“ENRICO IV” CONCLUDE “PIRANDELLIANA 2023” NEI GIARDINI DI S.ALESSIO ALL’AVENTINO
MARCELLO AMICI, CREATORE DELLA RASSEGNA, SODDISFATTO DELLA RISPOSTA DEL PUBBLICO ROMANO
SALVATORE SCIRE'
07/08/2023
Visto e recensito
Roma. Con un apprezzato allestimento dell’Enrico IV, si conclude la XXVII edizione della Pirandelliana 2023, la rassegna teatrale che Marcello Amici, visceralmente innamorato del grande Luigi Pirandello, ha voluto dedicare al drammaturgo agrigentino.
La sede di questa manifestazione estiva non poteva essere più magica e affascinante: i giardini della Basilica di S.Alessio dei Padri Somaschi, dove fra i tralci di uva spunta il Cupolone, in una vista mozzafiato!
Quest’anno, Marcello Amici – o L’Istrione, come lui stesso si definisce - ha fatto le cose in grande: a giorni alternati, sono andati in scena ben 10 atti unici: Bellavita, Sgombero, La Giara, L’altro figlio, L’Imbecille, La Verità, La Patente, La Morsa, L’Uomo dal fiore in bocca, All’Uscita. Nell’ultima settimana, invece - dal 1 al 6 agosto - l’onore della ribalta è toccato all’Enrico IV, un lavoro impegnativo e complesso.
Insomma, una bella faticata per la “Compagnia delle Maschere”!
La storia, che si riallaccia al filone pirandelliano dei personaggi che si fingono altro, ci narra
le vicissitudini di è un nobile umbro, che una ventina di anni prima era caduto da cavallo durante una cavalcata rievocativa in costume, in cui ciascun partecipante aveva rappresentato un personaggio storico con la sua dama accanto. Mascherato da Enrico IV di Germania, con la sua Matilde accanto, il nostro uomo cadde da cavallo – e non casualmente! - battendo la testa; e per lo choc subito, impazzisce e si convince di essere realmente il personaggio tedesco che voleva ricordare.
Enrico IV vive così una strana esistenza in una villa solitaria, dove oltre alla moglie Matilde, la sua dama accanto, lo vanno a trovare il suo rivale in amore (colui che fece springare il suo cavallo facendolo cadere), un medico alienista che spera di guarirlo ripetendo e perpetuando la messinscena delle maschere, la figlia Frida e il suo fidanzato Di Nolli. Il mascherato, però, in realtà è già guarito da un pezzo, ma ha preferito fingere di restare pazzo! Questa sua scelta, infatti, gli consentirà di vendicarsi del Barone Tito Belcredi, da sempre “corteggiatore” di Matilde. E un pazzo, ovviamente, non risponde penalmente di un reato, neppure di un omicidio!
Le note di regia ci spiegano la chiave di lettura che ne è stata fatta: “La regia è uscita dalle abitudini, dalle pratiche pirandelliane, non ha interpretato la maschera e la persona, ma ha capito perché Enrico IV si piace in quella carnevalesca rappresentazione che dà a sé stesso e agli altri della sua regalità. Non più quel raisonneur in punta di fioretto che con abilità istrionica si destreggiava sul filo teso della pazzia e della finzione, ma un teatrante che dietro il sipario del suo travestimento offre ai suoi ospiti lo spettacolo un po' compiaciuto del suo virtuosismo dialettico. Il più tragico personaggio di Pirandello giuoca la propria parabola in una carnevalata fittizia e claustrale. La sua esistenza si risolve e si dissipa in azione scenica. Ecco perché la recitazione, la ricomposizione del testo, le musiche, tutto diventa spia di una precisa lettura registica dove il confine tra personaggio-uomo e personaggio-attore si rarefà sino a diventare inafferrabile.. ....
La regia ha geometrizzato la follia del testo, ha innalzato una linea di confine dalle pareti alte e sottili. Oltre si potrebbe andare, ma non si può uscire. Quando i cosiddetti saggi tenteranno di scombinare gli equilibri, la cittadella si rinchiuderà nel regno dell'immaginazione perpetua, della solitudine esistenziale”.
Come si può intuire proprio da queste note, il lavoro è stato trattato in maniera raffinata e personale da Marcello Amici, protagonista, organizzatore e regista di tutta l’operazione. Al suo fianco abbiamo apprezzato particolarmente Tiziana Narciso (nel ruolo di Matilde), Maurizio Sparano (Belcredi), Francesca Sampogna (il dottore alienista), e tutti gli altri: Federico Giovannoli, Francesco Meriano, Martina Pelone, Luca Mandara, Mariaelena Pagano, Marco Tonetti, Andrea Giannelli .
Lo spettacolo è già stato rappresentato in primavera, ma, visto il successo, siamo certi che lo rivedremo presto di nuovo in scena. Viva il teatro!
Salvatore Scirè
Basilica di S.Alessio all’Aventino
Piazza S.Alessio, 23 – Roma
La sede di questa manifestazione estiva non poteva essere più magica e affascinante: i giardini della Basilica di S.Alessio dei Padri Somaschi, dove fra i tralci di uva spunta il Cupolone, in una vista mozzafiato!
Quest’anno, Marcello Amici – o L’Istrione, come lui stesso si definisce - ha fatto le cose in grande: a giorni alternati, sono andati in scena ben 10 atti unici: Bellavita, Sgombero, La Giara, L’altro figlio, L’Imbecille, La Verità, La Patente, La Morsa, L’Uomo dal fiore in bocca, All’Uscita. Nell’ultima settimana, invece - dal 1 al 6 agosto - l’onore della ribalta è toccato all’Enrico IV, un lavoro impegnativo e complesso.
Insomma, una bella faticata per la “Compagnia delle Maschere”!
La storia, che si riallaccia al filone pirandelliano dei personaggi che si fingono altro, ci narra
le vicissitudini di è un nobile umbro, che una ventina di anni prima era caduto da cavallo durante una cavalcata rievocativa in costume, in cui ciascun partecipante aveva rappresentato un personaggio storico con la sua dama accanto. Mascherato da Enrico IV di Germania, con la sua Matilde accanto, il nostro uomo cadde da cavallo – e non casualmente! - battendo la testa; e per lo choc subito, impazzisce e si convince di essere realmente il personaggio tedesco che voleva ricordare.
Enrico IV vive così una strana esistenza in una villa solitaria, dove oltre alla moglie Matilde, la sua dama accanto, lo vanno a trovare il suo rivale in amore (colui che fece springare il suo cavallo facendolo cadere), un medico alienista che spera di guarirlo ripetendo e perpetuando la messinscena delle maschere, la figlia Frida e il suo fidanzato Di Nolli. Il mascherato, però, in realtà è già guarito da un pezzo, ma ha preferito fingere di restare pazzo! Questa sua scelta, infatti, gli consentirà di vendicarsi del Barone Tito Belcredi, da sempre “corteggiatore” di Matilde. E un pazzo, ovviamente, non risponde penalmente di un reato, neppure di un omicidio!
Le note di regia ci spiegano la chiave di lettura che ne è stata fatta: “La regia è uscita dalle abitudini, dalle pratiche pirandelliane, non ha interpretato la maschera e la persona, ma ha capito perché Enrico IV si piace in quella carnevalesca rappresentazione che dà a sé stesso e agli altri della sua regalità. Non più quel raisonneur in punta di fioretto che con abilità istrionica si destreggiava sul filo teso della pazzia e della finzione, ma un teatrante che dietro il sipario del suo travestimento offre ai suoi ospiti lo spettacolo un po' compiaciuto del suo virtuosismo dialettico. Il più tragico personaggio di Pirandello giuoca la propria parabola in una carnevalata fittizia e claustrale. La sua esistenza si risolve e si dissipa in azione scenica. Ecco perché la recitazione, la ricomposizione del testo, le musiche, tutto diventa spia di una precisa lettura registica dove il confine tra personaggio-uomo e personaggio-attore si rarefà sino a diventare inafferrabile.. ....
La regia ha geometrizzato la follia del testo, ha innalzato una linea di confine dalle pareti alte e sottili. Oltre si potrebbe andare, ma non si può uscire. Quando i cosiddetti saggi tenteranno di scombinare gli equilibri, la cittadella si rinchiuderà nel regno dell'immaginazione perpetua, della solitudine esistenziale”.
Come si può intuire proprio da queste note, il lavoro è stato trattato in maniera raffinata e personale da Marcello Amici, protagonista, organizzatore e regista di tutta l’operazione. Al suo fianco abbiamo apprezzato particolarmente Tiziana Narciso (nel ruolo di Matilde), Maurizio Sparano (Belcredi), Francesca Sampogna (il dottore alienista), e tutti gli altri: Federico Giovannoli, Francesco Meriano, Martina Pelone, Luca Mandara, Mariaelena Pagano, Marco Tonetti, Andrea Giannelli .
Lo spettacolo è già stato rappresentato in primavera, ma, visto il successo, siamo certi che lo rivedremo presto di nuovo in scena. Viva il teatro!
Salvatore Scirè
Basilica di S.Alessio all’Aventino
Piazza S.Alessio, 23 – Roma