LA VITA AL CONTRARIO. IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON
GRANDE PERFORMANCE DI GIORGIO LUPANO AL TEATRO MANZONI DI ROMA
SALVATORE SCIRE'
16/03/2025
VISTO E RECENSITO

L’elaborazione teatrale che viene proposta al pubblico del Manzoni è di Pino Tierno.
E bravissimo interprete ne è Giorgio Lupano, il quale, regalandoci una magnifica prova d’attore, in una messa in scena onirica e suggestiva, dà vita alla storia di Benjamin Button, il famoso uomo nato anziano e che ha vissuto la sua vita all’inverso! Come è facile immaginare, si tratta di un racconto surreale al massimo della fantasia più esagerata. Ed è da questo ipotetico “atto di fede” da parte degli spettatori che nasce la bellezza della narrazione e della interpretazione, che Lupano affronta “in solitaria”: ad affiancarlo sul palco, la ballerina Greta Arditi, la cui presenza, oltre a dare un tocco di femminile eleganza a tutta la vicenda, serve a favorire anche la descrizione di alcuni speciali momenti di questa vita impossibile (o meglio, possibile solo in teatro!)
La regia di questo lavoro, tutt’altro che semplice, viste le premesse, è di Ferdinando Ceriani.

Nel suo adattamento, Pino Tierno rimane fedele il più possibile all’opera originale: e lo fa servendosi della voce narrante del protagonista, proprio come faceva a suo tempo Fitzgerald. Però ha italianizzato la storia riportandola agli avvenimenti che hanno riguardato il nostro Paese, dall’Unità d’Italia fino ai primi anni Sessanta: non a caso, il bambino nato già ottantenne risponde al nome di Nino Cotone e per questo curioso scherzo del destino (o della natura? O dell’Autore!) affronta l’infanzia come se fosse un anziano e la vecchiaia come se fosse un bambino. Un po’ la trasposizione onirica del modo di dire “se il giovane sapesse, se il vecchio potesse!”. Ecco, Nico Cotone può e sa allo stesso tempo: si presenta così portandosi appresso una valigia simbolica, in cui sono raccolti i ricordi della sua strana vita.
“Vuole raccontarla prima di dimenticare, prima di cadere in un eterno presente, quello dei neonati che non hanno la percezione del tempo che passa”.
La messa in scena – come spiega il regista Ferdinando Ceriani - è accompagnata dai suoni e dalle melodie che hanno caratterizzato quell’arco storico, dalla fine dell’Ottocento passando poi per le due guerre mondiali fino al boom economico. In questo allestimento, che dà ampio spazio all’onirico e all’immaginazione, Giorgio Lupano dà anima e corpo a quest’avventura fantastica che porterà lo spettatore a ripercorrere parte della storia del nostro paese; e numerosi sono i personaggi a cui darà voce, movenze, tridimensionalità in un gioco interpretativo che tocca tutte le corde: dal comico, al grottesco, al drammatico”.
Come si diceva, la figura femminile accompagna l’intera vita del protagonista; all’inizio nelle sembianze dell’infermiera che assiste sconvolta alla sua nascita, poi della balia/badante che lo accudisce “bambino nelle sue ultime ore di vita”. Ma fra l’Alfa e l’Omega, sarà anche Bettina sua moglie, ovvero simboleggerà anche le altre donne delle sue sfrenate le avventure.
Giorgio Lupano affronta con successo questa difficile impresa, dominando con sicurezza la scena per un’ora e quaranta, cambiando personaggi, caratterizzandoli efficacemente, rendendo con naturalezza una vita a ritroso nel tempo, nel corso di una irreale esistenza che scorre non secondo le lancette dell’orologio, ma sugli slanci dei sentimenti che identificano ciascun momento.
Molto gradevole ed elegante la scena in cui danza con la sua compagna di palcoscenico un bel pout-pourri di musiche che ci riportano agli anni 30/40: le indimenticabili e preziose “canzoni della radio”!
Uno spettacolo insieme raffinato ed incisivo, elegante e gradevole, condito di ironia e di sentimenti, dove il passato rischia di divenire futuro o viceversa: dipende da quali ricordi salteranno fuori dalla valigia, ricordi che assumono la forma di fogli di carta, che Nino lancia per terra: come fossero semi, pronti a germogliare? Chissà! Tutto può la magia del teatro!
Ci piace chiudere queste brevi note con queste parole significative, che aiutano a meglio comprendere il messaggio di questa opera:
“Tutti hanno una vita speciale a modo loro, tutti sono qualcosa che nessun altro è, nè sarà mai. Perciò io non credo che la mia storia sia più speciale di quella che vive o ha vissuto ognuno di voi. In fondo, siamo tutti fatti di carne e di sangue, e anche se capita di arrivarci per strade diverse, la destinazione resta la stessa. Quello che conta è ciò che succede prima di arrivarci e, se è vero che la memoria dà l’immortalità, oggi voglio raccontarvi la mia storia, per cercare di eludere la tappa d’arrivo, per lo meno nel vostro ricordo.”
Le scene sono di Lorenzo Cutuli, i costumi di Laura dè Navasques/costumEpoque, la colonna sonora di Giovanna Famulari e Riccardo Eberspacher.
Lo spettacolo è prodotto da ArtistiAssociati-Centro di produzione teatrale
di Salvatore Scirè
In scena fino a domenica 30 marzo 2025
TEATRO MANZONI
Via Monte Zebio, 14 - Roma
www.teatromanzoniroma.it
Per info e prenotazioni:
Tel. 06.3223634 - 327.8959298 info@teatromanzoniroma.it