“FARA’ GIORNO”, DI ROSA A.MENDUNI E ROBERTO DE GIORGI
REGIA DI PIERO MACCARINELLI CON ANTONELLO FASSARI, ALBERTO ONOFRIETTI E ALVIA REALI
SALVATORE SCIRE'
05/02/2024
VISTO E RECENSITO
Roma. Al Teatro Parioli di Roma è in scena un altro spettacolo di alto livello, a ulteriore conferma dell’alto livello qualitativo che caratterizza ormai da tempo questo spazio teatrale. Stiamo parlando dell’atto unico “FARA’ GIORNO”, un originale dramma ricco di contenuti introspettivi e umani, che sgorgano dalla penna creativa di Rosa A.Menduni e Roberto De Giorgi.
In questo lavoro, portato in scena dal regista Piero Maccarinelli, si confrontano curiosamente ben tre diverse generazioni, magnificamente rappresentate da altrettanti attori di grande spessore, che rispondono al nome di Antonello Fassari, Alberto Onofrietti e Alvia Reali.
Non solo tre generazioni, ma anche tre modi diversi e distanti nel concepire la vita, la politica, la storia; quella di ieri e di oggi.
Renato, infatti, è un tipografo di professione, tempratosi nei valori della Resistenza e che ancora oggi rimane legato a certi valori. Purtroppo sua figlia Aurora, partendo dai suoi insegnamenti, è andata oltre, molto oltre; fino a diventare una terrorista: finita in carcere a seguito di un atto eversivo, durante l’espiazione della pena si laurea in Medicina e per completare la sua catarsi personale, se ne va in Africa come volontaria, a curare poveri e diseredati. Purtroppo, Romano ha chiuso ogni rapporto con lei e sono passati 30 anni senza vedersi.
Rimasto solo con le sue idee, con i suoi libri, con la sua foto di Gramsci appesa al muro, un brutto giorno viene investito sotto casa da Manuel, un vicino di casa, appena un ragazzo, ma un fascistello a metà strada tra il “coatto” di periferia e il “piccolo delinquente”.
Romano riporta una brutta frattura, ma i due fanno un accordo: non lo avrebbe denunciato, ma Manuel si impegna ad assisterlo come un badante, evitando così una sicura condanna in carcere, visti i suoi precedenti.
Inizia così una curiosa e improbabile convivenza tra i due, che porta a frequenti contrasti e discussioni: in cui Romano riesce a rimanere quasi sempre calmo e disincantato, mentre Manuel, pur fra strepiti e minacce, lascia intravedere tutto sommato che anche la sua parola vale qualcosa e che gli impegni presi si rispettano!
Dopo i primi contrasti, iniziano anche le curiosità reciproche, l’avvicinamento. Manuel accetta di leggere un libro, regalatogli da Manuel! Insomma, due visioni del mondo e della vita si scontrano e si cercano allo stesso tempo, dando vita a una simbiosi impensabile, che viene interrotta soltanto dall’inatteso ritorno della figlia Aurora. Non sveliamo il finale, che corona questo bel lavoro teatrale, ambientato nel 2007, quando è andato in scena per la prima volta.
Non possiamo che dare un giudizio ampiamente positivo del testo, che riesce a fondere la drammaticità intrinseca della storia, con una naturale ironia che distribuisce qua e là anche sprazzi di comicità.
La regia di Piero Maccarinelli è come sempre molto curata e riesce a valorizzare adeguatamente i profili psicologici dei vari personaggi, ben calibrando il gioco teatrale delle azioni e reazioni.
Per quanto riguarda il cast, Alberto Onofrietti riesce a dar vita a un perfetto “coatto” romano, a metà strada tra il “malamente de noantri” e il nostalgico estremistra, un duro che comunque ha una sola parola e, tutto sommato, anche un cuore!
Pure Alvia Reali riesce a costruire un personaggio apparentemente duro, che si porta appresso un peso gravoso, ma che cerca almeno di ritrovare un padre. E lo ritroverà, anche se per poco!
Antonello Fassari è spettacolare nel regalarci un Renato sensibile e deciso, generoso e pronto al perdono: interpreta magnificamente il suo personaggio, colorandolo di sensibilità e di irrinunciabile ironia, anche nei momenti più duri.
Ricordiamo che le scene sono firmate da Paola Comencini e le musiche sono di Antonio Di Pofi.
Un apprezzamento va anche alla produzione, il Teatro Franco Parenti di Milano.
Uno spettacolo eccellente. Da non perdere!
di SALVATORE SCIRÈ
Fino al 21 febbraio 2024
Teatro Parioli
Via G.Borsi 20 - Roma
info 06/5434851
www.ilparioli.it
In questo lavoro, portato in scena dal regista Piero Maccarinelli, si confrontano curiosamente ben tre diverse generazioni, magnificamente rappresentate da altrettanti attori di grande spessore, che rispondono al nome di Antonello Fassari, Alberto Onofrietti e Alvia Reali.
Non solo tre generazioni, ma anche tre modi diversi e distanti nel concepire la vita, la politica, la storia; quella di ieri e di oggi.
Renato, infatti, è un tipografo di professione, tempratosi nei valori della Resistenza e che ancora oggi rimane legato a certi valori. Purtroppo sua figlia Aurora, partendo dai suoi insegnamenti, è andata oltre, molto oltre; fino a diventare una terrorista: finita in carcere a seguito di un atto eversivo, durante l’espiazione della pena si laurea in Medicina e per completare la sua catarsi personale, se ne va in Africa come volontaria, a curare poveri e diseredati. Purtroppo, Romano ha chiuso ogni rapporto con lei e sono passati 30 anni senza vedersi.
Rimasto solo con le sue idee, con i suoi libri, con la sua foto di Gramsci appesa al muro, un brutto giorno viene investito sotto casa da Manuel, un vicino di casa, appena un ragazzo, ma un fascistello a metà strada tra il “coatto” di periferia e il “piccolo delinquente”.
Romano riporta una brutta frattura, ma i due fanno un accordo: non lo avrebbe denunciato, ma Manuel si impegna ad assisterlo come un badante, evitando così una sicura condanna in carcere, visti i suoi precedenti.
Inizia così una curiosa e improbabile convivenza tra i due, che porta a frequenti contrasti e discussioni: in cui Romano riesce a rimanere quasi sempre calmo e disincantato, mentre Manuel, pur fra strepiti e minacce, lascia intravedere tutto sommato che anche la sua parola vale qualcosa e che gli impegni presi si rispettano!
Dopo i primi contrasti, iniziano anche le curiosità reciproche, l’avvicinamento. Manuel accetta di leggere un libro, regalatogli da Manuel! Insomma, due visioni del mondo e della vita si scontrano e si cercano allo stesso tempo, dando vita a una simbiosi impensabile, che viene interrotta soltanto dall’inatteso ritorno della figlia Aurora. Non sveliamo il finale, che corona questo bel lavoro teatrale, ambientato nel 2007, quando è andato in scena per la prima volta.
Non possiamo che dare un giudizio ampiamente positivo del testo, che riesce a fondere la drammaticità intrinseca della storia, con una naturale ironia che distribuisce qua e là anche sprazzi di comicità.
La regia di Piero Maccarinelli è come sempre molto curata e riesce a valorizzare adeguatamente i profili psicologici dei vari personaggi, ben calibrando il gioco teatrale delle azioni e reazioni.
Per quanto riguarda il cast, Alberto Onofrietti riesce a dar vita a un perfetto “coatto” romano, a metà strada tra il “malamente de noantri” e il nostalgico estremistra, un duro che comunque ha una sola parola e, tutto sommato, anche un cuore!
Pure Alvia Reali riesce a costruire un personaggio apparentemente duro, che si porta appresso un peso gravoso, ma che cerca almeno di ritrovare un padre. E lo ritroverà, anche se per poco!
Antonello Fassari è spettacolare nel regalarci un Renato sensibile e deciso, generoso e pronto al perdono: interpreta magnificamente il suo personaggio, colorandolo di sensibilità e di irrinunciabile ironia, anche nei momenti più duri.
Ricordiamo che le scene sono firmate da Paola Comencini e le musiche sono di Antonio Di Pofi.
Un apprezzamento va anche alla produzione, il Teatro Franco Parenti di Milano.
Uno spettacolo eccellente. Da non perdere!
di SALVATORE SCIRÈ
Fino al 21 febbraio 2024
Teatro Parioli
Via G.Borsi 20 - Roma
info 06/5434851
www.ilparioli.it