“ÈDITH PIAF L’USIGNOLO NON CANTA PIÙ” DI MELANIA GIGLIO
UNA STORIA APPASSIONANTE E ROMANTICA CHE CI PORTA SUL PALCOSCENICO DELL’OLYMPIA DI PARIGI
SALVATORE SCIRE'
10/10/2024
VISTO E RECENSITO
Roma. Il Teatro Manzoni di Roma, diretto da Pietro Longhi, ha dato il via alla stagione 2024/25 con uno spettacolo di alto livello, capace di coniugare insieme drammaturgia e musica; intensità espressiva attoriale e capacità vocali: stiano parlando della pièce EDITH PIAF - L’ usignolo non canta più, una storia appassionata e toccante, che ci proietta nel fascino della Ville Lumière, nel narrare i giorni che hanno preceduto la storica esibizione di Edith sul palco dell’Olympia di Parigi, dalla fine del 1960 sino alla primavera del 1961.
Tutto si svolge nell’appartamento di Édith Piaf: una cantante straordinaria, simbolo della musica d’Oltralpe, ma donna complicata. Di umili origini, tra amori, liti, solitudine e alcol, questa donna, vestita di un abitino nero (ma petite robe noire) aveva conquistato la Framcia e il mondo intero con la sua arte.
Poi, una serie di eventi negalivi si abbattono sulla sua vita e così l’usignolo non canta più. L’artrite l’ha resa gobba, l’alcol e i medicinali l’hanno resa gonfia e senza capelli, i lutti hanno ferito la sua voglia di vivere. Ma improvvisamente qualcuno bussa alla sua porta e arriva a profanare questo “buio”.
Si tratta di un personaggio importante, Bruno Coquatrix, l’impresario dell’Olympia, il quale a forza di insistere è riuscito ad avere un appuntamento con lei.
L’incontro è prima teso, poi si sblocca e i due si abbracciano, come si conviene con un vecchio amico. Il quale (mosso anche dall’intento di riassestare le casse del suo celebre teatro) convince Edith a ritornare sul palco e a cantare di nuovo. Edith non vuole accettare, prova a cantare (e la Giglio interpreta superbamente L’accordéoniste, La vie en rose, Milord), ma non è convinta, fin quando Bruno non tira fuori l’asso nella manica: il testo di una canzone scritta su misura sulla vita di lei: Je ne regrètte rien! La Piaf si ritrova come per magia in quei versi, in quella musica, e così decide di riprovarci. E sarà un grande successo! Nonostante tutto.
Lo spettacolo scorre piacevolmente: molto ben scritto e interpretato da Melania Giglio, incanta il pubblico con i suoi contenuti.
Spiega il regista Daniele Salvo. “Non vogliamo imitarne le movenze o copiarne l’esteriorità. Tentiamo invece di avvicinarci alla sua anima con levità mozartiana, di raggiungere il centro del suo petto per evocare per un istante, con attenzione e rispetto, il suo incredibile talento.
Oggi più che mai, in questi anni vuoti di impulsi e necessità, abbiamo bisogno del suo calore, della sua luce, della potenza della sua voce e del battito del suo piccolo cuore che ancora oggi, anche se non è più, batte instancabile. E quel suo piccolo cuore non si fermerà mai”.
La regia in effetti appare molto curata e riesce ad ottenere interessanti effetti teatrali pur con una scenografia minimale, ma funzionale, realizzata da Fabiana Di Marco mentre i costumi sono di Giovanni Ciacci.
Complimenti a Melania Giglio, che si lascias apprezzare sia come attrice che come cantante; complimenti al suo compagno di palco Martino Duane, perfettamente calato nel suo ruolo!
Un Plauso alla produzione di Marioletta Bideri per BIS Tremila s.r.l., che ha creduto nella bontà di questo progetto!
Uno spettacolo che vale la pena andare a vedere!
di Salvatore Scirè
Fino al 13 ottobre 2024
TEATRO MANZONI
Via Monte Zebio, 14 – Roma
info e prenotazioni:
Tel. 06.3223634 WhatsApp 327.8959298
prenotazioni@teatromanzoniroma.it www.teatromanzoniroma.it
Tutto si svolge nell’appartamento di Édith Piaf: una cantante straordinaria, simbolo della musica d’Oltralpe, ma donna complicata. Di umili origini, tra amori, liti, solitudine e alcol, questa donna, vestita di un abitino nero (ma petite robe noire) aveva conquistato la Framcia e il mondo intero con la sua arte.
Poi, una serie di eventi negalivi si abbattono sulla sua vita e così l’usignolo non canta più. L’artrite l’ha resa gobba, l’alcol e i medicinali l’hanno resa gonfia e senza capelli, i lutti hanno ferito la sua voglia di vivere. Ma improvvisamente qualcuno bussa alla sua porta e arriva a profanare questo “buio”.
Si tratta di un personaggio importante, Bruno Coquatrix, l’impresario dell’Olympia, il quale a forza di insistere è riuscito ad avere un appuntamento con lei.
L’incontro è prima teso, poi si sblocca e i due si abbracciano, come si conviene con un vecchio amico. Il quale (mosso anche dall’intento di riassestare le casse del suo celebre teatro) convince Edith a ritornare sul palco e a cantare di nuovo. Edith non vuole accettare, prova a cantare (e la Giglio interpreta superbamente L’accordéoniste, La vie en rose, Milord), ma non è convinta, fin quando Bruno non tira fuori l’asso nella manica: il testo di una canzone scritta su misura sulla vita di lei: Je ne regrètte rien! La Piaf si ritrova come per magia in quei versi, in quella musica, e così decide di riprovarci. E sarà un grande successo! Nonostante tutto.
Lo spettacolo scorre piacevolmente: molto ben scritto e interpretato da Melania Giglio, incanta il pubblico con i suoi contenuti.
Spiega il regista Daniele Salvo. “Non vogliamo imitarne le movenze o copiarne l’esteriorità. Tentiamo invece di avvicinarci alla sua anima con levità mozartiana, di raggiungere il centro del suo petto per evocare per un istante, con attenzione e rispetto, il suo incredibile talento.
Oggi più che mai, in questi anni vuoti di impulsi e necessità, abbiamo bisogno del suo calore, della sua luce, della potenza della sua voce e del battito del suo piccolo cuore che ancora oggi, anche se non è più, batte instancabile. E quel suo piccolo cuore non si fermerà mai”.
La regia in effetti appare molto curata e riesce ad ottenere interessanti effetti teatrali pur con una scenografia minimale, ma funzionale, realizzata da Fabiana Di Marco mentre i costumi sono di Giovanni Ciacci.
Complimenti a Melania Giglio, che si lascias apprezzare sia come attrice che come cantante; complimenti al suo compagno di palco Martino Duane, perfettamente calato nel suo ruolo!
Un Plauso alla produzione di Marioletta Bideri per BIS Tremila s.r.l., che ha creduto nella bontà di questo progetto!
Uno spettacolo che vale la pena andare a vedere!
di Salvatore Scirè
Fino al 13 ottobre 2024
TEATRO MANZONI
Via Monte Zebio, 14 – Roma
info e prenotazioni:
Tel. 06.3223634 WhatsApp 327.8959298
prenotazioni@teatromanzoniroma.it www.teatromanzoniroma.it