NEANCHE IL TEMPO DI PIACERSI, ALLA SALA UMBERTO

MARCO FALAGUASTA REPLICA, MA... STAVOLTA È “REVOLUTION”

di Salvatore Scirè 22/03/2022
Visto e recensito
falaguasta revolutionRoma. Spettacolo fortunato, Neanche il tempo di piacersi, che ha debuttato con successo poco prima del lockdown e che ora è ripartito con grande successo, in un’edizione riveduta e aggiornata, tanto che è diventato, appunto, “revolution”!!!!!
Si tratta di un monologo brillante, acuto e intelligente, scritto dallo stesso Marco Falaguasta, con Alessandro Mancini Tiziana Foschi, la quale ne ha anche curato la regia.

Un magnifico “assolo” attoriale, che Falaguasta propone al pubblico: un’analisi dello spaccato sociale contemporaneo, condito di memorie personali, di ricordi nostalgici, forse rimpianti per gli anni che passano, nell’osservare la velocità con cui “la ruota gira”.
In questo divertente monologo, Falaguasta affronta un tema certamente di grande attualità: quello dello stacco generazionale, che oggi si presenta ancora più marcato, dal momento che a una gioventù totalmente digitalizzata ed iperconnessa spesso si contrappongono genitori diciamo così... parecchio impreparati in materia!!!!!

Il protagonista prende le cose molto “alla lontana”: grazie a pittoreschi affreschi teatrali, rievoca  la figura di “nonna” (che riciclava i arrangiava i  vestiti in maschera) : erano i modi spicci e concreti, tipici di chi aveva sofferto le difficoltà della guerra
Il racconto sul palcoscenico, ci porta indietro nel tempo, alle feste in casa, supercontrollate, ai 33 giri in vinile e alle musicassette; ai concerti di Claudio Baglioni giovane.

Ricorda anche il suo primo “Ciao” (nel senso di motorino)  e la prima gita ad Ostia in compagnia di una fanciulla piuttosto disinvolta; e per fortuna...

Ma è soprattutto il mondo attuale che viene messo sotto tiro dall’ironia elegante ed intelligente di Marco Falaguasta. Fondamentalmente, il bravo attore romano fa opera di autocritica nei confronti della sua generazione, quella dei cinquantenni: genitori che forse hanno sbagliato in qualche cosa, nel consentire usi e costumi che ai tempi loro erano quanto meno inimmaginabili. E lo fa con molto garbo ed ironia, divertendo il pubblico che certamente si ritrova e si riconosce in tante situazioni, sia come genitori che come adolescenti di una volta.

Nel suo racconto, Falaguasta confronta abilmente gli usi e le mode di oggi, con quelle di una volta, compara i comportamenti dei propri figli con quelli che teneva lui alla loro età. Quando si dice un altro mondo!

Esilarante il racconto di uno scontro impari con la burocrazia ottusa: nel vano tentativo di far cancellare una multa, peraltro già annullata con sentenza dal giudice di pace: scopriamo, infatti, che tutte le sentenze venivano notificate al Comune a mezzo di... “camminatore”, una figura lavorativa oggi quasi mitologica! Un fatto realmente accaduto al protagonista, che ha il merito di saperli trasformare in pezzi di alta comicità, divertendo amabilmente il pubblico.

Un lavoro brillante, spesso intenso e appassionato, che racconta il vissuto individuale, anche se in misura paradossale, ma che assume al contempo una valenza universale: quindi dedicato a tutti i genitori, ma anche a tutti i figli.
Complimenti vivissimi a Marco Falaguasta, che sa tenere il palcoscenico per un’ora e un quarto, divertendo e regalando validi spunti di riflessione.

Complimenti alla regia di Tiziana Foschi e al produttore Nicola Canonico, che ha creduto fermamente in questo spettacolo, che a Roma è andato in scena al Teatro Sala Umberto dal 17 al 20 marzo 2022, ma che sta girando in tournée per tutta Italia. Ad majora! 

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