di Luisa; colorito e brillante Luca Capuano nel ruolo del “filosofo” Mario. Perfetto; Pietro Genuardi, nel ruolo di  Giorgio, “folle” ma non troppo. E infine, lo stesso Roberto d’Alessandro,  nella divisa del vigilante sornione e accomodante, e Cecilia Taddei, brillantissima nei panni di Teresa, la donna delle pulizie romena.

La commedia scorre con bei ritmi, toccando momenti anche drammatici da thriller poliziesco, ma anche ben condita di gag che valorizzano le capacità attoriali di Franco Oppini, e della Miconi, con un finale sorprendente e scoppiettante. 
Nel complesso, uno spettacolo gradevole e divertente, che merita di essere visto.
 
Fino al 10 marzo 2019
Teatro de' Servi  –  
Via del Mortaro, 22 (Via del Tritone)   
Info: 06.6795130 www.teatroservi.it

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