“NON MI HAI PIU’ DETTO TI AMO” IN SCENA IL DUO CUCCARINI INGRASSIA
UNA DIVERTENTE COMMEDIA SUL QUOTIDIANO FAMILIARE SCRITTA E DIRETTA DA GABRIELE PIGNOTTA
di Salvatore Scirè
24/11/2018
Visto e recensito
ROMA. L’ormai collaudata coppia Lorella Cuccarini-Giampiero Ingrassia ha debuttato al Teatro Olimpico in Non mi hai più detto ti amo, una gradevole commedia scritta e ottimamente diretta da Gabriele Pignotta.
Uno spettacolo in cui la famiglia è l’elemento centrale, con tutte le sue fragilità e, allo stesso tempo, con la sua straordinaria forza trainante. Una famiglia tipo, composta da Giulio, marito nonché medico di base di professione (tra l’altro perseguitato da un paziente che ha deciso di farne il suo psicanalista!), Serena, un architetto che ha rinunciato alla sua professione per essere madre premurosa e attenta di due figli: Matteo e Tiziana.
Un ménage che va avanti quasi per inerzia, nel tram-tram quotidiano, visto e raccontato dall’Autore con leggerezza, in chiave brillante e divertente, mettendo l’accento su usi e costumi dell’odierna società. Insomma, uno spaccato sociale e culturale insieme, una fotografia dell’Italia contemporanea; e non della sola Italia!
Un imprevisto piuttosto grave sembra mettere in discussione questo microcosmo: anzi, volutamente, l’Autore lancia dei segnali che sembrano far intuire come la coppia si stia disintegrando, mentre invece il finale ci riserverà una gradevole e positiva sorpresa. A dimostrazione che anche là dove sembra vacillarne la solidità, la famiglia si ritrova in se stessa e sa come reagire.
Come dice l’Autore-Regista, la commedia vuole essere “un suggerimento, rivolto a tutti, che forse oggi ancora di più che in passato, la famiglia per sopravvivere ai cambiamenti deve trovare anche lo spazio per il singolo, per l'individuo e non solo per il ruolo che ricopre (madre, padre, figlio).”
La commedia viaggia spedita e leggera, pungendo e divertendo allo stesso tempo. Gli attori sono bravissimi, tutti! La Cuccarini è impeccabile nel suo personaggio, Giampiero elegante e disinvolto nel seguire i ritmi impressi dalla regia, accurata e puntuale. Bravi anche i figli, interpretati da Raffaella Camarda e Francesco Maria Conti, che rendono bene inquietudini, ansie, e cattive abitudine della odierna adolescenza, ma che al momento opportuno sanno rivelare una sensibilità impensata.
Bravo anche il paziente Morosini, interpretato da Fabrizio Corucci. Interessante la soluzione scenografica, basata su elementi girevoli, sfruttati abilmente, ad esempio, durante alcune telefonate strategiche. Nel complesso, la scenografia, di sicuro funzionale, risulta anche bella esteticamente: è firmata da Alessandro Chiti. I costumi sono di Silvia Frattolillo mentre il disegno luci è di Umile Vainieri.
Uno spettacolo che vale la pena andare a vedere!
Fino al 16 dicembre 2018
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano, 17
Info: 06.3265991
www.teatroolimpico.it
Uno spettacolo in cui la famiglia è l’elemento centrale, con tutte le sue fragilità e, allo stesso tempo, con la sua straordinaria forza trainante. Una famiglia tipo, composta da Giulio, marito nonché medico di base di professione (tra l’altro perseguitato da un paziente che ha deciso di farne il suo psicanalista!), Serena, un architetto che ha rinunciato alla sua professione per essere madre premurosa e attenta di due figli: Matteo e Tiziana.
Un ménage che va avanti quasi per inerzia, nel tram-tram quotidiano, visto e raccontato dall’Autore con leggerezza, in chiave brillante e divertente, mettendo l’accento su usi e costumi dell’odierna società. Insomma, uno spaccato sociale e culturale insieme, una fotografia dell’Italia contemporanea; e non della sola Italia!
Un imprevisto piuttosto grave sembra mettere in discussione questo microcosmo: anzi, volutamente, l’Autore lancia dei segnali che sembrano far intuire come la coppia si stia disintegrando, mentre invece il finale ci riserverà una gradevole e positiva sorpresa. A dimostrazione che anche là dove sembra vacillarne la solidità, la famiglia si ritrova in se stessa e sa come reagire.
Come dice l’Autore-Regista, la commedia vuole essere “un suggerimento, rivolto a tutti, che forse oggi ancora di più che in passato, la famiglia per sopravvivere ai cambiamenti deve trovare anche lo spazio per il singolo, per l'individuo e non solo per il ruolo che ricopre (madre, padre, figlio).”
La commedia viaggia spedita e leggera, pungendo e divertendo allo stesso tempo. Gli attori sono bravissimi, tutti! La Cuccarini è impeccabile nel suo personaggio, Giampiero elegante e disinvolto nel seguire i ritmi impressi dalla regia, accurata e puntuale. Bravi anche i figli, interpretati da Raffaella Camarda e Francesco Maria Conti, che rendono bene inquietudini, ansie, e cattive abitudine della odierna adolescenza, ma che al momento opportuno sanno rivelare una sensibilità impensata.
Bravo anche il paziente Morosini, interpretato da Fabrizio Corucci. Interessante la soluzione scenografica, basata su elementi girevoli, sfruttati abilmente, ad esempio, durante alcune telefonate strategiche. Nel complesso, la scenografia, di sicuro funzionale, risulta anche bella esteticamente: è firmata da Alessandro Chiti. I costumi sono di Silvia Frattolillo mentre il disegno luci è di Umile Vainieri.
Uno spettacolo che vale la pena andare a vedere!
Fino al 16 dicembre 2018
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano, 17
Info: 06.3265991
www.teatroolimpico.it