“LO CHIEDEREMO AGLI ALBERI”, IN LIBRERIA IL VOLUME DI SIMONE CRISTICCHI

CRISTINA MARRA INTERVISTA L’ARTISTA ROMANO SULL’ULTIMA SUA FATICA LETTERARIA

di Cristina Marra 14/05/2023
Le interviste di Cristina
SIMONE CRISTICCHIReggio Calabria. Una canzone fa tanta strada, arriva a milioni di cuori, è canticchiata da milioni di persone e quando il suo autore è Simone Cristicchi cantante, attore e scrittore, non deve sorprendere se una sua poesia in musica possa diventare anche un libro. “Lo chiederemo agli alberi” è un testo che ha avuto tanto successo soprattutto tra i bambini che hanno accolto l’invito di Simone di guardarci attorno, ammirare la natura, fermarci a guardare con incanto e meraviglia e riflettere che a quel mondo fatto di bellezze grandi e piccole apparteniamo anche noi esseri umani. Simone trasforma il testo in un albo illustrato in cui lo stesso autore diventa il protagonista e il disegnatore.

Capelli neri e ricci, occhiali e tanta curiosità il piccolo Simone chiede agli alberi e alle allodole  come comportarsi per poi comprendere che bisogna gioire di quello che abbiamo perché è un dono dal valore inestimabile.
 
Il libro è la tua canzone accompagnata da disegni. Cosa ti ha spinto a renderla un albo illustrato e a dedicarti anche ai disegni? Com’è disegnare se stessi?

Mi ha spinto l’incredibile successo che il brano ha avuto in questi ultimi anni tra i ragazzi delle scuole elementari e medie. Ricevo centinaia di video e foto di lavori ispirati alla canzone, e quindi ho pensato di realizzare questo albo illustrato anche per ringraziare di tanto affetto.

Ho riscoperto recentemente il piacere di disegnare, dopo aver abbandonato a 16 anni l’arte del fumetto. Grazie a Elisabetta Sgarbi che ha creduto nelle mie opere, ho realizzato già due mostre e questo libro per ragazzi. Disegnare me stesso “bambino” mi ha divertito, perché sento di preservare quel fanciullo che si stupiva di tutto, ed è infatti la curiosità che mi ha spinto a creare mondi bellissimi in cui vivere.
 
L’albero e l’allodola simboleggiano la stabilità e l’umiltà ma anche la condivisione e la generosità- radici e ali che anche gli esseri umani dovrebbero avere?
 
Credo che dovremmo riscoprire il significato delle parole, come “umiltà”, che non vuol dire farsi da parte e vivere mestamente tutto ciò che ci accade. Umiltà ha una radice latina, viene da humus:la materia che rende fertile la terra. Quindi mi piace pensare al concetto di umiltà come lo stato d’animo di chi feconda se stesso, mantenendosi aperto all’altro, cercando di prendere tutti i semi di bellezza e conoscenza che chiunque ci può donare.

L’albero, oltre alla fermezza e all’accettazione ci insegna l’arte del donarsi agli altri gratuitamente, senza chiedere niente in cambio: il vero amore incondizionato.
 
Hai scritto il testo dopo un lungo viaggio a contatto con la natura, con la sua bellezza e i suoi silenzi che sono una grande ricchezza. Che bisogna fare per comprendere meglio la grandezza di questa ricchezza e sapersi “accontentare”?
 
Madre Natura è un libro di enorme saggezza a disposizione di tutti. Lo diceva San Bernardo di Chiaravalle “Troverai più nei boschi che nei libri”. Innanzitutto, per fare questo, bisognerebbe riscoprire il piacere della lentezza, rallentare i nostri ritmi, ritagliarsi uno spazio di silenzio nelle nostre giornate, o semplicemente imparare a fermarsi e guardare meglio. Ci sono meraviglie che accadono continuamente sotto i nostri occhi, ma non le vediamo perché andiamo troppo di fretta.

La parola “accontentarsi” comprende “contento”, quindi significa che accettare ciò che la vita ti regala è già di per sè un fondamento di gioia duratura.
 
 Albero e allodola sono due esseri viventi diversi eppure simili. Il testo è anche un inno all’accoglienza, e all’aprirsi e donarsi agli altri?
 
Credo che l’unica chiave per costruire la vera Pace sia sentirsi parte dell’immenso, di qualcosa di più grande del nostro piccolo miserabile ego. La scienza ci dice che tutto è davvero interconnesso, come nel regno vegetale. Nella religione buddhista, non solo le nostre azioni, ma anche i nostri pensieri sono in grado di influenzare la realtà e modificarla.
Ma per aprirsi al nuovo e all’altro necessitiamo di un coraggio che a volte manca, il coraggio che ti permette di vincere la paura di cambiare. Eppure lo sappiamo bene che tutto si trasforma. Cominciamo da noi stessi, e anche il mondo cambierà.
 
Che effetto ti fa immaginare che il libro verrà letto da tanti bambini che hanno amato anche la canzone?
 
Ne sono orgoglioso e commosso, perchè è qualcosa che capita davvero raramente! Per questo ringrazio le insegnanti che hanno scelto la canzone per i loro studenti.

Evidentemente hanno compreso che il linguaggio semplice e profondo del testo potesse essere accolto dai più giovani, i custodi del mondo che verrà.

CRISTINA MARRA
 

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