“PREFERIREI DI NO” IN SCENA IVANA MONTI E MARIA CRISTINA GIONTA
IL TESTO DI ANTONIA BRANCATI È ACCOMPAGNATO DALLE MUSICHGE DAL VIVO DEL SASSOFONISTA VITTORIO CUCULO
di Salvatore Scirè
28/05/2023
Visto e recensito
Roma. Al Teatro Manzoni è ancora in scena un lavoro assai particolare, dal titolo PREFERIREI DI NO. Si tratta di una pièce piuttosto drammatica, ancorché venata, qua e là, da punte di arguta ironia ed egregiamente interpretata da due bravissime attrici: Ivana Monti e Maria Cristina Gionta, per la regia è di Silvio Giordani e accompagnate durante lo spettacolo dal grande sassofonista Vittorio Cuculo, che esegue musiche dal vivo: una grande nota di classe.
Ma iniziamo dal testo, nato dalla fantasiosa penna di Antonia Brancati.
Esso ci racconta un irreale rapporto tra madre e figlia, che si rivela essere non il classico conflitto generazionale, quanto piuttosto uno duro scontro di idee e di concetto di moralità.
Madre e figlia si rivedono dopo molti anni, all’inizio stentano persino a riconoscersi. Teresa, la madre, vive in una casa di campagna, per scelta isolata dal mondo e dagli affetti. Non a caso è stata ricoverata dieci anni in una casa di cura per malattie mentali: e alla fine scopriremo drammaticamente perché!
La figlia Diana, invece, paradossalmente cinica e pragmatica, è nettamente schierata a fianco del padre, uomo politico in forte ascesa: sicuramente una con vinta scelta di comodo, dalla quale ha tutto da guadagnare.
Indubbiamente il testo appare surreale sin dal primo momento.
La figlia all’inizio non riconosce la madre: quando poi le due donne si riconoscono reciprocamente, non vi è neppure un minimo di tenerezza, un abbraccio, un bacio: dettaglio presumibilmente voluto, proprio per evidenziare il rapporto difficile tra le due, che risale a tempi lontani, ma che è stato accentuato dalla diversa visione del mondo e quindi dell’etica comportamentale.
Diana in effetti ha cercato la madre poiché ha assoluta necessità di convincerla a farsi intervistare e fotografare, con l’intento di dare al mondo l’idea di un uomo politico che al suo fianco ha una famiglia.
Teresa, che non riesce ad annullare del tutto i suoi sentimenti materni, accetta, ma alla fine un ulteriore contrasto la porta a ripensamento finale: e così Diana se ne va, senza alcun moto affettivo.
Molto brava Ivana Monti, nel dar vita al personaggio della madre, capace di compiere scelte difficili e coraggiose, finemente ironica e autoironica. Non è da meno la più giovane Maria Cristina Gionta, ormai non più una promessa, bensì una realtà del nostro teatro.
Efficace e raffinata la regia di Silvio Giordani, che cattura subito il favore del pubblico con la romantica scenografia, che lascia intravedere dietro un’ampia vetrata una foresta verdeggiante, ma soprattutto colpisce la scelta di avvalersi della musica dal vivo, eseguita dietro un velatino dal sapiente sax di Vittorio Cuculo.
“Preferirei di no – spiega il regista Silvio Giordani – è un interessante duello psicologico con un finale a sorpresa. Teresa si è nascosta da se stessa fuggendo dal passato e dal riflesso abbagliante di una vita politica accanto al marito senatore.”
Suggestive, come si diceva, le scenografie firmate da Mario Amodio, sapienti le luci di Marco Macrini, e adeguati i costumi di Lucia Mariani.
Salvatore Scirè
fino a domenica 4 giugno al
Teatro Manzoni, Via Monte Zebio, 14 – Roma
Per info e prenotazioni:
Tel. 06.3223634 WhatsApp 327.8959298
prenotazioni@teatromanzoniroma.it www.teatromanzoniroma.it
Ma iniziamo dal testo, nato dalla fantasiosa penna di Antonia Brancati.
Esso ci racconta un irreale rapporto tra madre e figlia, che si rivela essere non il classico conflitto generazionale, quanto piuttosto uno duro scontro di idee e di concetto di moralità.
Madre e figlia si rivedono dopo molti anni, all’inizio stentano persino a riconoscersi. Teresa, la madre, vive in una casa di campagna, per scelta isolata dal mondo e dagli affetti. Non a caso è stata ricoverata dieci anni in una casa di cura per malattie mentali: e alla fine scopriremo drammaticamente perché!
La figlia Diana, invece, paradossalmente cinica e pragmatica, è nettamente schierata a fianco del padre, uomo politico in forte ascesa: sicuramente una con vinta scelta di comodo, dalla quale ha tutto da guadagnare.
Indubbiamente il testo appare surreale sin dal primo momento.
La figlia all’inizio non riconosce la madre: quando poi le due donne si riconoscono reciprocamente, non vi è neppure un minimo di tenerezza, un abbraccio, un bacio: dettaglio presumibilmente voluto, proprio per evidenziare il rapporto difficile tra le due, che risale a tempi lontani, ma che è stato accentuato dalla diversa visione del mondo e quindi dell’etica comportamentale.
Diana in effetti ha cercato la madre poiché ha assoluta necessità di convincerla a farsi intervistare e fotografare, con l’intento di dare al mondo l’idea di un uomo politico che al suo fianco ha una famiglia.
Teresa, che non riesce ad annullare del tutto i suoi sentimenti materni, accetta, ma alla fine un ulteriore contrasto la porta a ripensamento finale: e così Diana se ne va, senza alcun moto affettivo.
Molto brava Ivana Monti, nel dar vita al personaggio della madre, capace di compiere scelte difficili e coraggiose, finemente ironica e autoironica. Non è da meno la più giovane Maria Cristina Gionta, ormai non più una promessa, bensì una realtà del nostro teatro.
Efficace e raffinata la regia di Silvio Giordani, che cattura subito il favore del pubblico con la romantica scenografia, che lascia intravedere dietro un’ampia vetrata una foresta verdeggiante, ma soprattutto colpisce la scelta di avvalersi della musica dal vivo, eseguita dietro un velatino dal sapiente sax di Vittorio Cuculo.
“Preferirei di no – spiega il regista Silvio Giordani – è un interessante duello psicologico con un finale a sorpresa. Teresa si è nascosta da se stessa fuggendo dal passato e dal riflesso abbagliante di una vita politica accanto al marito senatore.”
Suggestive, come si diceva, le scenografie firmate da Mario Amodio, sapienti le luci di Marco Macrini, e adeguati i costumi di Lucia Mariani.
Salvatore Scirè
fino a domenica 4 giugno al
Teatro Manzoni, Via Monte Zebio, 14 – Roma
Per info e prenotazioni:
Tel. 06.3223634 WhatsApp 327.8959298
prenotazioni@teatromanzoniroma.it www.teatromanzoniroma.it