LE FAKE NEWS DELL'ISTAT RILANCIATE DALLA RAI

Austerity ed Euro, il ricatto della grande Finanza al futuro governo antieuropeo -

di Vito Bruschini 29/03/2018
Il commento
Euro inflazioneROMA. Questa simpatica vecchietta si chiama Christine Lagarde ed è a capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Per capirci, è una di quegli “illuminati” neoliberisti che ha imposto all’Unione europea politiche di austerity economica per superare la crisi in cui ormai ci dibattiamo da quando l’euro è entrato in vigore (2002).

Il lato buffo di questi signori (ma ci sarebbe da piangere più che da sorridere) è che, pur ammettendo che i tagli alla spesa pubblica sono una catastrofe, continuano a “raccomandarli” ai governi europei, come se fosse l’unica panacea ai nostri problemi. È quanto dichiara una “bocconiana pentita” Ilaria Bifarini che nel suo saggio “Neoliberismo e manipolazione di massa” così dice:

«Gli economisti del Fondo Monetario Internazionale (cioè la simpatica vecchietta), con uno studio del 2016, hanno calcolato gli effetti deleteri delle politiche di austerity in termini di aumento della disoccupazione di lungo periodo e del tasso di disuguaglianza. Eppure, ancora oggi è stato diffuso un working paper dello stesso Fondo Monetario in cui vengono raccomandati ulteriori tagli alla spesa pubblica, in particolare nel settore sanitario, che in Italia ha già subito tagli draconiani, raggiungendo livelli considerati allarmanti per la salute pubblica, e nel sistema previdenziale, nonostante la famigerata riforma Fornero».

In effetti l’Fmi ha pubblicato proprio in questi giorni un ulteriore studio che pone l’accento sulla necessità, per lo Stato italiano, di rivedere completamente il proprio welfare, attraverso tagli agli assegni di maternità e alle pensioni di reversibilità. In parole povere la “simpatica vecchietta” vuol vedere il popolo italiano in agonia (ma che gli abbiamo fatto di male?).

Per suggellare questo bombardamento mediatico (la paura di un governo antieuropeista li fa delirare), ci si mette anche la RAI, servizio pubblico, come ama spesso autodefinirsi.

Lunedì scorso, il 26 marzo, alle ore 23:30 va in onda una trasmissione dal titolo “Night Tabloid”. Ebbene di tanto in tanto durante la trasmissione i “simpatici” conduttori sottopongono i loro telespettatori al gioco del “Vero o Falso”. Alla domanda: «L’introduzione dell’Euro ha fatto raddoppiare i prezzi? Vero o Falso?», così il giornalista addetto alle risposte (tale Davide De Luca) si pronuncia:

«Un luogo comune profondamente radicato nella gente sostiene che i prezzi con l’euro sono raddoppiati». A suffragare questa sua affermazione un servizio RVM riporta le dichiarazioni della gente comune che è imbufalita contro l’euro che ha fatto raddoppiare i prezzi. Tornati in studio con un sorrisetto mellifluo, il giornalista ci informa che: «Noi abbiamo la possibilità di verificare con “strumenti scientifici” l’ipotetico aumento del costi dei beni di consumo, ad esempio con l’indice d’inflazione dell’anno in cui l’euro è comparso sul mercato. Ebbene l’inflazione in Italia nel 2002 non è stata del 100 per cento, come tutti sostengono, bensì del 2,4 per cento, come informa l'ISTAT. Infatti case e automobili non sono raddoppiate di valore da un giorno all’altro. Invece se analizziamo gli anni precedenti (all'entrata dell'euro), allora sì che il costo dei beni è quasi raddoppiato; infatti tra il 1987 e il 2001 l’inflazione è stata dell’80,8 per cento. In conclusione», ha finalmente sentenziato pimpante il nostro ragazzotto, come togliendosi un rospo dal fegato, «torniamo alla domanda: l’Euro ha fatto raddoppiare i prezzi? Risposta: FALSO; FALSO; FALSO!».

Ecco, questa è l’informazione offerta dalla RAI.

Ora cari lettori, immaginate che io stia dicendo, le righe che leggerete appresso, urlando a squarciagola fino a farmi scoppiare le vene del collo: «Ma brutto imbecille, quando dici ai tuoi poveri fessi di spettatori che ti stanno ancora a sentire, che i dati dell’ISTAT sono assolutamente falsati o meglio parzialmente falsi?!? Che quei dati sono riferiti a prodotti INDUSTRIALI destinati alla vendita ai grossisti, come appunto le automobili, e non si riferiscono minimamente ai beni al consumo. Forse puzzavi ancora di latte e non puoi ricordare che un cappuccino costava 900/1000 lire e il giorno dopo un “solo” euro, cioè l’equivalente di 1936,27 lire. E come giustifichi che chi guadagnava uno stipendio di un milione 400mila lire (la media dell’epoca), all’improvviso si è ritrovato sul conto corrente “soltanto” 700 euro, con le quali arrivava a stento al 20 del mese (come diceva la canzone di Battisti)? Dici ancora che è "falso" che l’Euro ha fatto raddoppiare i prezzi?»
Basta perché altrimenti mi devono portare i sala rianimazione.
 

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