PISACANE CONTRO MURAT, PRIMO MARTIRE DEL RISORGIMENTO
(2) IL RISORGIMENTO FU CONDIZIONATO DALLA GEOPOLITICA EUROPEA -
di Filippo Russo
06/04/2018
Storia segreta d'Italia

Ma dopo la Guerra di Crimea, fermato l’espansionismo russo verso i Balcani ed il Medio Oriente, Francia ed Inghilterra tornarono ad appoggiare i moti liberali. In questo mutato clima, Luciano Murat, figlio del re di Napoli Gioacchino, promosse la formazione di un partito muratiano tra gli esuli partenopei, se tale partito si fosse allargato, se avesse coinvolto i tanti del nostro Mezzogiorno, esasperati dalla politica ottusamente reazionaria di Ferdinando II, certamente il cugino di Luciano, l’imperatore Napoleone III, non avrebbe lesinato mezzi, cioè navi e soldati, per sostituire la dinastia dei Borbone di Napoli con la dinastia dei Murat.
Ma Mazzini e Carlo Pisacane, i due leader più autorevoli dell’irredentismo italiano, furono in grado di bloccare lo sviluppo del partito muratiano. Pisacane arrivò a scrivere su “Italia e popolo”: “ E’ ora di finirla! Chi è stato Murat, se non un servo di Napoleone, un violatore di istituzioni…”
Le parole di Pisacane, fecero breccia, ma, bisogna riconoscerlo, erano un concentrato di falsità: Gioacchino Murat, come Garibaldi, nacque francese, ma morì italiano, non subordinò gli interessi del suo regno a quelli della Francia, invece fu il primo martire del nostro Risorgimento.
Ora immaginiamo, per divertimento, cosa sarebbe stato del nostro Paese, se Luciano Murat si fosse davvero assiso sul trono del Regno delle Due Sicilie: quelle meravigliose terre, al centro del Mediterraneo, sarebbero rifiorite, grazie ad un nuovo governo liberale e costituzionale, Napoli, che già era la terza città d’Europa per popolazione, sarebbe divenuta il più grande porto, la più grande area di produzione e commercio del Sud Europa. Penso anche che i due regni liberali, il Piemontese ed il Napoletano sarebbero riusciti, anche da soli, a liberare il Lombardo-Veneto dall’oppressione austriaca. Così l’Italia sarebbe stata libera, ma non una.
Napoli sarebbe rimasta la metropoli più importante, da tutti i punti di vista. Roma sarebbe capitale di un piccolo Stato costituzionale con il Pontefice come monarca, “cittadina” e museo all’aperto, come Firenze e Venezia, Milano, capitale della Padania, avrebbe rivaleggiato (ma in subordine) con Napoli…
E sarebbe stato assai meglio così!