HO AVUTO UNA VISIONE… “LA PACE” DI ARISTOFANE E VINCENZO ZINGARO

STRAORDINARIA MESSINSCENA AL TEATRO ARCOBALENO: DIVERTE E AFFASCINA GLI SPETTATORI

VITO BRUSCHINI 09/03/2024
VISTO E RECENSITO
la paceRoma. Ho avuto una visione ieri sera alla prima della commedia di Aristofane messa in scena dalla compagnia Castalia diretta da Vincenzo Zingaro. Appena scattato l’allegro applauso finale degli spettatori mi sono voltato verso la platea e ho visto ragazzi e ragazze palestinesi con le loro kefiah mischiati a giovani israeliani con il caratteristico kippah. Sono i sogni che solo l’Arte può donarci e per qualche momento mi sono cullato in questo sogno.

Zingaro ha avuto un tempismo straordinario nello scegliere, in tempi di conflitti come questi, la commedia di Aristofane scritta dal commediografo greco oltre duemila e cinquecento anni fa, durante la pluridecennale guerra tra Sparta e Atene (non vi ricorda niente?).la pace

La storia racconta di Trigeo, un contadino interpretato magistralmente da Giovanni Ribò intorno al quale gira l’intera vicenda, stufo dell’interminabile guerra tra spartani e ateniesi, decide di volare nell’Olimpo per presentarsi davanti a Zeus per perorare la pace tra i due popoli. Non volerà su un superbo alato Pegasus, bensì a cavallo di un mostruoso, gigantesco scarabeo stercoraro.

La scena è davvero esilarante e già qui si possono ammirare i contrasti della poetica aristofanea costituiti dall’incontro del realismo più pragmatico con la fantasia senza inibizioni. Atterrato nell’Olimpo Trigeo ha un’amara sorpresa: non trova né Zeus, né alcun altro dio. A guardia dell’Olimpo è rimasto soltanto Ermes, simpatico e rapido come il più veloce dei velociraptor.

la paceQui dobbiamo sottolineare l’atletica interpretazione di Piero Sarpa, un giovane attore capace di schizzare da una parte all’altra del palcoscenico con agilità e rapidità degne del nostro Marcel Jacobs. Ermes gli spiega che tutti gli dei sono davvero incavolati contro i greci per quella loro infinita guerra e per questo si sono ritirati a vita privata abbandonando il destino degli umani in mano a Polemos, la Guerra, che lo governa con tutta la sua ferocia.

L’entrata in scena del carro della Guerra, interpretato da Laura De Angelis, con veemenza e forza dirompente, rimane uno dei momenti focali dell’intera rappresentazione. L’interpretazione della De Angelis è irruenta, minacciosa, senza ripensamenti. Miss Guerra ha imprigionato la Pace in un sarcofago e continuerà a imperversare finché un eroe non la libererà. Quell’eroe è il volenteroso Trigeo che facendosi aiutare da tre contadini (che nello stesso tempo hanno le funzioni del Coro) riesce ad aprire la prigione e a liberare Pace, rappresentata da una leggiadra Irena Catroppa.

La dea non parla, ma si esprime in aerei volteggi, mostrandoci ancora una volta l’abilità di Aristofane nell’alternare immagini ieratiche alla cruda realtà. Vincenzo Zingaro riesce a valorizzare con grande sensibilità e astuzia questi momenti, interpretando alla perfezione il pensiero del suo Autore. Infine, tornato sulla terra,la pace

Trigeo si scontra dapprima con il trafficante di armi, l’irruento Rocco Militano che da par suo (il personaggio Empedocle, non Rocco) si arricchisce vendendo coltelli, coltellacci, punteruoli, spade e qualsiasi altra arma capace di togliere la vita al nemico. Trigeo poi si dà da fare per coronare il suo sogno, quello di sposare la bella Opòra, splendida fanciulla che simboleggia il benessere e l’opulenza dopo le disgrazie della guerra ed è durante i preparativi per le nozze, aiutato da un cuoco singolare, (il bravo Mario Piana che abbiamo visto all’inizio impastare… merda da far mangiare allo scarabeo stercoraro - è il carburante per volare -  e ora preparare salsicce e cosce di pollo per il banchetto nuziale) è durante questi preparativi, dicevamo, che c’è l’incontro con l’indovino Ierocle.

E qui Fabrizio Passerini ci regala uno dei momenti più spassosi e divertenti dell’intero spettacolo disegnando e inventandosi (sempre con la complicità del suo regista Zingaro) un personaggio che difficilmente bambini e adulti potranno mai dimenticare. Vincenzo Zingaro si rivela ancora una volta abilissimo regista, riuscendo ad alternare lampi di grade ilarità a momenti idilliaci, sempre nel pieno rispetto del testo originario. La commedia infatti è una continua invenzione di trovate di regia. Una su tutte il volo sul grottesco, ma spassoso scarabeo alato verso l’Olimpo, realizzato con la complicità degli effetti di Giovanna Venzi, che ha disegnato con abile magia le luci dell’intera messinscena. Lo spettacolo dovrebbe poter essere rappresentato in Ucraina, come a Gaza e a Tel Aviv e chissà che il linguaggio dell’arte non possa essere più incisivo di cento G7.

la paceResterà in scena al Teatro Arcobaleno (Via F. Redi 1/a Roma – 06.44248154) fino al 24 marzo.
Agli adulti consiglio di farlo vedere ai loro ragazzi.

VITO BRUSCHINI

Articoli EMOZIONI

Contattaci