I FALSI EUROPEISTI CI PORTERANNO ALLA CATASTROFE

Politica recessiva o politica espansiva? La rovina è arrivata con l'Euro e la BCE

di Elena Branciforte 20/02/2018
L'Analisi
ROMA - Nell’economia di mercato, oggi rispettata in quasi tutto il mondo, dopo il fallimento del collettivismo in URSS ed in Cina, si possono adottare due, e solo due, strategie di politica economica: la “monetarista”, recessiva e la keynesiana, espansiva.
 
Politica recessiva
La “recessiva” mira alla “stabilità dei prezzi”, impone il pareggio di bilancio e la riduzione della moneta circolante, tale politica economica favorisce i banchieri, i fondi della grande speculazione finanziaria, tutti i ricchi che non vogliano mettere a rischio i propri capitali impegnandosi in investimenti produttivi e non meramente finanziari e speculativi (favorisce quindi l’1% della popolazione mondiale, che però, disponendo di mezzi d’informazione e di capitali tesaurizzati, è molto influente).
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Politica espansiva
La “espansiva” rinuncia alla stabilità dei prezzi e mira ad un’inflazione controllata, che non scenda mai sotto il 2% e non superi il 5% annuo: l’inflazione permette allo Stato di disporre di maggiori risorse per gli investimenti pubblici e stimola i capitalisti privati ad investire per evitare la decurtazione del denaro tesaurizzato (favorisce il 99% della popolazione mondiale, che però è poco influente, perché composta in massima parte da lavoratori con pochi o nessun mezzo finanziario).
 
Se la strategia economica recessiva viene adottata in un paese come la Germania, che ha già sviluppato fin quasi al livello massimo le forze produttive, avvicinandosi alla piena occupazione, i danni economici e sociali saranno limitati, vi saranno comunque. Ma se viene applicata in paesi con un alto tasso di disoccupazione ed un alto debito pubblico gli effetti economici e sociali sono devastanti, come è evidente a tutti in Italia, ad eccezione dell’ISTAT.
 
L’Unione Europea favoriva lo sviluppo dei paesi che vi avevano aderito. I guai sono nati con la decisione di dar vita all’Euro ed alla BCE.
 
La BCE è nata con il fine dichiarato di favorire la “stabilità dei prezzi”, cioè le politiche economiche recessive, sbagliate sempre, perché frenano lo sviluppo delle forze produttive, rovinose quando applicate da paesi, come l’Italia, con un alto tasso di disoccupazione ed un altissimo debito pubblico.
 
Rinunciare alla stabilità dei prezzi
Gli Europeisti veri sono solo coloro che vogliono un ritorno alla strategia politico economica keynesiana. E’ europeista chi ricerca la solidarietà fra i popoli europei e perciò chiede la revisione del trattato che ha dato vita alla BCE, occorre rinunciare alla stabilità dei prezzi per fissare, come obiettivo di politica economica, un tasso d’inflazione programmato che superi ampliamente il 2% annuo, oggi invece considerato dalla BCE un massimale, mai raggiunto, e che comunque non potrà mai essere superato.

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