STEFANO FRESI INTERPRETA IL COMMISSARIO GRECO KOSTAS CHARITOS
SUCCESSO ANNUNCIATO DELLA FICTION TV “KOSTAS”
CRISTINA MARRA
23/09/2024
INTERVISTA
Roma. Seduto sulla sdraio in riva al mare con la sua lettura preferita, il dizionario, Kostas Charitos, il commissario della omicidi di Atene si presenta così nella sigla e all’inizio del primo episodio della fiction KOSTAS in onda il giovedì su RAI 1. Diretta da Milena Cocozza e prodotta da Palomar e RAI fiction, la serie di quattro episodi con protagonista Kostas Charitos è tratta da altrettanti romanzi di Petros Markaris, il maestro del noir mediterraneo greco, editi in Italia da La nave di Teseo. Le atmosfere di un’Atene di inizi 2000, in cui è già evidente la crisi economica che contrasta con la bellezza dei luoghi del mito è resa pienamente dalla serie in cui Fresi interpreta un Charitos stretto tra la routine familiare, l’incombenza dei casi di omicidio e le ombre di un passato in cui la controversa figura paterna, il poliziotto Stefanos al tempo della dittatura dei colonnelli, diventa indagine anche su se stesso. Fresi, che ci ha già abituati alla sua abilità interpretativa, entra nel personaggio, ne coglie i dilemmi e le malinconiche inquietudini, ma anche la vena ironica e umana che traspare o si cela in un gesto o nei suoi sguardi apprensivi o affettuosi. Kostas è anche un marito e un padre e le donne della sua vita, la moglie Adriana, interpretata da Francesca Inaudi, e la figlia Caterina che ha il volto di Blu Yoshimi, rappresentano il suo presente e la continuità e gli rammentano l’urgenza di rimettere a posto i cocci in cui è ridotto il suo passato di figlio.
Stefano, da Romanzo criminale a RIS, a I delitti del bar Lume fino al ruolo da protagonista in Kostas, quanto ti piace interpretare polizieschi?
E’ un genere che mi piace da sempre, da ragazzo leggevo Sherlock Holmes e Agatha Christie! E sono contento che tu abbia citato questi titoli perché dimostra che sono stato da tutte le parti! Vittima, Indagatore e criminale!
Kostas è un personaggio narrativamente complesso, spigoloso dalla scorza dura ma dal cuore tenero, come ci sei entrato dentro? Hai letto i romanzi di Markaris?
La lettura è stata fondamentale, soprattutto di un libro di Markaris che si intitola “Io e il commissario Charitos” dove descrive dettagliatamente quel carattere così distante da me.
Atene è l’ambientazione letteraria e della fiction, che Atene e che Grecia sono quelle di Kostas e quanto è rilevante nella fiction?
Atene è un personaggio protagonista della serie (e dei romanzi) ed è un’Atene moderna, piena di bellezze e di contrasti. L’Atene dell’inizio della crisi nel 2009.
Kostas rappresenta anche una generazione difficile che ancora convive con un passato recente difficile e che non ha grandi certezze di un futuro più tranquillo, la figura del padre Stefanos rappresenta questo legame ma è alla figlia Caterina e quindi al futuro che Kostas si aggrappa?
Kostas convive col passato ma con i piedi ben ancorati al presente. Riconosce quel passato che gli dà disagio ma riesce a prenderne le distanze. Sicuramente proietta l’idea di futuro sull’amatissima figlia Caterina.
Kostas e il rapporto con la moglie, nel microcosmo familiare Kostas che uomo è?
Sicuramente innamorato, grato e felice. Si punzecchiano perché piace a entrambi farlo, è il loro lessico familiare. Hanno un grande equilibrio. Poi lui è un po’ retrogrado… ma lavorandoci, migliora.
Mi racconti un episodio divertente vissuto con i tuoi colleghi sul set?
In una scena arrivo in commissariato in macchina, Mi hanno chiesto di fare un arrivo concitato con una bella frenata. In un ciak ho fatto un arrivo perfetto, da stuntman, sono sceso… ma non ho messo il freno a mano e la macchina è partita all’indietro. Abbiamo riso mezz’ora.
Kostas ha la passione per la lettura del dizionario, è un modo per dare importanza e rispettare il significato delle parole. Le parole diventano anche suggerimenti e chiavi di lettura della storia e dell’indagine?
Si, le parole diventano parte integrante del pensiero di Kostas illuminandogli sentieri dell’indagine o cose che succedono nell’ambito familiare. Ora anche io leggo il dizionario e lo trovo bellissimo.
Nel suo metodo d’indagine su cosa si basa principalmente?
Il metodo classico fatto di interrogatori, ricerca di indizi e prove… ma la vera chiave è il suo intuito suffragato dalla sua memoria.
Anche la musica ricorre nella fiction?
La musica di Andrea Guerra mi ha molto colpito. Al di là della bellezza dei temi che ha scritto è riuscito a “citare” il bacino mediterraneo senza cadere nella consuetudine di relegare la Grecia al Sirtaki.
INTERVISTA DI CRISTINA MARRA
Stefano, da Romanzo criminale a RIS, a I delitti del bar Lume fino al ruolo da protagonista in Kostas, quanto ti piace interpretare polizieschi?
E’ un genere che mi piace da sempre, da ragazzo leggevo Sherlock Holmes e Agatha Christie! E sono contento che tu abbia citato questi titoli perché dimostra che sono stato da tutte le parti! Vittima, Indagatore e criminale!
Kostas è un personaggio narrativamente complesso, spigoloso dalla scorza dura ma dal cuore tenero, come ci sei entrato dentro? Hai letto i romanzi di Markaris?
La lettura è stata fondamentale, soprattutto di un libro di Markaris che si intitola “Io e il commissario Charitos” dove descrive dettagliatamente quel carattere così distante da me.
Atene è l’ambientazione letteraria e della fiction, che Atene e che Grecia sono quelle di Kostas e quanto è rilevante nella fiction?
Atene è un personaggio protagonista della serie (e dei romanzi) ed è un’Atene moderna, piena di bellezze e di contrasti. L’Atene dell’inizio della crisi nel 2009.
Kostas rappresenta anche una generazione difficile che ancora convive con un passato recente difficile e che non ha grandi certezze di un futuro più tranquillo, la figura del padre Stefanos rappresenta questo legame ma è alla figlia Caterina e quindi al futuro che Kostas si aggrappa?
Kostas convive col passato ma con i piedi ben ancorati al presente. Riconosce quel passato che gli dà disagio ma riesce a prenderne le distanze. Sicuramente proietta l’idea di futuro sull’amatissima figlia Caterina.
Kostas e il rapporto con la moglie, nel microcosmo familiare Kostas che uomo è?
Sicuramente innamorato, grato e felice. Si punzecchiano perché piace a entrambi farlo, è il loro lessico familiare. Hanno un grande equilibrio. Poi lui è un po’ retrogrado… ma lavorandoci, migliora.
Mi racconti un episodio divertente vissuto con i tuoi colleghi sul set?
In una scena arrivo in commissariato in macchina, Mi hanno chiesto di fare un arrivo concitato con una bella frenata. In un ciak ho fatto un arrivo perfetto, da stuntman, sono sceso… ma non ho messo il freno a mano e la macchina è partita all’indietro. Abbiamo riso mezz’ora.
Kostas ha la passione per la lettura del dizionario, è un modo per dare importanza e rispettare il significato delle parole. Le parole diventano anche suggerimenti e chiavi di lettura della storia e dell’indagine?
Si, le parole diventano parte integrante del pensiero di Kostas illuminandogli sentieri dell’indagine o cose che succedono nell’ambito familiare. Ora anche io leggo il dizionario e lo trovo bellissimo.
Nel suo metodo d’indagine su cosa si basa principalmente?
Il metodo classico fatto di interrogatori, ricerca di indizi e prove… ma la vera chiave è il suo intuito suffragato dalla sua memoria.
Anche la musica ricorre nella fiction?
La musica di Andrea Guerra mi ha molto colpito. Al di là della bellezza dei temi che ha scritto è riuscito a “citare” il bacino mediterraneo senza cadere nella consuetudine di relegare la Grecia al Sirtaki.
INTERVISTA DI CRISTINA MARRA